20/02/2021 | 22.56
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La squadra clessidra

Un articolo de "Il Foglio" di alcuni giorni fa, che si riferisce forse all'Atalanta di qualche tempo fa, dopo le ultime modifiche tattiche apportare dal mister. Comunque inorgoglisce come se ne parla, quello e' sicuro...

(grazie a "cary_grant")

 

La squadra clessidra

Quando gioca l’Atalanta, si capovolge la clessidra. Tutta la sabbia sottile si riversa velocemente dall’altra parte, e chi sta sotto scompare. Mai vista una squadra con questa capacità di decidere sull’esito delle sue partite, come se tutto dipendesse da lei e nulla dalle avversarie. L’Atalanta spinge con tutti i suoi uomini, dal portiere all’estremo attaccante, e a quel punto diventa solo un problema di tempo, come in una clessidra. L’ultima novità sono le incursioni dei difensori centrali che tagliano il campo in mezzo, trasformandosi da guardie in ladri per rubare spazi altrimenti destinati ai soliti protagonisti. Uno dei quali ha la faccia e la buona educazione del fidanzato modello per qualsiasi figliola: Matteo Pessina. Pessina è diventato in fretta l’anello di congiunzione tra la parte in mezzo e quella di fronte, nel ruolo che fu del Papu, di cui ormai è rimasto soltanto il velo. Pessina, a differenza di Gomez, attaccante per natura, corre tantissimo da destra a sinistra, dove si fa vedere, favorendo appoggi costanti, per poi infilarsi in mezzo, guizzante come un pesce finito tra le mani degli avversari, E’ un calciatore strano perché diverso nella sua normalità. Comincia le partite in sordina, in una finta trasparenza nella quale in realtà studia il da farsi. Sembra assente e invece c’è. E quando la clessidra si ribalta, precipita con gli altri trovando sempre la posizione più giusta. L’Atalanta lo ha pagato al Milan poco più di un milione, e già questo la dice lunga sul suo modo di essere, così mimetico da risultare invisibile anche dalle parti di Milanello. Sarà perché è timido, uno studente che studia, direbbe Totò, visto che il tempo libero lo consuma sui libri da universitario di economia. La sua è solo l’ultima delle grandi storie atalantino di questi ultimi anni, storie nelle quali vedi tanto lavoro e un lume acceso sulla società ventiquattro ore su ventiquattro. Se guardi verso Bergamo, ti sembra di notare in lontananza, scolpite sulla rocca della città alta, la faccia dei Percassi, padre e figlio, i presidenti, come gli omologhi americani sul Monte Rushmore. A cui si aggiunge Gasperini, anche se di mestiere fa l’allenatore. Perché alla fine è stato lui a inventarsi questa squadra, a farla giocare così, indipendente dagli avversari, umorale, stilisticamente grunge, epocale seppure appartenente testa, senza lasciarti il tempo di esprimere desiderio.

Alessandro Bonan

conduttore SKY

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