01/06/2024 | 12.30
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Lettera al sito: "Dategli il pallone d'oro!"

DATEGLI IL PALLONE D'ORO! Che ci faccio qui? Mi trovo al museo di storia naturale di Cleveland nelle poche ore libere che precedono il ritorno in Italia ma la domanda che mi pongo è: "come ci sono finito qui?"
Dopo una settimana di lavoro e poche ore di sonno qualcosa mi ha portato qui davanti a questo imponente Brontosauro e non riesco a staccarmici.

Ad un tratto mi accorgo anche che indosso una felpa della Dea finita quasi casualmente in valigia, forse però per un segno del destino.
Cucito al petto il simbolo della nostra Atalanta, li dove deve stare... all'altezza del cuore.
Quel cuore che milioni di anni fa batteva anche all'interno di Happy questo enorme, imponente, quasi spaventoso dinosauro.
Guarda caso si chiama Happy ed è così che mi sento, felice, spaventato, spaesato, ma felice, sentimento che mi trascina ormai da giorni da quel 22 maggio alle ore 23.00.

Guardo questo scheletro perfetto che ha resistito milioni e milioni di anni ed ora svetta qui quasi a ricordare quanto le cose cambino nel tempo ma quanto il suo scheletro sia resistito negli anni e continuerà a resistere per l'eternità.

Lo scheletro già, quello che ha sostenuto il suo corpo, lo scheletro già quello della magica Dea campione d'Europa 2024, lo scheletro del gruppo del Gasp, Djimsiti, De Roon, Toloi, Pasalic, Hateboer, Rossi quello che da anni rimane forte, stabile, imponente, indispensabile.

Ma io continuo a pensare cosa ci faccio qui e ad un tratto, mentre questi pensieri mi circondano lo capisco.
Ieri notte infatti alla 1 e mezza, svegliato di soprassalto dopo due ore di sonno, mi son messo a guardare per la duecentesima volta in 9 giorni i video della nostra cavalcata e mi son venuti i brividi all'intervista di Ederson e alle sue parole: "Siamo diventati immortali!".

Immortale già come questo Brontosauro, che da milioni di anni è su questa terra e che ancora lo sarà per sempre all'infinito, dopotutto non c'è nulla di più grande dell'immortalità.

Mi piace pensare che è il destino ad avermi portato qui con il collo all'insù, davanti a sua maestà.

Immortali come quelle sensazioni, che la sera del 22 maggio mi hanno fatto "parare" la casa di bandiere e sciarpe, al fianco di mia moglie con le gambe sotto una bandiera a farci da coperta e pronto a gridare e piangere ogni volta che la mia gattina compariva alla finestra perché Lookman avrebbe segnato.
Dopotutto è sempre così quando lei si mette su di me o compare durante le partite Lookman la mette... Sempre... Sempre...

Mi piace pensare alle parole di Ederson, all'improvviso sento l'esigenza al mio ritorno di andare a trovare nonno Sandrí al cimitero de Carvic, lui che mi portava sui verdi seggiolini della Giulio Cesare a 9 anni e lui che poi mi lasciò il posto quando volo' in cielo.

Quel cielo dove ora starà guardando il sorriso del Gasp, quel cielo d'Irlanda colorato di nero azzurro, quel cielo dove forse tra milioni di anni si giocheranno partite di calcio spaziali e dove il nostro bomber Skam90H segnerà con il terzo braccio che nel frattempo sarà spuntato all'umanità.
Dopotutto tra milioni di anni il calcio sarà cambiato, si correrà con le braccia, si segnerà con le mani ma quando alzeremo la coppa interspaziale le pagine di storia ricorderanno quel 22 maggio 2024, ricorderanno gli immortali, ricorderanno l'Atalanta campione d'Europa di Percassi, dello Zio Stephen e del Gasp.

Ma ora è ora di tornare è ora di rientrare in Italia, questa sera la mia gente mi aspetta per abbracciarci per festeggiare ancora e ancora e per vivere sensazioni che non si dimenticheranno nemmeno tra milioni di anni...

Però adesso date il Pallone d'Oro a Djimsiti!

 

(Lettera firmata)

 



 

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