26/11/2019 | 10.25
0

La Savoldata: centrare il bersaglio più facile non vuol dire centrare il nocciolo della questione

Fare “match analysis” non vuol dire prendere dati e grafici, trovati comodamente sul sito della Lega Serie A oppure con un abbonamento da 9,99 euro al mese su una qualsiasi piattaforma in rete, e farli passare come scienza.
I numeri possono essere un supporto ma, in uno sport situazionale come il calcio, possono essere totalmente stravolti da un autogol o da un’invenzione, da aspetti quindi che esulano dai valori statistici.
Analisi quantitativa e analisi qualitativa non sono per forza di cose strettamente collegate.
Più che “dati” sono “presi", spesso con parametri diversi, in qualche modo soggettivi perché comunque stabiliti da uno o più soggetti; farne un uso arbitrario senza competenze tecniche non vuol dire fare match analysis bensì figuracce agli occhi di chi è padrone della materia.
Fare inferenze statistiche in sostanza rende l’analisi scientifica un’opinione qualsiasi.
La “precisione dei passaggi” per esempio non dimostra nulla perché ci dice quanti passaggi sono andati a buon fine, cioè quando hanno raggiunto un ricevente; non ci dice peró se la palla fosse giocabile subito oppure dopo un controllo. Mi spiego meglio: se un passaggio arriva dal compagno “sporco “ e sul piede sbagliato dal punto di vista tecnico è un passaggio impreciso mentre da quello tecnologico viene considerato “preciso” perché ha raggiunto il ricevente. Allo stesso modo quando un passaggio non arriva a destinazione la colpa può anche essere del ricevente che non si smarca nel tempo o spazio giusto.
Avere un Xg alto non vuol dire avere creato molte palle gol ma solamente le condizioni per una palla gol importante, la differenza è sostanziale. Il valore degli Xg è dato da un moltiplicatore classificato sulla base di alcuni MODELLI. Ogni fonte utilizza parametri diversi pertanto avvalersi di fonti diverse nella stessa oppure in diverse analisi correlate falsifica il confronto.
Può essere che in alcuni casi la situazione reale si avvicini ad un modello ma anche no, per cui si tratta di un valore puramente indicativo.
A volte ci sono dei numeri fuorvianti.
La match analysis è uno strumento importante per un allenatore a disposizione del quale può essere utilizzato per oggettivare alcune sensazioni. Ma il giornalista non dovrebbe utilizzarlo a proprio piacimento, altrimenti i numeri diventano armi improprie e letali.
Superficialmente puó apparire un’analisi più approfondita ma il livello delle conclusioni è il solito di sempre: non si fa gol è colpa del centravanti, si prende colpa dei difensori.
Anzi peggio, viene fuori che l’Atalanta sulla somma di xPTS e xG (expected goals) si sarebbe dovuta aggiudicare la partita (ma l’ha vinta la Juve) che ha servito male (chissà come mai) gli ottimi Higuain e Dybala “malserviti per un lungo periodo della gara”, mentre Barrow "è stato poco incisivo e poco coordinato con i compagni d’attacco... non riuscendo a dare profondità (e peso) all’attacco dei nerazzurri”. Praticamente il tutto ed il contrario di tutto.
Se volgiamo addossare tutte le responsabilità ad un ragazzo di 21 anni per aver sbagliato un rigore e non aver reagito subito al colpo sbagliando un paio di scelte, cerchiamo per lo meno di non essere contraddittori.
Per parlare di profondità bisogna conoscerne il significato. Se l’Atalanta ha un numero alto di tiri nell’area di rigore vuol dire che il vertice alto (nella stragrande maggioranza dei casi Barrow, come si può evincere dai grafici) ha creato i presupposti per verticalizzare e soprattutto andare dietro la linea difensiva avversaria. Considerato che l’85% dei goal nel calcio avviene da dentro l’area di rigore (fonte Settore Tecnico FIGC) vuol dire che gli spazi in profondità sono stati creati e nei tempi giusti con smarcamenti e corse in profondità cosa che secondo me è mancata alla Juventus proprio perchè Higuain e Dybala sono meno bravi in questo e soprattutto per una fase di non possesso esemplare da parte dei difendenti della Dea di cui il primo difendente era proprio Barrow. Una delle migliori prestazioni della storia dell’Atalanta come fase di non possesso. Della serie: come si difende attaccando. Che poi è il segreto di questa squadra.
Guardando i grafici con Muriel abbiamo attaccato meno la profondità e difeso con un baricentro più basso. Mi è bastato il vecchio ma pur sempre valido OCCHIOMETRO per rendermi conto di una disponibilità diversa da parte del nazionale colombiano e, sarà un caso, la partita per noi è cambiata in peggio.
La mia era una provocazione intendiamoci, Muriel mi piace tantissimo e non me ne priverei. Il mio ragionamento tuttavia dimostra che centrare il bersaglio più facile non vuol dire centrare il nocciolo della questione.

IMG-20191126-WA0000

By sigo
0 commenti