14/10/2021 | 19.40
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Lettera al sito: "Quando il nero, il blu e il grigio dei gradoni erano i colori della domenica"

Mi chiamo Pierpaolo, ho 48 anni, tifoso atalantino da quando a 11 anni ho messo piede nello stadio con mio padre, per vedere la mia prima partita. Dalla tribuna guardavo un po’ il campo, ma per la maggior parte del tempo ero rapito da quello che vedevo alla mia sinistra: la Curva Nord e i suoi tifosi.
Dopo 2 anni il mio primo abbonamento in mezzo a quella che ogni 15 giorni sarebbe diventata la mia tappa fissa, per quasi 30 anni.
In questi giorni, dopo essere stato testimone di quello che era 30 anni fa, dei cambiamenti e di quello che oggi è la mia passione, ho scritto quello che è il mio pensiero (personale ed ovviamente opinabile).

Il nero, il blu e il grigio dei gradoni erano i colori della domenica. Le voci, le mani e i tamburi, rompevano il silenzio del pomeriggio domenicale bergamasco, orgogliosamente tranquillo e noioso per necessità. Il caldo, la nebbia, la pioggia, la neve, il vento o il freddo: solo un contorno, degno al più di tre parole “...figa che...” e aggiungete quello che volete. Tre parole d’intesa con l’amico di sempre, oppure per salutare il socio dello stadio, quello di cui scoprivi il nome solo dopo aver vissuto vicino a lui le emozioni di qualche gol esultando assieme. Appunto... vicino, anzi... appiccicato. Dopo anni a cantare e sognare di vincere contro Golia, a desiderare uno stadio nuovo degno di una Dea, come se il fine di tutto fosse essere grandi, ora per qualcuno lo siamo, per altri manca ancora qualcosa... per me, col senno di poi, lo eravamo già.
Senza copertura, seggiolini, pitchview, hostess, loungebar e brand awareness... solo amici, colori e cantare fino a rimanere senza voce.
Certo, giocare la Champions è fantastico, sfidare i grandi d’Europa non è da tutti, ma il prezzo da pagare (oltre a quello indecente dei biglietti) è davvero andare allo stadio come se fosse una prima a teatro? “Eh ma in curva si canta e si fa il tifo come sempre”.
... No, non è vero, non come sempre. Non come una volta! Una volta era diverso! Una volta si stava tutti in piedi, attaccati uno all’altro, sotto la pioggia, al freddo... e non era un problema.
Una volta c’era l’Atalanta con i suoi tifosi, oggi c’è il business con i suoi stakeholders.
Una volta mi piaceva di più.

 

by “Pane”

 
By staff
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