26/02/2022 | 19.20
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L’Atalanta ed il bandolo ritrovato - by ReMo



Debbo onestamente riconoscere che, nonostante le ruberie compiute dalla Doveri & C. Nel corso della nostra ultima sconfitta, il malessere ossessivo si è perversamente impadronito di me e credo di buona parte di coloro che mi stanno leggendo.

Alle persecutorie sconcezze arbitrali che quest’ultimo anno abbiamo subito ben oltre il limite di accettabilità, si sono associate perdite di attaccanti che mortificano il nostro normale assetto, per non parlare delle squalifiche di difensori che l’innominabile ha voluto preordinare.

La scena di depressione di Gian Piero ed il suo abbandono del campo tra il vergognoso guaire di abietti, mi ha dato la sensazione di impossibilità di un efficiente ritorno sul campo. Plurimi motivi per temere una trasferta al Pireo, su di un campo descritto assai ostico, contro una squadra determinata a dilaniarci e con un assetto scompaginato nella composizione e nel morale.

Quello che è mancato, a me ed a chi ha condiviso la mia sensazione, è stata, ancora una volta, la reale conoscenza delle capacità del Gasp, che malgrado il regime terroristico dei direttori di gara ed il viatico di sofferenza attraverso il campo viola, si è prodotto in un ulteriore miracolo.

La facilità apparente della nostra vittoria consegue ad una forza d’animo del Gasp, che malgrado tutti gli eventi contrari, non perde la fiducia e la convinzione che è in grado di trasmettere.

La carenza di pedine importantissime per le nostre logiche, è passata in predicato e la coesione determinata di chi è sceso in campo, ha dato la giusta espressività al nostro gioco.

Si è ricucita una serie i strappi, morali ed immorali, che ha vilipeso tutti i nostri e che, chiedo con sospetto, se possiamo illuderci di aver definitivamente superato.

Abbiamo dimostrato, una volta di più, quale sia la professionalità del gruppo e come si sappiano superare scogli sportivi che descrivevano minacciosi. Sappiamo giostrare i ragazzi all’incredibile, variando i ruoli usuali e programmando attacchi della difesa, che vanno tranquillamente a segno.

Restiamo impreparati solo ad agenti che in modo velleitario, vengono a sabotare, nei modi osceni quanto efficienti, le nostre migliori prestazioni. Ieri, con un arbitro spagnolo eccellente, abbiamo tranquillamente giocato, rimuovendo le infami zavorre che, in Italia, non ci vengono risparmiate.

Serve continuare a battere sul chiodo dell’equanimità per poterci giocare, con serenità le possibili chances che, le battute a vuoto di diverse grandi sembrano rinverdire.

Dobbiamo augurarci che le prospettive di rinforzo della squadra, ventilate dagli americani, trovino anticipazione richiudendo le falle provocate dal comportamento arbitrale, rammentando che le loro angherie debbono essere evidenziate, perché anche questo è un punto di forza cui dedicarsi senza riserva alcuna.

L’ammirevole sostegno dei seicento tifosi approdati in Grecia, che ha fatto da coro e cornice alle interviste dei nostri, ha espresso la grandezza del sistema Atalanta, quello che sa essere grande, in giro per l’Europa, ma viene schiavizzato da un giro di mafiosi. Rammentiamo che dove qualcuno è stato disonesto, condannato ed allontanato, non è pensabile che si possano far subentrare persone della loro stessa famiglia, perché questa non è rimozione ma prospettiva di continuità.

Muovendoci, pur con la cautela che possa evitare penalizzazioni, dobbiamo saper coniugare il buon diritto con la determinazione di ottenere la giusta applicazione delle regole, quantomeno per l’immediato futuro, nella fiducia che, per il passato, i nodi, alla fine, sapranno venire al pettine.

Animo ragazzi, che il sorprendente imprevedibile sta per arrivare…

Forza Atalanta, in campo, sugli spalti e nei nostri cuori

 

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