L'è mei l'Atalanta
Le ragioni che mi hanno indotto a seguire la telecronaca della partita della nostra nazionale, contro gli arancioni olandesi, sono, principalmentre tre: vedere il comportamento del nostro Hate, ascoltare i commenti, in riferimento alla pandemia bergamasca ed il piacere di vedere il nostro stadio, piccola bomboniera di grande appeal, come la nostra Bergamo.
Hate non è parso lo stesso locomotore visto con noi, ma mi ripaga il pensiero di poterlo vedere fare di meglio in veste atalantina, magari già da Napoli. I commenti , almeno questa volta, non sono usciti da una misurata enfasi, anche se, per la verità, sono inciampati nella definizione dello stadio, chiamato in diverse maniere e financo quale Atleti Azzurri d’Italia, ma mai con l’esatta definizione di Gewiss Stadium, forse perché timorosi di fare gratuita propaganda. ad un marchio commerciale non assoggettato alla tariffa pubblicitaria.
Splendida la visione del nostro tempio, anche se molto più affascinante quando lo spettacolo vede fluire le geometrie nerazzurre. Che si debba supportare la propria squadra nazionale, pare sia doveroso ed anch’io, senza grandi slanci, per la verità, l’ho fatto. Anche se vedere in campo taluni dei nostri rappresentanti solleva reazioni tutt’altro che positive. Troppi cascatori e diversi arroganti, che, dimentichi degli oneri della fascia di capitano, bastonano, urlano e pretendono il rovesciamento del fallo, a livello arbitrale. Quale differenza di rispetto, di sportività e di sana creatività hanno i nostri ragazzi, rispetto a chi, vestendo la casacca nazionale, dovrebbe assolutamente sovrastarli! In queste fasi ho compreso l’avversione sistematica di taluni detrattori, che, per colpa di costoro, già a livello di simpatia, rinnegano ogni supporto al colore azzurro.
Se passiamo a giudicare la qualità dello spettacolo, debbo dire con franchezza che, da tempo, le uniche partite di calcio che mi entusiasmano sono quelle giocate dalla nostra squadra. Da atalantino inveterato, non mi sento di parte nell’affermarlo, dato che è ormai un consolidato dato di fatto, il superlativo livello di gioco costruito dalle geometrie atalantine. Un gioco costituito da semplicità apparente, con flusso elegante e potente, che recita a memoria moduli sopraffini, nel piacere e nella soddisfazione, in primis, da parte dei giocatori stessi e poi per l’entusiasmo del suo popolo. Andare all’Atalanta è un rito temporaneamente sospeso, ma la magia continua su teleschermi invasi da giocate che sono un autentico inno alla vita.
Una vera bellezza, una carica di emotività e di gioia, ben lontana dalle consuetudini inferiori che si articolano stancamente su altri campi. Un rimedio all’uggiosità quotidiana, una ricarica di sano entusiasmo e di gioia di vivere : un motivo in più di speranza e di ritrovata fiducia, una fondata, giusta ragione per sorridere. Concetti che si concretizzano in quella splendida creazione che chiamiamo, tout court, Atalanta.
La piccola, splendida Atalanta, ormai diventata grande.
L’è mei l’Atalanta by ReMo
By sigo