16/04/2020 | 19.45
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Lettera al sito: Non disperdiamo mai i nostri ricordi!

Se è vero che la storia di Bergamo e le sue origini si perdono nella notte dei tempi, è pur sempre vero che i libri a nostra disposizione ci possono raccontare tutto dagli Etruschi a giorni nostri. Purtroppo quello che è arduo è tramandare di generazione in generazione sono le “emozioni” di un qualcosa vissuto nei tempi passati. Un esempio concreto è stato realizzato da Olmi con il suo capolavoro cinematografico “L’albero degli Zoccoli”. Immaginate agli inizi del secolo scorso quando la “Dea” era ancora una “bambina”, già consolidava la sua presenza nelle prime edizioni del Campionato di Calcio italiano. I custodi di questi ricordi sono i nostri anziani che allora bambini raccoglievano e riportavano da buoni “nonni” i loro racconti ai nipoti con la speranza che le loro storie non venissero mai dimenticate. Io personalmente sono un nonno, sebbene ancora giovane, mi piace ascoltare dalla voce del mio papà ora novantunenne i momenti più magici della “Dea giovane”. Mio padre è stato sempre fedele alla Dea fin da bambino, quando mio nonno lo portava con sé a vedere l’Atalanta. Tra questi ricordi ne spicca uno in particolare, lui la definisce una giornata tra le più belle della sua vita: il 20 dicembre 1942, che fece per un po’ dimenticare l’angoscia della guerra. Quel giorno la Dea si opponeva al “Grande Torino”, sì proprio quello che annoverava i compianti campioni del calcio mondiale: Bacigalupo, Ballarin, Maroso; Grezar, Rigamonti, Castigliano, Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola. Mi racconta e mi continua a raccontare questa mitica giornata dove i “nostri” resistettero per quasi 90 minuti agli assedi del Toro e a poche secondi dal termine della partita un rapido contropiede dei bergamaschi punì severamente i “campioni” offrendo alla “Dea” una vittoria storica. Immaginate Bergamo in quel giorno, nessuno parlava d’altro se non dell’eroica impresa proprio come abbiamo recente replicato noi “giovani” con la vittoria sugli spagnoli consegnandoci alla storia. Forse il miracolo dei giorni nostri ha avuto le sue origini quasi ottantanni fa.


Oriundorobico

By staff
11 commenti
Mapi-BA
17 Aprile 2020 | 12.47

Leggendo questo commovente ricordo di un'Atalanta di 80 anni fa, immersa nelle tragiche vicende della seconda guerra mondiale, mi viene subito in mente l'analogia con quello che stiamo vivendo in questi giorni. Una squadra che non è solo una squadra di calcio ma è la portavoce di una città e della sua storia. È incredibile come l'Atalanta sia calata dentro al drammatico momento che Bergamo sta attraversando. Sia come partecipazione al dolore per quanti se ne sono andati, sia come gesti di grande solidarietà. Penso alla raccolta fondi, penso a quanti hanno donato i rimborsi per la mancata trasferta a Valencia,  alla partecipazione della Curva Nord alla costruzione dell'ospedale da campo accanto agli alpini.  Ma penso anche a quanti dall'estero hanno usato la nostra  squadra come tramite per far arrivare espressioni di solidarietà  o addirittura aiuti economici, come è stato per la sorprendente raccolta degli amici austriaci. 
Tutte queste cose le racconteremo ai nostri figli e ai nostri nipoti, così come il papà di Oriundorobico ha raccontato al figlio di quell'episodio del 1942. Il ricordo di questi giorni non potrà mai andare disperso.

95Frank

In risposta a: Mapi-BA

17 Aprile 2020 | 14.10

Mapi-BA   

SOTAONOTER
17 Aprile 2020 | 08.05

Anche a me i vecchi,hanno raccontato che l'ATALANTA  era la bestia nera del GRANDE TORINO che quando veniva a Bergamo trovava una squadra piu' tenace di loro.Partiva da lontano la rivalita' degli anni settanta, che poi sfocio' in quella famosa domenica degli scontri tra tifosi.Nasceva da una forte antipatia che i granata avevano nei nostri confronti, per le scoppole che il loro squadrone rimedio' al brumana prima durante e dopo la guerra.Purtroppo i miei narratori sono morti tutti.........non so cosa darei per potergli chiedere un paragone tra il GRANDE TORINO e questa ATALANTA.

