03/06/2019 | 07.37
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La stagione degli arbitri: Daniele Chiffi

La stagione di Daniele Chiffi valutata dall'ex arbitro LUCA MARELLI

Daniele Chiffi, sezione di Padova, primo anno

Ad inizio anno, negli ambienti, veniva ripetuto questo concetto: dei due arbitri promossi in Serie A, La Penna è pronto, Chiffi no. La promozione di Chiffi è stato un azzardo basato sull’età del padovano e su una sorta di scommessa sulla possibilità di evolversi velocemente.
Nulla di più vero.
Come spesso affermato Chiffi ha delle qualità tecniche eccezionali che si esprimono pienamente soprattutto nel corso di gare magari anche complesse sul piano agonistico ma che non si incendiano disciplinarmente.
Il vero problema di Chiffi è proprio la personalità: non appena una gara tende a salire di tono, ci si ritrova sempre ad incrociare le dita sperando che non si perda completamente.
La prima parte della stagione è stata terrificante: una serie infinita di partite mediocri e non è stato certo un caso che venisse utilizzato col contagocce e sempre per gare di terza/quarta fascia.
Insomma, quel che si temeva è puntualmente accaduto: enormi difficoltà di inserimento in una categoria per la quale non era pronto. Chiffi è l’esempio perfetto per spiegare l’importanza di una CAN unita e non sciaguratamente divisa: avrebbe avuto l’opportunità di crescere gradualmente alternando una media Serie A con una medio/alta Serie B, avrebbe pian piano assunto convinzione dei propri mezzi, avrebbe potuto aumentare gradualmente la sicurezza nei propri mezzi.
Nel finale di stagione ha offerto prestazioni migliori rispetto all’inizio ma denota ancora grandi limiti caratteriali che ne stanno rallentando molto la crescita.
I segnali positivi ci sono stati ma non sarà facile acquisire una sicurezza tecnica e disciplinare che pare ancora lontana. Oltre a ciò c’è un aspetto sul quale Chiffi deve lavorare molto (anche se non è affatto facile): il linguaggio del corpo. Spesso lo abbiamo visto quasi impaurito di fronte alle proteste dei calciatori ed è un problema molto grave perché lascia trasparire debolezza, ciò che un arbitro non può e non deve mai lasciar intuire. Il miglior arbitro è quello che viene accettato anche nel momento in cui sbaglia. Chiffi, ad oggi, non viene rispettato nemmeno nel momento in cui assume una decisione indiscutibile. E’ il concetto di “accettazione”, fondamentale per un arbitro e che, per ora, a Chiffi manca del tutto.
Si può fare ma non sarà facile.

fonte lucamarelli.it

By marcodalmen
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