La nuova vita di Inacio Pià
Chi vince lo Scudetto? Facile, Napoli tutta la vita”.
Piá adesso vive in Brianza ed è il direttore tecnico della ASD Nuova Usmate, a pochi chilometri da Monza e Milano: “Una bella esperienza, è tutto nuovo per me. Sono in contatto con i bambini, parlo di calcio tutti i giorni, c’è tanto entusiasmo”, racconta in esclusiva a GianlucaDiMarzio.com. Inacio oltre ad occuparsi del settore giovanile, fa anche il procuratore, ed è nel team di Gaetano Fedele: “Giro tanto, vedo molte partite di serie minori, è una strada che mi piace e voglio percorrere”.
Ad Usmate Velate c’è entusiasmo, lo sport è al centro del progetto della città, come ci racconta il Presidente Angelo Posca: “Il nostro sogno è di fare un Torneo Viareggio qua in Brianza, prima però ci vogliono le strutture, i sogni richiedono tempo e programmazione”. Piá ad Usmate porta la sua esperienza a tanti ragazzi: “Ci sono 255 ragazzi iscritti, Inacio ci aiuta a migliorare e curare i dettagli, c’è tanto lavoro da fare ma grazie al comune e alla famiglia Magni le risorse non ci mancano”, ci dice il ds Carlo Santini. Dai ragazzi di Usmate al “nuovo” Piá: il figlio di Inacio gioca nelle giovanili dell’Atalanta e si sta già facendo notare. “Si diverte tanto, è una mezza punta anche se per ora non hanno il ruolo già definito. Carriera come il padre? Gli auguro anche meglio (ride ndr.)”.
A pochi chilometri da dove si allenano i ragazzi, c’è anche un altro vecchio ricordo del campionato italiano, come racconta Piá: “Jeda è una amico, lo vedo spesso. Sono contento che riesca ancora a dare tanto a questo sport”. Poi si parla tanto di calcio, a partire dai “vecchi” compagni di squadra che stanno facendo bene in panchina, come Massimo Carrera, ex compagno ai tempi dell’Atalanta: “Era già allenatore in campo, grande persona, mi ha aiutato tanto dentro lo spogliatoio, ero molto giovane a Bergamo ma lui è stato importante. Non era facile fare bene in Russia, spero di vederlo presto, non l’ho più sentito…”.
Ci sono due allenatori in particolare che Piá ricorda con affetto: Donadoni e Vavassori, avuti a Napoli e Bergamo. “Donadoni è una persona leale, uno che cura i dettagli, con lui forse ho giocato il mio miglior calcio, feci quattro gol alla fine della stagione 2008-2009. Vavassori invece è stato l’allenatore che mi ha lanciato a Bergamo, il più importante per la mia crescita”. Proprio Vavassori era l’allenatore dell’Atalanta il 2 dicembre, il giorno di Atalanta-Inter 2-4, l’esordio in Serie A di Piá, che entrò al posto di Corrado Colombo al 70esimo, in panchina nell’Inter c’era l’idolo di Inacio: “Ronaldo per noi brasiliani è il più forte di tutti, ho ancora la sua maglia a casa, un ricordo indelebile”. Come quello del primo gol in Serie A, segnato alla Fiorentina il 27 gennaio 2002. “Partii da titolare, non avevo piu giocato un minuto dopo l’Inter, Vavassori me lo disse all’ultimo. Giocai, segnai e vinsi la statuetta di migliore in campo della Tele Più, un sogno”. Sogni, come quelli che hanno i ragazzi di Usmate. Quelli, però, non si possono insegnare, si possono solo vivere. E Inacio questo lo sa.