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"L'Atalanta puo' farcela”. Di Gennaro, campione d’ltalia con il Verona; “Che bello sarebbe”

Riportiamo un articolo comparso ieri su Il Foglio ad opera di Pietro Zara. Ringraziamo il ns. lettore "Magnocavallo vive a Lovere"

"L'Atalanta puo' farcela”. Di Gennaro, campione d’ltalia con il Verona; “Che bello sarebbe”

Può succedere. E' gia' successo. Era un altro calcio, era un’altra vita. Ma è sempre nel passato che cerchiamo tracce di futuro. “Mamma mia che bello se vincesse l’Atalanta”. Antonio Di Gennaro, 62 anni portati con giovanile baldanza, oggi apprezzato opinionista Rai, ieri regista di fosforo negli anni Ottanta, 15 presenze e 4 gol in Nazionale e la medaglia al valore dello scudetto vinto con I'Hellas Verona, stagione di grazia 1984-85.

Quando si parla di scudetti fuori catalogo e si ripercorre la mappa sentimentale del nostro calcio, la bussola si ferma sempre al Verona: Giulietta non era ancora ’na zoccola, la città crocevia dell'eroina era chiamata la “Bangkok d’ltalia", il sindaco Dc Gabriele Sboarina si opponeva a un progetto giapponese per una tensostruttura gonfiabile per l’Arena, l’attore Veronese “Bepe Comedia" tomava dall’India con un’idea confusa di rivoluzione, un biglietto nei Distinti al Bentegodi costava 12.000 lire, il socialista Bagnoli - che Brera chiamava Schopenhauer come il filosofo pessimista - andava ad allenare in autobus, Cenerentolo Elkjaer segnava senza scarpa alia Juve e Garellik si tuffava verso altri abissi e parava senza mani, beato lui. “Noi eravamo provinciali - spicga il Dige - vincemmo in una stagione irripetibile, ma durammo poco".

“Altra cosa è questa Atalanta - continua Di Gennaro - La solidità economica del club è di spessore europeo, il cammino della scorsa stagione in Champions League I’ha ampiamente dimostrato. Credo davvero che quest’anno abbia le carte in regola per vincere lo scudetto".
Dige fa l'elenco dei “perchè si”: “La qualità altissima dell’organico, le tante alternative, un maestro come Gasperini, un’idea di calcio forte, coraggiosa, innovativa: nessuno oggi in Italia gioca come I’Atalanta. Non si limitano a correre come forsennati dall’inizio alia fine, ma sono maturati nella gestione della partita. E quando non vincono con la forza del collettivo, allora emergono i singoli”. C’è un giocatore che piu di altri solletica la fantasia di Di Gennaro. E’ un argentino di piede dolce, alto come un barattolo di Coca Cola. Ogni suo gesto ribadisce che il segreto del successo - nel calcio, nella vita - è l’anomalia, il presunto difetto che si fa piedistallo dell'unicum “Il Papu Gomez è da Pallone d’Oro. Io amo la diversità nel calcio, mi innamoro di chi la porta in dote. Chi ha visto giocare l'immenso Di Stefano dice che era ovunque, un momento prima in difesa e un momento dopo in attacco: non voglio essere blasfemo e non è onesto fare paragoni cosl lontani nel tempo, ma il Papu ha dawero queste qualità. Può giocare tre-quartista, in appoggio alla prima punta, mezzala e ora persino play basso, come l’ha impostato Gasperini. Se vai a riguardarti il gol del 2-1 al Cagliari, dopo un’azione che si sviluppa con quindici passaggi consecutivi, la cosa straordinaria il Papu la fa prima del tiro che finirà in rete: è il controllo del pallone, un tocco solo che sposta di netto la prospettiva e gli consente di calciare.

Mino Favini, uno dei più grandi talent scout italiani, scomparso pochi anni fa dopo una vita all’Atalanta, diceva: un giocatore si riconosce da come stoppa il pallone. E’ come se Gomez avesse avuto già in testa l’inizio e la fine di quell’azione: questi sono i fuoriclasse, questi i campioni che dimostrano che nel calcio non conta solo la fisicità, ma la scintilla che sai accendere. II Papu è il Messi dell’Atalanta”. . ,

"Gasperini è speciale, oltre a dare un gioco alla squadra sa tirare fuori il meglio da ognuno dei suoi. Da Freuler a De Roon, da Hateboer a Gosens, chi li conosceva prima che arrivassero allì Atalanta? Ora danno l’idea di essere gli uomini giusti al posto giusto. Io mi rivedo un po’ in Pasalic, per le geometrie, le verticalizzazioni, il buon feeling col gol: anche lui sembrava finito, come lo ero io all’epoca”.
Il calcio è questa cosa qua, ricuce le ferite, certe volte ripara la vita, sempre ne accompagna l’ondeggiare. “Penso a Ilicic - continua Di Gennaro - al buio dove è scivolato e alia luce che sta tornando a vedere. Ilicic ci dice che siamo fragili eppure capaci di cose straordinarie. Me lo ricordo talentuoso ma indolente a Firenze e a Palermo. A Bergamo è migliorato, è diventato uno che fa la differenza. Vedrai che appena tornerà sarà decisivo nellla corsa scudetto". Scudetto, allora deciso? “L’Atalanta deve provarci, perchd può vincere. Se la vedrà con la Juve e con l’lnter, ma può essere davvero l’anno buono, anche perchè è un campionato strano, sotto lo schiaffo del Covid-19. La Juventus con Pirlo sta cercando una nuova identità, l'inter ha tantissime alternative ma ancora qualche pecca, il Napoli è migliorato ma sta un po’ indietro. Credo che paradossalmente l'unico problema per l'Atalanta potrebbe essere il cammino in Champions. Reggere ad alto livello entrambe le competizioni è complicato. Eppure: mamma mia che bello, se lo scudetto lo vincesse l'Atalanta”.
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