95Frank

In risposta a: SOTAONOTER

17 Aprile 2020 | 12.51

SOTAONOTER: "...... non so cosa darei per potergli chiedere un paragone tra il GRANDE TORINO e questa ATALANTA"


 


Io avevo 10 anni al tempo di Superga, ma un po' di quel GRANDE TORINO lo ricordo, a partire dalla formazione tipo (Bacigalupo, Ballarin, Maroso, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola).


Ma ricordo soprattutto quello che mi raccontava mio nonno, grande appassionato di calcio.


 


Mi ero posto anch'io la tua stessa domanda.


 


Ho letto recentemente su un giornale inglese che l'Atalanta di oggi e' molto vicina (come mentalita' e gioco) proprio al GRANDE TORINO.


D'altra parte, secondo alcuni libri che parlano di Total Football, il Torino di quell'epoca (immediato dopoguerra) e il River Plate (detto "la machina") erano considerate le due squadre capaci di sviluppare il gioco piu' bello del mondo.


 


Qualche anno piu' tardi (e con un gioco apparentemente molto simile) emerse la Honved di Puskas, prima di arrivare al Santos di Pele' e all'Ajax di Crujiff.


Naturalmente, nel caso dell'Ajax si trattava di un "ritorno" perche' si era gia' distinta nel 1915 e negli anni successivi.


 


L'Atalanta di oggi sembrerebbe proprio su quella strada.

Oriundorobico

In risposta a: 95Frank

17 Aprile 2020 | 15.02

Grazie Frank per questi nobili affiancamenti, leggere quei nomi che hanno inizializzato la storia del calcio vicini alla nostra Dea mi commuove e mi inorgoglisce sempre di più! Ne abbiamo di storie da raccontare ai "nostri giovani".

ReMo
16 Aprile 2020 | 21.36

L'essenza dei ricordi viene da esperienze, tramandate o dirette, che, lasciate a decantare nel tempo, acquistano il sapore sfumato dell'emozione trascorsa , lieve al punto di migliorarne la sostanza, al momento della rivisitazione. Personalmente ricordo una partita di circa sessant'anni fa, giocata contro la Fiorentina, in quel momento in vetta alla classifica, che venne incredibilmente giocata con il pubblico ai margini del campo, dopo che era stata effettuata una pacifica invasione, non rientrata ed accolta dal giudice di gara La partita finì in pareggio, a reti bianche, svolgendosi con il massimo della tranquillità e senza incidente alcuno. Ricordo, in quegli stessi anni, una partita in cui il portiere Cometti dovette uscire per uno scontro con un avversario, venendo sostituito con un attaccante, Chicco Nova, dato che allora non era disponibile il secondo portiere. Ho nominato due giocatori che non sono più tra noi, ma quanti altri sono volati via, lasciando ricordi che non si vogliono abbandonare. Penso spesso a quando i momenti di gloria di questi anni, si trasformeranno in ricordi e quale magia potrà scaturire dal riviverli, col pensiero o con la loro narrazione per chi non li abbia vissuti, perchè daranno vita ad una favola vera, dove l sogno si coniuga alla realtà ed il bello si trasforma in magia, di color nerazzurro.

francesco1907
16 Aprile 2020 | 20.42

Torneremo ad andare alla ...talanta!!!

Oiggaiv
16 Aprile 2020 | 20.42
DEA62FM
16 Aprile 2020 | 20.32

L'amore per l'Atalanta viene tramandata di generazioni in generazione.. io mi ricordo quando mio padre mi portava allo stadio, avevo sette anni ma già mi batteva forte il cuore quando la squadra entrava in campo, oggi ho passato il mio amore per l'Atalanta a mio figlio e a mia figlia.....ancora oggi, che non vivono più con me, non c'è giorno che in un messaggio non si parli della mitica Dea..... Non c'è niente da fare l'Atalanta è Bergamo e Bergamo è l'Atalanta 

Marco1962

In risposta a: DEA62FM

16 Aprile 2020 | 20.45

Idem ma proprio idem a te. 


E visto il tuo nick mi sa che abbiamo la stessa età.


Io però ho tre figli maschi grandicelli che vivono ancora con me e mia moglie, tutti rigorosamente atalantini dalla notte dei tempi!


Ovviamente passione tramandata da mio papà col quale facevamo chilometri a piedi per andare all`Atalanta.


Che magù scècc!!! 

DEA62FM

In risposta a: Marco1962

16 Aprile 2020 | 21.06