Liverani: "Ultima spiaggia? Vivo di risultati, ma non serve una rivoluzione"
Inizia la conferenza stampa di Liverani:
"Le certezze sono poche, c'è il lavoro, la preparazione ad una partita proibitiva sulla carta. Abbiamo cercato di prepararla in un certo modo, è normale che abbiamo cercato di farlo in breve tempo visto che abbiamo avuto 36 ore. Le difficoltà sono tante, questo è quello che potevamo fare, con il lavoro dobbiamo tirare fuori con le energie, le forze le cose. Questi momenti possono capitare, ciò che ho detto ai ragazzi è che ci si esce solo tra di noi, non ci si aspettano aiuti da fuori. Dobbiamo aiutarci".
Come hanno risposto i ragazzi?
"Quello che dico a voi lo dico a loro. La squadra ha il morale giù com'è normale, abbiamo perso due scontri diretti e il morale non può essere alto. A prescindere dal mercato, questa squadra deve capire che ci si può aiutare tra di noi. Ci sono due gruppi, quello storico e quello giovane, e si devono adeguare. C'è bisogno di tempo. Faccio delle riflessioni su tutti, l'anno scorso de Ligt era messo in discussione, oggi è un nuovo giocatore, così come Villar. Nel calcio non c'è pazienza, ma con i ragazzi ci vuole".
Dal mercato che input ha ricevuto?
"Io credo che nella vita contino i fatti, parlare di mercato oggi è fuori luogo, non ci porta al problema. Ne dobbiamo uscire al di là del mercato, potremo migliorare in tanti modi, nel reparto offensivo va messo qualcosa ma ne dobbiamo uscire da noi. Le caratteristiche ce le siamo dette, il connubio con la proprietà è quello di dare un pensiero alle caratteristiche, i nomi non li posso dire io".
Kucka, Osorio e Iacoponi come stanno? Pezzella?
"Quelli che hai detto sono fuori, non è un momento dei migliori. Pezzella rientra ma non per i novanta minuti".
Come la vive? E' l'ultima spiaggia?
"Sono un allenatore giovane, ma ho sempre fatto calcio e conosco le dinamiche. Vengo qui al campo alle 8 e vado via al pomeriggio, tutto il mio tempo lo dedico al lavoro cercando di mettere tutto. Lo devo a me e alla mia professionalità. Vivo di risultati ma lo vivo con serenità. Poi c'è chi deve prendere le decisioni, finché sarò allenatore del Parma lo farò come se lo dovessi essere per tutta la vita".
Il nucleo storico sta rendendo sotto le aspettative? Perché?
"Non credo che abbiamo cambiato tanto, questo gruppo aveva conoscenze. Non abbiamo avuto tempo, il ritiro serve a questo, siamo rimasti simili a un certo tipo di calcio. E' stato un errore di valutazione sul gol di Singo, è un errore che ci può stare. Abbiamo perso 0-3 ma non credo che il Parma sia stato surclassato, poi uno guarda il risultato e abbiamo difficoltà. Il gruppo storico ha creato tanto qui, deve essere pronto ad accogliere i giovani che devono dare segnali importanti: l'adattamento è giusto ma bisogna dare qualcosa in più".
Gervinho come sta? Mihaila può giocare di più?
"Gervinho non è pronto, sta proseguendo senza intoppi ma per questa partita non è disponibile. Mihaila probabilmente può giocare di più ma è fermo da tre-quattro mesi, ha avuto un'operazione e dovremo avere pazienza".
Che partita si aspetta?
"Incontriamo una squadra in grande condizione, sulla forza, sulla continuità dell'Atalanta è superfluo soffermarci. Abbiamo cercato di dare tutte le informazioni possibili sugli avversari, anche nelle caratteristiche. E' una partita di sacrificio, dove la compattezza ci può aiutare a soffrire meno. Se daremo spazi sarà impossibile portare a casa il risultato. Con la compattezza e il sacrificio nella partita, credo potremo giocarcela".
Ha capito quale può essere il modulo ideale per far rendere al meglio questa squadra?
"Se siamo così non abbiamo trovato la quadra. Purtroppo abbiamo pensato di avere un equilibrio in certi momenti, a Genova, a Milano, anche nello 0-0 contro il Benevento e il Cagliari avevamo una quadratura. Per tantissimi motivi questa squadra non dà continuità, un po' per infortuni, un po' per Covid. La continuità di un lavoro di squadra è negli stessi giocatori, per tanti motivi non riusciamo a dare continuità di formazione e anche questo ci limita. Non siamo ancora alla ricerca della perfezione".
Qualche anno fa Gasperini si è ritrovato in una situazione simile alla sua e ha deciso di rivoluzionare la squadra e da lì nacque l'Atalanta che conosciamo: è un'ipotesi anche per lei?
"Ognuno ha il proprio modo, io non credo che in questo gruppo ci debba essere una rivoluzione. Ci sono cinque-sei giocatori fuori, parlare di rivoluzione è difficile. Questa squadra non ha bisogno di una rivoluzione, ha bisogno di sentire il fuoco dentro che per vari motivi lo abbiamo avuto altalenante. Cercherò di scegliere gli uomini migliori che in questo momento possono darmi più garanzie, fermo restando che in certi reparti abbiamo scelte obbligate, e andremo avanti con un tipo di calcio. Per il resto, quello che può essere il dopo non spetta a me".
fonte tmw.com