31/10/2019 | 18.00
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La Savoldata: Napoli - Atalanta

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Il Napoli è uno squadrone. Il Napoli è capace di vincere 2-0 con la squadra più forte del mondo, il Liverpool, nella competizione in cui è storicamente sotto solo al Real Madrid (che attualmente sta attraversando una crisi di identità) e al Milan (che nemmeno partecipa). Il punto portato a casa ieri è d'oro per questa e altre ragioni.
L’Atalanta ha preparato la partita in modo diverso con scelte che personalmente non mi sono piaciute. Sono infatti persuaso dall’idea che la Dea non si debba snaturare, in particolare non può rinunciare al suo peso offensivo così come ad avere dei riferimenti. Inizialmente infatti ho visto i nostri attaccanti girare a vuoto, in particolare Pasalic un po’ spaesato. Inoltre un atteggiamento generale meno aggressivo che, se da un lato concedeva meno profondità all’avversario, dall’altro ci costringeva ad un'inusuale sudditanza. Ad essere onesti il primo tempo sarebbe potuto finire con due gol di scarto ma il calcio è questo, un episodio ti cambia una partita. Grazie soprattutto ad un super Gollini il primo tempo è finito in parità: benissimo soprattutto la prima uscita a terra, quando il nostro portiere insegue Callejon, poi si distende a destra e para con la mano omologa.
Nel secondo tempo ho notato lo stesso approccio, forse rischiando meno, con un Pasalic un po' più alto.
Il secondo gol di Milik è la “tipica situazione” di cui ho parlato dopo Manchester e che ritorna:

 


Nel momento in cui Fabio Ruiz orienta il controllo (palla libera), Kjaer si trova a scegliere tra seguire il taglio di Milik e salire sul riferimento avversario più vicino (Callejon). Mi sembra che inizialmente il danese faccia per andare su Callejon poi cambi direzione per seguire il taglio, secondo me prioritario.
Non si vede bene la posizione di partenza di Gollini ma secondo me doveva fare una scelta diversa: i compagni sono in ritardo per contrastare Milik ma sarebbero comunque arrivati a dare pressione: sarebbe stato meglio quindi affrontare il polacco dentro l’area. All’arrembaggio così si può andare solo nel momento in cui c’è la possibilità di anticipare l’attaccante oppure di opporsi nel momento in cui calcia.

Per quanto riguarda l’episodio del presunto rigore ribadisco quanto detto dopo la partita con la Lazio essendo testimonianza della mia coerenza. Non si può gridare allo scandalo quando ci sono episodi simili.
Non si possono assecondare le scelte dell'arbitro, ma non gli si può dare nemmeno torto. Non hanno agito di fantasia in questi due episodi.
Nello specifico per me non è assolutamente rigore. Il fallo è di Llorente. Probabilmente ha lasciato proseguire dopo il contatto valutando che i due protagonisti si siano ostacolati in modo contemporaneo e vicendevole. Ma che sia fallo di Llorente non ci piove. Gravissime le dichiarazioni dei telecronisti, con parole forti peraltro, per le quali ho ricevuto il disappunto di conoscenti di tutta Italia. Per prima cosa nel regolamento non si parla assolutamente di come un difendente debba marcare, perdere il contatto visivo con la palla non è un’azione fallosa. Qualsiasi eventuale intervento (di Kjaer) potesse concretizzarsi è preceduto da una gomitata. In secondo luogo, cosi come in Lazio Atalanta, anche ieri il Var non è potuto intervenire, questi sono episodi da moviola e non da Var. Ma Adani, dopo il gol di Ilicic, ha commentato "adesso andranno a rivederlo". Ma stai zitto! Te lo stanno dicendo anche in aramaico che il Var non può intervenire in episodi soggettivi. Ci sei o ci fai?

 

GIANLUCA SAVOLDI

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