09/02/2023 | 14.30
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La povera patria del pallone nostrano - by Francesco64

MercoledI 8 febbraio, ore 20,30. Alla TV impazza il festival di Sanremo: nei TG e nelle anticipazioni non si parla d’altro. Lo sport non prevede nessuna controprogrammazione. Stranamente, in Italia neanche una partita. Facendo zapping arrivo sulla TV di stato tedesca, la ZDF.

Vedo immagini che mi catturano immediatamente: uno stadio tutto biancazzurro che canta in coro, una sciarpata stupenda a trecentosessanta gradi. Le immagini sono così belle che resto inchiodato a guardare (e le squadre sono ancora negli spogliatoi eh…). È il derby della Ruhr tra Bochum e Borussia Dortmund, ottavo di finale di Coppa di Germania. Lo stadio del Bochum tiene 23'500 spettatori ma è un gioiellino. Vale la pena guardare quella partita anche se non m’interessa, per la sua cornice di passione e civiltà. Durante il minuto di silenzio per il terremoto in Siria e Turchia, si abbassano le sciarpe e anche lo spicchio dei tifosi del Dortmund abbassa le splendide bandierine gialle e nere che sventolavano vivaci colorando ancora di più quella cornica stupenda. Poi per tutta la prima mezz’ora è un ribollire di emozioni e boati a sottolineare ogni giocata. Spettacolo allo stato puro anche se il livello della partita non è eccelso.

Pochi minuti dopo inizia Olympique Marsiglia – Paris Saint Germain. Ottavi di finale di coppa di Francia, partita secca, senza VAR che arriva solo dai quarti in avanti. Metto su Sky. Il Vélodrome di Marsiglia strabocca in ogni ordine di posti. 65'200 spettatori presenti. Segna l’OM, palo di Neymar; poi pareggia il PSG a fine primo tempo scaduto per un corner controverso. A inizio ripresa Ruslan Malinvoskyi sfonda Donnarumma con una bomba di sinistro da limite: PSG a casa, OM ai quarti. Marsiglia in festa, giocatori acclamati dallo stadio impazzito.

Mi vengono in mente le desolanti immagini degli ottavi di coppa Italia. Atalanta Spezia con 6-7'000 impavidi nel pomeriggio infrasettimanale alle 3; oppure Fiorentina Torino con Comunale di Firenze punteggiato di pochi infreddoliti spettatori.

Ogni anno che passa, il calcio italiano perde 10 anni nei confronti del calcio dei paesi a noi vicino.

La nostra dirigenza è penosa. Vanno a pigolare per qualche briciola sui diritti di vendita internazionali, e intanto stanno perdendo la sola, vera, grande ricchezza del nostro paese: un pubblico potenziale praticamente infinito e dotato di una passione inesauribile. Se solo lo capissero, e si mettessero in testa di darci, finalmente, uno spettacolo sano e fruibile. Presto anche i campionati del BeNeLux saranno più vendibili del nostro.

Io so che l’Atalanta e Bergamo cercano di essere, e lo sono, un’eccezione. Lo stadio, i conti, la città, il pubblico. L’Atalanta, che lo si voglia o no, sarebbe già pronta per un salto in questa direzione. Ma in Italia se uno dà il buon esempio è più facile che sia oggetto di attacchi d’invidia e ostilità, che non preso ad esempio ed emulato. Il paese dei gattopardi, in cui bisogna che tutto cambi perché nulla cambi.

La catastrofe di immobilità in cui ci siamo avvitati negli ultimi 30 anni è drammatica. Ora la nostra arretratezza è così evidente che salta fuori a prima vista dallo schermo della TV. E stanti così le cose, non si potrà che peggiorare. Perché: chi vorrà pagarlo, uno spettacolo brutto? Prepariamoci al peggio.

 

by Francesco64

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