La principessa dell'umiltà
Favola Atalanta.
Quante volte, in questi ultimi quattro anni, si è sentito parlare di favola Atalanta. Della Cenerentola che va al ballo dei grandi pur non avendone diritto perchè di origini povere, umili, quasi come se quello fosse un posto proibito per chi non è del ceto giusto.
La sala da ballo è stata allestita in grande anche quest'anno. Una sala importante, rotonda con al centro una statua a forma di Coppa con delle grandi orecchie, in cerchio tutti i pretendenti al posto d'onore.
Tutti vogliono quel posto, ma non tutti sono attrezzati.
Favola Atalanta, che dal nulla partecipa al ballo. Ed in effetti se ripenso alle favole di esempi ce n'è piena l'aria.
Il più grande di tutti è quello di Cenerentola, molto inflazionato quando si parla della nostra Dea bergamasca.
Cinderella lava e pulisce, viene maltrattata dalle sorellastre che, avidamente, partecipano al ballo rinchiudendola nelle stanze del castello. Ma lei al ballo ci và, perchè le favole sono piene di magia, e i topolini operai la aiutano nell'intento di diventare principessa.
Così l'Atalanta, quella del lavoro sodo, quella dei bergamaschi in società che spiegano a tutti il valore di questa maglia, di questo popolo. L'umile Atalanta partecipa al ballo dei grandi, e lo fa con l'abito migliore e con la testa di chi sa da dove viene.
Molte sono, però, anche le principesse ch,e al contrario, rinunciano a tutto pur di amare, pur di vivere il loro sogno, il loro ballo, la loro coppa.
Mi viene in mente Jasmine, figlia di un sultano d'oriente, principessa bellissima che può avere tutto, ma si innamora di un ladro, e lotta con tutta sè stessa pur di vivere quell'amore. O Fiona che accetta di diventare un orco pur di stare con l'amato Shrek.
Così l'Atalanta in questi anni, scesa a compromessi per diventare grande, per coronare sogni e creare i presupposti per sogni ancora più grandi. Non ci sono più (se non in rari casi) bergamaschi in campo anche se la società resta saldamente radicata nel nostro territorio. Si è iniziato ad usare termini inglesi, sui siti e sui social, per aprire gli orizzonti della provincia. Sono aumentati gli ingaggi, i soldi, mantenendo però dei paletti che aiutano a non fare passi più lunghi della gamba.
Ma l'Atalanta, per stare tra i grandi, deve ora ricordarsi di essere anche piccola. E, allora, torniamo a Cenerentola perchè è una donna che ha delle radici e fa dell'umiltà la sua caratteristica principale.
Ecco che allora domani dovremo essere di nuovo bravi a mettere i panni della povera cenerentola, che col lavoro, la dedizione e i sogni negli occhi, va a Crotone a vedersela con chi oggi ci guarda con ammirazione, perchè l'Atalanta è una grande del calcio.
Poi martedì ci sarà il Liverpool, cambieremo l'abito, cambieremo la musichetta di sottofondo.
Le favole, quelle belle, durano per sempre, e l'Atalanta, vestita di umiltà, è la cosa più magica, ed eterna che ci sia.
Quante volte, in questi ultimi quattro anni, si è sentito parlare di favola Atalanta. Della Cenerentola che va al ballo dei grandi pur non avendone diritto perchè di origini povere, umili, quasi come se quello fosse un posto proibito per chi non è del ceto giusto.
La sala da ballo è stata allestita in grande anche quest'anno. Una sala importante, rotonda con al centro una statua a forma di Coppa con delle grandi orecchie, in cerchio tutti i pretendenti al posto d'onore.
Tutti vogliono quel posto, ma non tutti sono attrezzati.
Favola Atalanta, che dal nulla partecipa al ballo. Ed in effetti se ripenso alle favole di esempi ce n'è piena l'aria.
Il più grande di tutti è quello di Cenerentola, molto inflazionato quando si parla della nostra Dea bergamasca.
Cinderella lava e pulisce, viene maltrattata dalle sorellastre che, avidamente, partecipano al ballo rinchiudendola nelle stanze del castello. Ma lei al ballo ci và, perchè le favole sono piene di magia, e i topolini operai la aiutano nell'intento di diventare principessa.
Così l'Atalanta, quella del lavoro sodo, quella dei bergamaschi in società che spiegano a tutti il valore di questa maglia, di questo popolo. L'umile Atalanta partecipa al ballo dei grandi, e lo fa con l'abito migliore e con la testa di chi sa da dove viene.
Molte sono, però, anche le principesse ch,e al contrario, rinunciano a tutto pur di amare, pur di vivere il loro sogno, il loro ballo, la loro coppa.
Mi viene in mente Jasmine, figlia di un sultano d'oriente, principessa bellissima che può avere tutto, ma si innamora di un ladro, e lotta con tutta sè stessa pur di vivere quell'amore. O Fiona che accetta di diventare un orco pur di stare con l'amato Shrek.
Così l'Atalanta in questi anni, scesa a compromessi per diventare grande, per coronare sogni e creare i presupposti per sogni ancora più grandi. Non ci sono più (se non in rari casi) bergamaschi in campo anche se la società resta saldamente radicata nel nostro territorio. Si è iniziato ad usare termini inglesi, sui siti e sui social, per aprire gli orizzonti della provincia. Sono aumentati gli ingaggi, i soldi, mantenendo però dei paletti che aiutano a non fare passi più lunghi della gamba.
Ma l'Atalanta, per stare tra i grandi, deve ora ricordarsi di essere anche piccola. E, allora, torniamo a Cenerentola perchè è una donna che ha delle radici e fa dell'umiltà la sua caratteristica principale.
Ecco che allora domani dovremo essere di nuovo bravi a mettere i panni della povera cenerentola, che col lavoro, la dedizione e i sogni negli occhi, va a Crotone a vedersela con chi oggi ci guarda con ammirazione, perchè l'Atalanta è una grande del calcio.
Poi martedì ci sarà il Liverpool, cambieremo l'abito, cambieremo la musichetta di sottofondo.
Le favole, quelle belle, durano per sempre, e l'Atalanta, vestita di umiltà, è la cosa più magica, ed eterna che ci sia.
By sigo