17/07/2020 | 11.40
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La prima formazione di Gasperini sulla panchina dell’Atalanta



Con la vittoria per 6-2  contro il Brescia, l’Atalanta è a un gol dall’infrangere il record di reti segnate in un campionato (94, Napoli 2016/17). La macchina perfetta costruita sapientemente da Gian Piero Gasperini, che adesso lotta per conquistare il secondo posto, rappresenta la grande rivincita del calcio di provincia, che con progettualità riesce a scalzare i grandi nomi dell’élite. Per arrivare a questo livello, tuttavia, i bergamaschi non si sono inventati campioni dall’oggi al domani. Tutti possono ammirare la potenza di Zapata, la classe di Gomez e le bordate di Malinovskyi, ma qualcuno ricorda la prima formazione dell’era Gasperini?

È il 13 agosto 2016, il tecnico di Grugliasco siede per la prima volta sulla panchina della Dea a due mesi dalla firma posta sul contratto. Si gioca il terzo turno di Coppa Italia: dall’altra parte del campo c’è la Cremonese, formazione di Lega Pro che alla fine della stagione otterrà la promozione in A.

Ecco la formazione che permise a Gasperini di battere 3-0 i grigiorossi.





Marco Sportiello


Cresciuto nel settore giovanile nerazzurro, viene mandato a farsi le ossa prima a Poggibonsi e poi a Carpi. Tornato alla base nel 2013, riveste il ruolo di secondo di Consigli. Ceduto il portiere titolare, gli vengono affidate le chiavi della porta per due stagioni consecutive. Nel 2016, l’arrivo di Berisha complica le cose: il duello per la titolarità viene vinto dall’albanese, che lo scalza nelle preferenze del Gasp. Per questo motivo, nel gennaio 2017 viene prestato alla Fiorentina per un anno e mezzo. Gioca poi una stagione nello sfortunato Frosinone che neopromosso scende immediatamente in B. In questa stagione è parte dell’organico bergamasco, ma di nuovo come numero 2. Il titolare, infatti, è Pierluigi Gollini.

Cristian Raimondi


Nato nel bergamasco e anch’egli prodotto delle giovanili dell’Atalanta, Raimondi veste diverse maglie nei primi anni della sua carriera: Albinoleffe, Pro Vercelli, Palermo, Arezzo, Vicenza e Livorno. Nel 2010 arriva la chiamata tanto attesa: i nerazzurri lo acquistano per puntare alla promozione in A – che riesce al termine della stagione. In sette anni di onorato servizio per la squadra del cuore, CR77 – così soprannominato affettuosamente dai suoi tifosi – scende in campo 134 volte, segnando due reti. Dopo il ritiro, nel 2017, è entrato nello staff atalantino.

 



 

Andrea Masiello


Così come Raimondi, anche Masiello, prima di affermarsi definitivamente in maglia nerazzurra, vive diverse esperienze in giro per l’Italia, tra le quali ricordiamo: il prestito dalla Lucchese alla Juventus, dove esordisce in A nel 2005 contro l’Inter, e l’intensa parentesi di Bari. Nel 2011 viene acquistato dall’Atalanta, che gli dà grande fiducia e lo aspetta nei 2 anni e 5 mesi di squalifica comminatigli per “calcioscommesse”. Torna in campo nel febbraio 2015, a 1120 giorni dall’ultima partita disputata. Da quel momento in poi diventa un pilastro della retroguardia orobica, distinguendosi anche per una spiccata propensione al gol su palla inattiva. Lo scorso gennaio ha salutato la Dea per approdare al Genoa, con cui ha esordito proprio in occasione della partita di ritorno contro l’Atalanta.

Rafael Tolói


Cresciuto calcisticamente nel Goias, nel 2012 passa al San Paolo: le ottime prestazioni con i brasiliani gli valgono la chiamata della Roma, che lo prende in prestito per i sei mesi conclusivi della stagione 2013/14. I capitolini, tuttavia, non esercitano il diritto di riscatto, rispedendolo al mittente. Tornato in patria, Tolói disputa un’altra ottima stagione. Questa volta un club pronto a puntare su di lui c’è, ed è l’Atalanta, che nell’agosto 2015 lo acquista per 5,5 milioni. Nonostante il costante turnover di Gasperini, il centrale italo-brasiliano riesce ad imporsi come uno dei calciatori più presenti e influenti della squadra.

Leonardo Spinazzola


La sua carriera è densa di trasferimenti sin dai suoi primi passi: prelevato dalla Juventus, viene girato in prestito a Empoli, Lanciano, Siena, la stessa Atalanta (sei mesi in cui gioca solo 5 volte tra campionato e coppa), Vicenza e Perugia. Nell’estate 2016 viene ceduto in prestito biennale alla Dea, che gli dà la possibilità di crescere ulteriormente e mettersi in mostra. Nei due anni nerazzurri è protagonista assoluto, almeno sino al grave infortunio che lo colpisce nella primavera del 2018 (rottura del crociato anteriore). Tornato nuovamente alla base, gioca una stagione con la Juventus, in cui non riesce ad esprimersi con grande continuità. Al termine della stagione passa alla Roma, nell’ambito di uno scambio tra esterni che coinvolge il talentino Luca Pellegrini.





