15/05/2023 | 13.31
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Lettera al sito (di un... ateo del pallone)

Buonasera, scusate il disturbo. Dopo i recenti avvenimenti capitati dopo la partita con la Juve ho voluto scrivere questo testo per la mia fidanzata, che è una grandissima tifosa e che tiene alla squadra più di ogni altra cosa. Vorrei condividerlo con voi rimanendo anonimo nella speranza che possa esservi utile, altrimenti pazienza. Intanto vi ringrazio del tempo che mi avete dato e mi scuso per il disturbo.





Lettera aperta agli ultras dell’Atalanta

 

Chi vi parla è un ateo del pallone.

In vita mia ho visto la partita della Dea meno di dieci volte, tre delle quali accompagnando la persona a cui tengo di più.

È lei la vera Tifosa, la vera devota dell’Atalanta, ed è per lei che vi scrivo.

Il Gewiss Stadium, Gasperini e la squadra del Presidente Percassi sono e sono sempre stati dei simboli per la città di Bergamo e come simboli si sono sempre distinti per eleganza, rispetto e gioco.

Il calcio è una passione che riecheggia come un grido di gioia tra le cime di montagna, è una forza che dovrebbe unire e rinforzare i legami che ci rendono parte di un unico mondo.

Esultiamo per un goal tutti quanti sotto lo stesso cielo, respiriamo la stessa aria frizzante dei giocatori in attesa del calcio di inizio, ma continuiamo ugualmente a cercare e vedere nemici inesistenti in coloro che siedono nella curva opposta.

L’impulso a tifare e lo stare uniti dalla passione calcistica provocano in noi una foga indescrivibile, che non ha eguali e che rende il calcio la meraviglia che è.

Ciò che rattrista un ignorante come me è assistere agli effetti di una visione distorta di quello che è il vero spirito di ogni sport: ragazzi di 14 anni che alzano il dito medio gridando “figlio di…†al giocatore avversario che esce dal campo, genitori che bestemmiano per un umano errore dell’arbitro e grida di puro insulto verso allenatori, portieri e calciatori.

Vi sembrerà la solita ramanzina con tanto di dito di biasimo, ma non è così.

Quello che vi chiedo non è di essere migliori, perché la curva nord dell’Atalanta non deve imparare niente da nessuno.

Gli ultras della Dea sono sempre stati un modello, sempre a testa alta, contro i pregiudizi e contro ogni forma di ingiustizia, perciò, in nome del vero Calcio, siate l’esempio, il primo in tutta Italia.

Tifate, gridate a pieni polmoni quanto grande e vigorosa è la squadra di Gasperini e quanto sia parte delle vite di noi bergamaschi, ma siate i primi a tenere l’insulto fuori dalle porte del Gewiss.

Urlate, sbraitate tutti i cori che volete per distrarre gli avversari dalla rete, ma non fate come TUTTI gli altri.

La parola è ciò che ci rende umani; usatela per rispondere alle offese e alle ingiustizie, ma siate i primi a usarla con vero rispetto.

Gli attacchi ignoranti, le etnie, le solite inutili etichette lasciatele a chi il calcio non lo ha mai capito.

Porgere l’altra guancia non è mai facile, ma lottare da campioni, come abbiamo sempre fatto, come i nostri ragazzi dalla maglia nero-blu hanno sempre fatto, è ciò che ci renderà unici in mezzo alle altre tifoserie, che forse, finalmente, impareranno davvero qualcosa.

Fate che gli ultras dell’Atalanta si siedano un giorno sulle curve che renderanno di nuovo sano e magnifico tutto il calcio italiano.

 

Firmato: Ateo nero-blu

Lettera aperta agli ultras dell’Atalanta

Chi vi parla è un ateo del pallone.
In vita mia ho visto la partita della Dea meno di dieci volte, tre delle quali accompagnando la persona a cui tengo di più.
È lei la vera Tifosa, la vera devota dell’Atalanta, ed è per lei che vi scrivo.
Il Gewiss Stadium, Gasperini e la squadra del Presidente Percassi sono e sono sempre stati dei simboli per la città di Bergamo e come simboli si sono sempre distinti per eleganza, rispetto e gioco.
Il calcio è una passione che riecheggia come un grido di gioia tra le cime di montagna, è una forza che dovrebbe unire e rinforzare i legami che ci rendono parte di un unico mondo.
Esultiamo per un goal tutti quanti sotto lo stesso cielo, respiriamo la stessa aria frizzante dei giocatori in attesa del calcio di inizio, ma continuiamo ugualmente a cercare e vedere nemici inesistenti in coloro che siedono nella curva opposta.
L’impulso a tifare e lo stare uniti dalla passione calcistica provocano in noi una foga indescrivibile, che non ha eguali e che rende il calcio la meraviglia che è.
Ciò che rattrista un ignorante come me è assistere agli effetti di una visione distorta di quello che è il vero spirito di ogni sport: ragazzi di 14 anni che alzano il dito medio gridando “figlio di…†al giocatore avversario che esce dal campo, genitori che bestemmiano per un umano errore dell’arbitro e grida di puro insulto verso allenatori, portieri e calciatori.
Vi sembrerà la solita ramanzina con tanto di dito di biasimo, ma non è così.
Quello che vi chiedo non è di essere migliori, perché la curva nord dell’Atalanta non deve imparare niente da nessuno.
Gli ultras della Dea sono sempre stati un modello, sempre a testa alta, contro i pregiudizi e contro ogni forma di ingiustizia, perciò, in nome del vero Calcio, siate l’esempio, il primo in tutta Italia.
Tifate, gridate a pieni polmoni quanto grande e vigorosa è la squadra di Gasperini e quanto sia parte delle vite di noi bergamaschi, ma siate i primi a tenere l’insulto fuori dalle porte del Gewiss.
Urlate, sbraitate tutti i cori che volete per distrarre gli avversari dalla rete, ma non fate come TUTTI gli altri.
La parola è ciò che ci rende umani; usatela per rispondere alle offese e alle ingiustizie, ma siate i primi a usarla con vero rispetto.
Gli attacchi ignoranti, le etnie, le solite inutili etichette lasciatele a chi il calcio non lo ha mai capito.
Porgere l’altra guancia non è mai facile, ma lottare da campioni, come abbiamo sempre fatto, come i nostri ragazzi dalla maglia nero-blu hanno sempre fatto, è ciò che ci renderà unici in mezzo alle altre tifoserie, che forse, finalmente, impareranno davvero qualcosa.
Fate che gli ultras dell’Atalanta si siedano un giorno sulle curve che renderanno di nuovo sano e magnifico tutto il calcio italiano.

Firmato: Ateo nero-blu

By staff
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