13/12/2019 | 09.09
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L’Atalanta diventa un caso internazionale.

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La «dea sbandata» (neologismo di Buffon in vista del sorteggio), che aspetta agli ottavi tre italiane dopo 8 anni. E la sbandata per la Dea «che ha vinto per tutto il calcio italiano», come ha sottolineato Gasperini. La Juve sente il pericoloso tintinnio delle 13 Champions del Real. L’Atalanta ha conquistato l’Europa e adesso può continuare a esportare il suo calcio coraggioso e difficile da interpretare. «Perché affrontare l’Atalanta è come andare dal dentista — la massima di Guardiola, che ora più che mai torna d’attualità — ne puoi uscire bene, ma dolorante».

La squadra di Gasperini rischia il faccia a faccia con Barça, Liverpool, Psg o Bayern. Valencia e Lipsia, le opzioni più gradite. Quella di Sarri, oltre al Tottenham di Mourinho, al Borussia Dortmund, Lione o Chelsea, potrebbe ritrovare subito il Real Madrid: «Sarebbe troppo presto, firmo adesso per sfidarlo in finale» sorride Ronaldo, che mercoledì sera a Leverkusen ha confermato di essere tornato su buoni livelli di forma. E di essere capace di dare la scossa a tutta la squadra, assieme a Higuain e Dybala: «Col tridente ci divertiamo, ma decide l’allenatore...».

Entusiasmo è la parola chiave: perché è quello che ha trascinato l’Atalanta oltre i propri sogni più belli ed è quello che ricerca con più continuità la Juve, per non parlare del nuovo Napoli di Gattuso. Non a caso, Gigi Buffon, tornato a giocare in Champions, guarda con ammirazione la scintilla che Gasperini custodisce: «L’Atalanta è uno spot molto bello per l’Italia. Ed è un esempio da seguire, perché trasmette esuberanza, fisicità e coraggio. Ora le avversarie faranno a gara per dire “speriamo di beccare l’Atalanta”. Ma non sanno a cosa vanno incontro».

La Juve lo può spiegare abbastanza bene, perché a gennaio fu arrotata nei quarti di Coppa Italia e anche venti giorni fa ha rischiato grosso: identità, sul campo ma anche al di fuori, è l’altro concetto fondante della favola della squadra che ha come presidente un ex giocatore. E Antonio Percassi nell’Atalanta dei primissimi anni 70 faceva coppia difensiva con un certo Gaetano Scirea: a testimonianza che le radici atalantine sono molto profonde e hanno germogliato ovunque.

Lo faranno anche a fine inverno? Molto dipende dal sorteggio, banalmente. Ma si diceva così anche dell’Ajax un anno fa, che poi fece fuori Real e Juve: Gasperini non ha De Ligt né De Jong, ma il suo gioco con le marcature a tutto campo, aggressivo e propositivo, non è facile da decodificare per nessuno. «Il miglior complimento che posso fare all’Atalanta — dice Maurizio Sarri — è che avendo visto le ultime partite, loro e dello Shakhtar, sapevo che potevano passare il turno. Noi possiamo incontrare un avversario pericolosissimo come il Real: evitarlo credo sia il pensiero comune. Mourinho col suo Tottenham? Mi farebbe piacere rivederlo».

Guarda caso, un altro capace di accendere quella scintilla che Sarri sta ancora cercando: «Se ci convinciamo che per arrivare lassù c’è da mettere non solo tutta la qualità, ma anche la voglia di soffrire, di rincorrere e di stare uniti quando c’è da fare fatica, nessun obiettivo ci è precluso — riflette Buffon —. Ronaldo è l’esempio, con la sua energia anche mercoledì ha motivato tutta la squadra».

Il campione attorno al quale costruire una nuova identità di squadra. E il gruppo che rende tutti più forti. In attesa di capire come procede la rivoluzione del Napoli, l’Italia che si presenta lunedì a Nyon per il sorteggio non sarà gradita a nessuno. Come una visita dal dentista.

fonte corriere.it

By marcodalmen
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