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Lionel Scaloni: dagli ultimi calci nell'Atalanta alla Coppa del Mondo con l'Argentina



Il commissario della Nazionale trionfatrice al Mondiale ha chiuso la carriera da giocatore in nerazzurro: per lui una manciata di presenze fra il 2013 e il 2015

Dall’Atalanta al tetto del mondo con l’Argentina. Nel trionfo mondiale dell’Albiceleste c’è un po’ di nerazzurro sbiadito perché in mezzo è trascorso qualche anno: il Cuti Romero in difesa, l’ex bandiera Papu Gomez tra le riserve, e poi lui, il 44enne ct Lionel Sebastian Scaloni, discendente di un famiglia marchigiana di Ascoli.

Epilogo nerazzurro


Emigrante alla rovescia da calciatore: prima la Spagna, poi cinque anni alla Lazio e un ultimo biennio senza acuti con l’Atalanta. Difensore coriaceo, non un fenomeno, pochi ne rammentano il curriculum. A Bergamo lo ricordano però, perché sette anni fa Scaloni chiudeva la sua discreta (non eccelsa) carriera da giocatore proprio con la maglia dell’Atalanta: due anni e mezzo in nerazzurro come difensore di ‘garra’ ed esperienza, forse già "bollito", appena 15 presenze in due anni e mezzo dal gennaio 2013 fino al ritiro, a 37 anni, nel maggio 2015. Poi una nuova carriera, iniziata proprio a Bergamo, come osservatore internazionale. Passaggio intermedio prima di cominciare ad allenare, come vice al Siviglia di Jorge Sampaoli che un anno dopo diventa il ct argentino e lo conferma come suo vice anche con la Seleccion.

L'incarico in Nazionale


Nel 2018 l’avvicendamento dopo il disastro al mondiale in Russia: via Sampaoli, tocca al suo allievo Scaloni. Il resto è la storia di oggi e ieri: l’estate scorsa la vittoria della Coppa America, il trofeo continentale sudamericano che la Seleccion inseguiva da 28 anni, dal 1993, dal crepuscolo di Maradona, e adesso la Coppa del Mondo che l’Argentina inseguiva addirittura dal 1986. Il tecnico Scaloni ha imparato il mestiere in Italia: alla Lazio con Reja, Delio Rossi, Ballardini, Pioli, Petkovic, all’Atalanta con il vulcanico Colantuono e ancora con Reja.

Ha giocato nell’ultima Dea prima dell’era Gasperini, nella piccola provinciale bergamasca che lottava per salvarsi, ha giocato con il primo Papu Gomez appena fuggito dalla guerra in Ucraina nel Donbass che nell’agosto 2014 lo aveva costretto a lasciare Kharkiv e il Metalist.

Il rapporto con il Papu


E proprio a Bergamo Scaloni ha costruito il legame con Gomez che ha voluto richiamare in nazionale, preferendolo a giocatori ben più quotati nel suo ruolo, facendo contento anche l’altro Lionel, il capitano, Messi, che con il Papu faceva coppia offensiva nelle nazionali giovanili argentine. In qualche modo il trionfo argentino è iniziato otto anni fa sui campi di Zingonia. Ora Scaloni potrebbe tentare l’avventura di un grande club, probabilmente in Spagna, forse proprio a Siviglia: a 44 anni ha già vinto tutto con l’Argentina e chi lo conosce bene è pronto a scommettere che sta già pensando alla prossima sfida, la Champions League.

fonte ilgiorno.it




By marcodalmen
6 commenti
dolcissimo2
20 Dicembre 2022 | 23.12
Qui da noi arrivo dopo l'addio del Mario Yepes,lo ricordo un ottimo difensore venuto qui per strappare gli ultimi ingaggi di una buona carriera,Mai avrei creduto che sarebbe stato il CT campione del sudamerica e del mondo
Poi se hai Messi viene tutto piu facile ma lui bravo!
Boh
20 Dicembre 2022 | 14.06
Perché non a bg?
Reeno
20 Dicembre 2022 | 12.35
Il mio ricordo di Scaloni con la nostra maglia e' quello di persona seria e leader nello spogliatoio.
Pero' fu anche il primo a mettere pressione al Papu perche' non accettasse gli ordini del Gasp di giocare in un ruolo diverso rispetto all'Albiceleste - sottintendendo che avrebbe potuto perdere il posto in Nazionale.
Da quel momento Scaloni mi e' sceso dal libro, lo considero uno dei responsabili dell'addio del Papu che ha sancito la fine della piu' forte Atalanta mai vista (finora).
Boh

In risposta a: Reeno

20 Dicembre 2022 | 14.08
Certo adesso la colpa è di scaloni
Alex7
20 Dicembre 2022 | 12.08
Articolo interessante. Non concordo però sulla carriera modesta di Scaloni come calciatore. Con il Deportivo la Coruna ha vinto la Liga, la Coppa del Re e la Supercoppa Spagnola due volte. Era il grande Depo di inizio anni 2000. Si è distinto eccome, era amatissimo non solo dai suoi tifosi, per il grande temperamento che aveva in campo. A Bergamo è vero che era a fine carriera ed ha giocato pochissimo causa acciacchi. Ma anche qui il suo carisma da leader e uomo spogliatoio gli veniva riconosciuto.
bna75

In risposta a: Alex7

21 Dicembre 2022 | 08.16
Super Depor