L'allenatore ultra: Gianluca Savoldi parla di Andrea Masiello
Dal profilo Facebook di Gianluca Savoldi
L’ALLENATORE ULTRÀ
(dell’Atalanta)
Quando a un calciatore professionista arriva una chiamata da un altro club, una proposta concreta sulla base di un preventivo accordo con il club a cui sta prestando la propria attività, vuol dire che è arrivato il suo momento.
Puntare i piedi per restare è controproducente, anche quando ci si era immaginati la partita d’addio con quella maglia e in quello stadio, e magari anche un futuro nel club in un’altra veste.
È controproducente perché da quel momento l’immagine del calciatore cambia completamente, l'allenatore ti vede come il guastafeste che non ha consentito l’arrivo di un giocatore desiderato e cambia l’umore anche da parte della dirigenza alla quale si è creato un problema. Da “uomo spogliatoio” a emarginato. C’è anche il rischio di essere soggetti a qualche ripicca.
Chi non si è mai trovato in certe situazioni vede solo la parte visibile, superficiale della questione, ma fatica a comprendere le dinamiche delle scelte, ad andare in profondità.
L’attestato di stima di chi ti cerca, ti vuole in tutti modi in quel momento, è il mezzo migliore per superare una scelta ricaduta su di te che ti fa crollare il mondo addosso.
Ci si sente di nuovo importanti, c’è la prospettiva di vedere nuovamente il rettangolo verde, è il momento migliore per fare qualche richiesta economica. Fa parte del gioco. Ed è un gioco bellissimo che vale assolutamente la sofferenza di alcuni momenti, di alcune scelte.
La partenza di Andrea mi ha intristito molto. Anche io come tanti mi ero immaginato un finale diverso. Ma capisco. Capisco anche la società ma ho un po’ paura. Ho paura perché queste scelte che avranno sicuramente un senso dal punto di vista tecnico mettono fortemente a rischio quel “segreto” che stava nel gruppo e nel legame del gruppo con la città. Mancherà un esempio, una figura che aiuti i più giovani a crescere; mancherà il rappresentate nelle iniziative benefiche, come quando in Pediatria dai bambini ricoverati si presentava da solo, senza compagni al seguito e senza fare selfie da pubblicare sul profilo instagram.
Ci sarà bisogno che qualcuno prenda in mano quel filo, quel filo immaginario che è il contatto con il pianeta terra, il contatto con la città, la gente. Noi bergamaschi abbiamo bisogno di figure "pane e salame” e in questo senso perdiamo un grande riferimento.
Ci sarà bisogno che il Papu faccia il capitano sempre, anche quando c’è da mettere la faccia e non solo la fascia.
È un vuoto, quello che lascia Andrea, e va ben oltre il campo.
È arrivato il tuo momento Andrea e non mi resta che ringraziarti di cuore e augurarti buona fortuna.
Anche in questa scelta hai dimostrato il tuo grande rispetto per la nostra maglia; forse è grazie questa separazione che teniamo viva la possibilità di averti ancora un domani. Altrimenti forse si sarebbe rovinato tutto.
Domenica prossima ci sarà Atalanta vs Genoa, le lacrime saranno parecchie.
"Se quanto hai già trovato è fatto di materia pura, non potrà mai marcire. E tu, un giorno potrai tornare. Se è stato soltanto un attimo di luce, come l'esplosione di una stella, allora non troverai più nulla quando ritornerai, ma avrai visto un'esplosione di luce. E anche solo per questo ne sarà valsa la pena."
[nella foto: mio figlio Giorgio e la sua maglia dell’Atalanta]
Gianluca Savoldi