La notizia dello scioglimento della curva credo non sia stata recepita da tutti nella giusta dimensione, visto che a chi la rimpiange si contrappongono tanti faciloni che considerano già risolta la ricomposizione, a cura di qualche non identificato volenteroso.

Premesso di aver assistito solo dall’esterno alle attività svolte e talvolta con fiere riserve su talune prese di posizione, debbo ammettere che le note di plauso meritano di essere soverchianti perché assai più nobili, numerose e generose.

Se pensiamo all’impegno gravoso dei tanti, per la produzione di supporti da distribuirsi alla schiera dei sostenitori, senza alcun compenso materiale, oltre alla raccolta dei fondi necessari, è certo che si avrà una panoramica ben positiva delle attività svolte, spesso a scopo benefico.

Dobbiamo anzitutto rendere grazie a coloro che si sono spesi, tanto generosamente e per tanti anni, spesso nella inadeguata, assurda indifferenza di molti, quand’anche i fatti negativi siano stati spesso stigmatizzati quali oltraggio al buon vivere ed addirittura ad onta del buon credito della città.

Qualcuno, affascinato dallo scorrere del bandierone nerazzurro, già si domanda quale fine lo attende e taluni sono preoccupati dal destino che sarà riservato agli striscioni, inneggianti alla squadra ed a Bergamo, che punteggiavano il Gewiss e tutti gli stadi, italiani ed europei.

Pare di rileggere i concetti della ‘quercia caduta’, dove solo dopo la scomparsa si rilevano, con tanto rimpianto, le buone prerogative di cui ci aveva inconsapevolmente gratificati, ma solo ora che non sussistono più.

Sono in molti a chiedersi quale senso abbia assistere ad una partita priva del sostegno dei cori, forse non sempre spontanei, ma certamente pregnanti di significati stimolanti che ti scuotevano dentro.

Già con i viola ci si renderà conto del significato e della potenza di un sostegno, dato sino a qui per scontato, ma che invece è frutto di un attaccamento vero ai propri colori, che mancherà a tutti, alla squadra ed al pubblico.

Lo sconcerto iniziale verrà superato da iniziative di singoli, forse sparuti gruppi, che non debbono essere sottovalutati, in quanto germi di una ricostruzione che richiederà dedizione ed impegno.

L’amore di Bergamo verso la sua squadra non svanisce certamente in conseguenza di questo evento, ma di certo deve essere ricomposto ed espresso con determinazione, partecipazione e calore.

La parte migliore della disciolta curva deve essere modello propositivo per rinsaldare le fila del tifo, non a caso definito quale dodicesimo giocatore.

Il propellente sarà costituito dalla nostra passione, da avviare su un comune sentiero, mediante una volontà, che nasce dal sacrificio e dall’emulazione.

Gasperini stesso ha richiamato l’importanza ed il peso di una tifoseria organizzata, rimarcando la necessità di una rifondazione che si allinea alle nuove prospettive di successo che l’Atalanta avviò con il suo arrivo.

La consapevolezza dei compiti spettanti a tutti i componenti dell’atalantinità bergamasca sono forti, chiari e determinati e questa volta tocca alla tifoseria darne conferma.

Non diamo spazi ad un rimpianto, derivante dall’apprezzamento di ciò che è stato, ma bensì energia e slancio ad una ricostruzione necessaria ed urgente del settore di supporto.

Contrariamente all’atteggiamento pimpante di altre tifoserie, ha proseguito Gian Piero, pare che la nostra, al momento, abbia bisogno di un ritocco alla scarsa pressione delle gomme, alla cui rimessa in assetto contribuirà volentieri la squadra, per riequilibrare tutti i necessari equilibri.

E’ un momento delicato che si prospetta proprio alla ripresa di competizioni, nazionali ed europee, che non ammettono dilazioni.

Il cuore bergamasco pulserà all’unisono con quello della squadra allo scopo di riorganizzarsi e di poter raggiungere quegli obiettivi che diventeranno davvero nostri: come tradizione di una società e di una tifoseria che sono vanto ed orgoglio della città di Bergamo.

In alto i cuori e forza Atalanta !

By ReMo