 

Franck Kessié


L’Atalanta lo nota in Costa d’Avorio, dove gioca in una formazione locale, lo Stella Adjamé: decide di portarlo in Italia, aggregandolo alla formazione Primavera, prima di girarlo in prestito al Cesena in B. Qui il tecnico Draghi da difensore lo inventa centrocampista: mossa azzeccatissima, visto il prosieguo della sua carriera. L’ivoriano, infatti, torna all’Atalanta per la stagione 2016/17: esordisce in A nella sconfitta interna con la Lazio per 4-3, dove trova un incredibile doppietta. Al termine di una stagione esaltante, coronata da 7 reti (la maggior parte dal dischetto) in 31 presenze, il Milan lo acquista in prestito biennale con obbligo di riscatto a 30 milioni. Una delle tante ed eccezionali plusvalenze targate Percassi.

Jasmin Kurtic


Il Palermo lo preleva dal Nova Gorica nel 2010. In Italia veste le maglie di Varese, di nuovo Palermo, Sassuolo, Torino e Fiorentina. Poi l’approdo all’Atalanta nel nel 2015: qui vive tre buonissime stagioni, alternandosi tra il ruolo di incursore di centrocampo e quello di trequartista più classico. Nel gennaio 2018 si conclude la sua esperienza atalantina, con la Spal che se ne assicura le prestazioni.  Nel gennaio di quest’anno è passato al Parma, dove sta continuando una carriera di tutto rispetto.

Boukary Dramé


Prodotto del vivaio del PSG, con i parigini trova anche il debutto in Ligue 1 nel 2005. Vive anni di grande incertezza tra Sochaux e San Sebastian (con la maglia del Real Sociedad), fallendo anche un provino con gli inglesi del Birmingham. La sua carriera pare ormai avviarsi già al tramonto, ma il Chievo crede in lui e gli affida la fascia mancina di un 3-5-2 vecchio stampo. In Italia si dimostra essere un calciatore che non ruba l’occhio ma affidabile e continuo. Nel 2014 passa all’Atalanta, dove tuttavia ricopre il ruolo di alternativa. Non convince mai pienamente Gasperini, che preferisce cederlo alla Spal. Neppure con i ferraresi riesce ad imporsi e, anzi, al termine del suo contratto resta fermo per un anno. Nel 2019 firma con la Paganese, dove può tentare di rilanciare la sua carriera partendo nuovamente dal basso.

Marco D’Alessandro


Cresce prima nel vivaio della Lazio, poi – non è cosa molto usuale – in quello della Roma. Veste diverse maglie, soprattutto in prestito: Grosseto, Bari, Livorno, Verona e Cesena. Poi il trasferimento alla Dea nel 2014: nei tre anni vissuti a Bergamo gioca spesso, ma non è certamente un elemento imprescindibile nell’undici di partenza. Negli ultimi tre anni viene girato a tre realtà calcistiche differenti: Benevento, Udinese e Spal, con la quale attualmente sta lottando per evitare la retrocessione in B.





 

Papu Gómez


L’Arsenal de Sarandí è la sua prima casa calcistica, che lo forma e lo lancia nel calcio argentino. Poi il passaggio per una sola stagione al San Lorenzo, dove le ottime prestazioni sfornate attirano l’interesse del Catania. Arrivato in Sicilia nel 2010, vive tre stagioni da protagonista con il resto della colonia argentina presente al Massimino (Bergessio, Barrientos e Spolli tra gli altri). Nel 2013 il Metalist, squadra ucraina che investe diverse decine di milioni per comporre una squadre che possa puntare alle coppe europee, lo acquista. L’avventura non è fortunatissima, il progetto degli ucraini naufraga e la carriera del Papu sembra aver toccato il fondo. L’Atalanta, però, è pronta a riportarlo in Italia. Così, nasce una delle storie d’amore più belle degli ultimi anni. Gómez si ritaglia via via un ruolo da leader, divenendo capitano e stella – tecnicamente parlando – della formazione orobica. Attualmente è per distacco il calciatore più in forma della Serie A e uno dei migliori nell’intero panorama calcistico europeo.

Alberto Paloschi


Prodotto dell’efficientissimo settore giovanile del Milan, di Paloschi si ricorda soprattutto l’esordio in Serie A, segnato – letteralmente – da una rete siglata 18 secondi l’ingresso in campo. La sua carriera si svolge principalmente in piazze minori del calcio italiano (Parma, Genoa, Chievo), dove si dimostra un attaccante tenace che può assicurare un discreto bottino di gol. Da segnalare anche il trasferimento non molto fortunato ai gallesi dello Swansea. Anche l’esperienza con l’Atalanta, che lo acquista nel 2016, non è delle migliori. Ha vissuto gli ultimi anni alla Spal, prima del prestito – avvenuto questo gennaio – al Cagliari.

fonte cronachedispogòiatoio.it
By marcodalmen
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