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L'albero della vita by Ombra

Tree Of Life - Foto e Immagini Stock - iStockLimitiamoci al 2022. Boga: 3 gennaio 1997. Ederson: 7 luglio 1999. Merih: 5 marzo 1998. Ademola: 20 ottobre 1997. Soppy: 21 febbraio 2002. Rasmus: 4 febbraio 2003. La direzione tracciata dalla società, a pochissimi giorni dalla fine del mercato, è indicata nella maniera più limpida possibile. Profili dal potenziale esponenziale, chiamati a crescere, svilupparsi, confermare nel lungo o lunghissimo periodi quel che di buono ha già acceso le fantasticherie degli atalantini. Delle famose vie citate dal Gasp a inizio estate, il diktat è scritto a caratteri cubitali: ringiovanire, rinnovare. Linfa verde per il virgulto Atalanta. Semi da far germogliare in uno dei terreni più fertili che il panorama calcistico italiano ed europeo può offrire. Magari il contadino chiamato a rassodare il terreno, fedele ai metodi tradizionali di buoi e aratro, ci metterà un attimo ad adeguarsi alle ultime tecniche di irrigazione e a colture sempre più diversificate. Ma se l’agricoltore si chiama Gian Piero Gasperini, stiamo pur certi. Il lupo perde il pelo, ma non perderà il vizio.
L’inizio di campionato, sulla scia del girone di ritorno scorso e della campagna di Europa League, ha confermato una Dea diversa da quella cui il mister di Grugliasco ci aveva deliziato nei suoi primi anni di regno. Meno asfissiante, meno arrembante e iperaggressiva, meno scriteriata e scellerata. Più guardinga e prudente, più consapevole e matura, più controllata e riflessiva. Pro e contro sono sotto gli occhi di tutti. Può essere un’Atalanta meno eccitante e attraente, ma ciò non significa meno forte. Almeno nell’immediato. La carta d’identità del nucleo storico, tuttavia, inizia ad accumulare primavere su primavere. E se la mente può non necessariamente perdere colpi man mano che si aggiungono candeline sulla torta, gambe e polmoni presentano inevitabilmente il conto.
Sarà bieco aziendalismo? Sarà un’illusione inconcepibile, sobillata da una realtà sociale e personale troppo brutta per guardare il lato negativo anche di questa amena medaglia? Sarà questo e altro, ma le fiches scommesse da Pagliuca, Percassi, D’Amico e Congerton sono nelle mani del mazziere più controverso della Serie A. Il messaggio potrebbe suonare così: “Caro Gian Piero, tutti sappiamo quanto sei geniale e visionario. Senti, siamo arrivati da poco e, prima di fare passi più lunghi delle gambe, vogliamo piazzare un minimo di radici. In soldoni: Gomez e Ilicic sono insostituibili per il nostro pur cospicuo conto in banca. Insostituibili, nell’immediato. Per tornare a quei livelli in futuro, serve un minimo di tempo per recuperare quella forza e quell’appeal. Nessuno dice di trovare esattamente quei due lì, ma magari, in altri ruoli e zone di campo, qualcuno che possa ambire a quel risultato. Per quest’anno va così: contiamo su di te, sulla capacità di massimizzare gli stimoli residui dei “vecchi” e tornare in Europa. Inizia a capire come lavorare la materia prima appena arrivata tra le tue mani, quale ramo stralciare e quale frutto cogliere nel pieno della maturazione.”
Il tronco mostra sempre più anelli. Affinché sia quello di un sempreverde e non quello di una canna scossa dal vento, le radici devono stabilizzarsi. Pazienza, tanta pazienza. E torneremo a illuderci come nelle notti di San Siro o di Lisbona. Sarà aziendalismo, saranno illusioni. Ma lasciateci credere che le future fronde saranno di nuovo le più invidiate d’Italia.

 

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By staff
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