Lettera al sito sul "ricordiamoci da dove veniamo"
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Caro staff,
scrivo questa lettera perchè a volte rimango veramente basito da quello che leggo/sento da parte di atalantini sulla nostra Dea, per inciso riguardo la questione del "ricordiamoci da dove veniamo".
Io so benissimo da dove vengo.
vengo dal confine con i cuginastri d'oltre Oglio, con cui c'è sempre stata "battaglia".
vengo da più di 30 anni di abbonamento rinnovato ogni volta il primo giorno di prelazione, a prescindere dalla categoria , dal mercato e da tessere varie.
vengo da un'infanzia e un'adolescenza passata a "litigare" coi compagni di scuola per spiegare loro che per noi la salvezza equivaleva allo scudetto delle loro strisciate, DATI I MEZZI A DISPOSIZIONE delle società.
Vengo da una vita passata a sentire il concetto della MAGLIA SUDATA SEMPRE.
che è giustissimo e sacrosanto. come ogni buon bergamasco sul proprio posto di lavoro.
e qui c'è un punto focale.
perchè coloro che oggi (e da qualche anno ormai) indossano la nostra maglia, non sono più giocatori che potevano aspirare al massimo alla salvezza. sono giocatori di un altro livello.
il valore della rosa è cambiato.
il valore e i mezzi della società sono cambiati.
e di conseguenza gli obiettivi sono cambiati.
Se prima potevi arrivare al massimo a 50, a 50 esultavi.
se ora puoi arrivare a 100, a 50 non esulti. ma neanche a 70.
perchè probabilmente la maglia potevi sudarla di più: in campo, in panchina, in società.
E' desolante che qualcuno ragioni ancora come se fossimo il Venezia o l'Empoli di turno che oggi lottano per la salvezza, perchè di più non possono fare, loro.
Ricordiamoci da dove veniamo, sì.
ma rendiamoci anche conto dove e chi siamo oggi, strutturalmente.
perchè anche quando il gasp ci lascerà, non cercheremo il maran di turno per sostituirlo. i tempi sono cambiati.
Le fette di salame sono fantastiche in un bel panino, non sugli occhi.
Zeus
