Lettera: Un piccolo gesto
Buongiorno a tutti.
Sono Nicholas ed è la prima volta che scrivo qui sul sito, nonostante io vi segua da sempre.
Mio padre mi ha cresciuto a pane ed Atalanta, ho comprato il mio primo abbonamento all'età di 11 anni, quando sulla panchina sedeva Gregucci (e poi molti altri), si avete capito bene, il mio primo anno allo stadio siamo retrocessi in serie B.
Tuttavia questo non mi demoralizzò, il mio vecchio mi trasmise quel senso di appartenenza e passione alla Dea che andava oltre i risultati in campo, una cosa che voi fratelli atalantini sapete bene. Oggi vorrei raccontarvi un breve aneddoto che spero vi possa strappare un piccolo sorriso.
25/11/2020 ore 16.30
Un'altra giornata lavorativa volge al termine, timbro il cartellino ed esco dalla ditta alzando gli occhi al cielo.
Anomalo, bellissimo cielo azzurro.
Percorro la solita strada verso casa con una piccola deviazione. A causa di questo lockdown, uno dei pochi modi per vedere la mia ragazza è questo purtroppo, una mezz'oretta fuori casa sua subito dopo il lavoro.
Le mando un messaggio ed aspetto di fronte al suo cancello.
Perso nei miei pensieri giro lo sguardo sulla via opposta e la vedo venirmi incontro con un fiore in mano ed una piccola lettera.
La mia mente cerca disperatamente di capire quale fosse il motivo, mi sono scordato di un anniversario? Di qualche ricorrenza particolare?
Lei, vedendomi abbastanza sorpreso e leggermente confuso, mi porse il fiore e la lettera invitandomi a leggerla.
Ve la riporto:
"Sì lo so, non è usuale regalare dei fiori ad un uomo. È un pò come se fosse dato per certo, è così e basta...
Ecco, vedilo come un piccolo "portafortuna" per la partita di stasera, perchè alla fine niente è così scontato e può sempre andare diversamente da come pensiamo... "
Un sorriso mi dipinse il viso, sapeva quanto ero preoccupato e, devo ammetterlo, molto pessimista per la partita di quella sera.
Ero preventivamente giù di morale, pensando di assistere ancora una volta al dominio dei Reds, e lei decise quindi di farmi questa piccola quanto immensa sorpresa.
Arrivai a casa e posai il fiore accanto al televisore del salotto, avvertendo dentro di me una strana sensazione.
Dopo una breve cena, io e mio padre ci sedemmo sul divano, in rigoroso silenzio.
L'inno della Champions non aiutava certo ad allentare la tensione e l'ansia di quel momento.
Guardai per l'ultima volta quel fiore rosso ed i suoi eleganti petali.
La pelle d'oca, il cuore che batteva forte.
Il fischio dell'arbitro.
Il resto è storia.
Vorrei dedicare questa breve lettera alla mia splendida ragazza ed a mio padre, il quale non ringrazierò mai abbastanza per avermi fatto Bergamasco, ma soprattutto
Atalantino. Grazie mille anche a tutti voi.
Nicholas.
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