26/12/2019 | 21.30
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L'insostenibile leggerezza dell'essere (giovani atalantini)

primavera17


No, nulla a che fare con il romanzo di Milan Kundera, la riflessione contenuta in questo articolo si riferisce alla difficoltà di trovare i rincalzi adatti ad un attacco atomico non per caso visto che si sta confermando sui livelli di produzione dello scorso campionato.ssere talentuosi nella cantera atalantina non è una storicamente una rarità, in passato però la strada era più semplice ed i nostri migliori giocatori avevano modo di mettersi in mostra già da noi, negli anni migliori A.G. (si Ante Gasperini) i nostri picchi erano quelli di una squadra che raggiungeva saltuariamente le coppe europee minori e quindi le aspettative su chi stava cominciando ad affacciarsi nel grande calcio erano inferiori a quelle attuali. Pensare ad un talento cristallino come Morfeo calato nell'attacco attuale avrebbe voluto dire mortificarne la crescita, lottare per obbiettivi alti sia in campionato che in coppa fa si che lo spazio a disposizione di chi non è nel circolo dei 16 a cui Gasperini fa spesso riferimento sia legato quasi esclusivamente ad infortuni o partite chiuse al 60' (Traoré con l'Udinese) ma neppure sempre (nel 5-0 sul Milan i primavera non erano in panca in quanto impegnati 24 ore prima nel big match con li pari età dell'Inter e non hanno potuto avere la soddisfazione di disputare qualche minuto in A).


Ma veniamo al discorso, al momento la primavera offre diversi giocatori che in tempi diversi avrebbero fatto parte in pianta stabile della prima squadra, ovviamente dei 3 tenori forse ne avremmo avuto uno solo ma l'asticella salita oltre le aspettative societarie porta a scelte difficili ma praticamente obbligate.


Appena fuori dal'età da U19 i giovani che hanno già assaggiato il terreno della A con i nostri colori sono davanti ad una scelta: restare sperando nel colpo di fortuna che spalanca la strada o cercare fortuna altrove ? La prima soluzione è stata adottata con Barrow e la discontinuità del giovane lo ha portato a "perdere" una stagione (i primi 6 mesi della precedente non li considero perché fortemente influenzati dai preliminari di EL tanto da non mandarlo alle finali della primavera riducendo la possibilità di portare a casa lo scudetto di categoria un anno prima). Il dilemma si è ripresentato con Kulusewski, in questo caso l'aver un po' snobbato le indicazioni di Gasperini quando chiamato in causa ed un agente molto deciso (come il giocatore) hanno portato ad una scelta più semplice, sempre considerando che la società ha continuato a credere in lui dandolo solo in prestito annuale. Le 1000 voci di mercato sul giocatore ci mettono davanti alla realtà che se il giocatore è pronto per i nostri livelli lo è anche per chi ha le stesse aspettative o comunque vicine (scudetto) e può offrire ingaggi superiori. Se invece il giocatore, per motivi diversi (non trova l'allenatore che crede in lui, imbrocca una annata storta della squadra a cui viene prestato o semplicemente non riesce ad avere continuità) non esplode ci raggiunge temporaneamente per il ritiro e poi comincia la sequenza dei prestiti. Pessina è un esempio relativo a questa seconda situazione, sta giocando bene nel Verona ma se fosse rimasto qui avrebbe giocato scampoli di partita simil Barrow.


Veniamo al futuro Traoré Colley e Piccoli, solo per citare quelli che hanno già esordito in prima squadra, saranno mandati a giocare nel Parma di turno e poi anziché vederli in campo con la nostra maglia avremo il corrispondente in sesterzi o cambierà l'impostazione ? Tutti e tre sicuramente non sarà possibile ed auspicabile tenerli qua, personalmente credo che quello che è più spendibile da tenere è chi può sostituire la nonna che per infortuni e struttura fisica è quello che offre più spazio ad un giovane che vuole emergere. Il tutto però si scontra con l'unica vera richiesta continuamente sostenuta da Gasp l'avere il vice Ilicic pronto e con la duttilità ed il piacere che Gasperini ha nel trovare e sperimentare nuove soluzioni tattiche.  Ecco perché dei tre credo che il più facilmente candidabile sia Colley, ne sapremo di più nel proseguo di stagione.


Io sono convinto, e lo ho scritto anche in passato, che questi giocatori dopo un anno scintillante in prestito e con richieste notevoli, possano essere convinti a tornare a giocare da noi a fronte di tre condizioni:



  1. la probabilità di giocare con continuità

  2. la partecipazione alle coppe europee, meglio se la CL

  3. la promessa di cederli a fronte di una proposta indecente concedendo loro una percentuale del ricavato della vendita


La soluzione, oltre a piacermi molto, sarebbe utile in ottica formazione rosa per le liste UEFA ed anche questo non guasta (vedi Sportiello e Rossi quest'anno).

By brignuca
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