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L'Under 19 vince la Supercoppa Italiana: le pagelle dei nostri!

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Gelmi: Quasi mai impegnato, le poche volte si fa trovare pronto.

Brogni: Il lavoro sporco deve pur farlo qualcuno. Corre tantissimo ma sempre per offrire lo scarico al compagno offensivo, taglia spesso ma per portare via un uomo dalla marcature e liberare lo spazio per gli attaccanti. Un gran lavoro di cuore e polmoni che lo porta pure due volte a sfiorare il gol.

Da Riva: In mezzo al campo fa quello che vuole, sia con la palla fra i piedi che senza. Un regista vecchio stampo, di quelli a cui basta alzare la testa un secondo per capire cosa fare e dove mandare il pallone. Primo uomo a difendere e primo uomo ad attaccare, senza dubbio da tenere d’occhio per il futuro.

Okoli: Ci mette il fisico e si vede che sta imparando movimenti utili per l’inserimento in prima squadra. Come tutti i giocatori di una certa stazza non è particolarmente aggraziato nei movimenti come nel caso del rigore (dubbio e parecchio secondo chi scrive) dove l’intervento a spazzare è troppo scomposto e induce l’arbitro a fischiare.

Guth: La Fiorentina gioca lontano dalla porta e questo mette in difficoltà i nostri centrai che sono sicuramente più di fisico che di rapidità. Solido in fase di impostazione, perde un paio di volte l’uomo posizionandosi non perfettamente nelle ripartenze della viola ma per fortuna ciò non comporta nulla in termini di reti subite.

Ghislandi: Discorso molto simile a quello di Brogni con cui condivide il compito di spingere il più possibile. Meno offensivo del compagno, si adopera per lo più a sostenere le incursioni di Traore ma fa comunque un grande lavoro all’ombra dell’Ivoriano.

Gyabuaa: Schierato come intermedio fra il centrocampo e l’attacco, offre un grande contributo soprattutto di termini di quantità. L’essere un giocatore di gamba dal grande strappo gli consente sia di rivestire un ottimo compito di rubapalloni in mezzo al campo sia di incursore in fase offensiva come dimostrato dal gran gol al 62esimo minuto.

Piccoli: Ottima prestazione anche per la punta. Grande fisicità che mette al servizio della squadra nel correre in largo per la trequarti ad offrire sponde abbinato ad un istinto offensivo degno dei migliori bomber nazionali degli anni 2000. Esempio di ciò che dico è il primo gol, palla in mezzo e lui che come un ariete si fionda ad insaccare di testa.

Traore: Quando hai le carte buone non ti resta che imparare a spenderle nel migliore dei modi. Partecipa poco alla manovra ma quando sulla destra si apre uno spazio si fionda come i rapaci che si devono nei documentari. Impressionante nella tecnica, clamoroso verso il 30esio il gesto atletico che lo porta a sfiorare il gol, pecca spesso di superbia (nonostante quando li esca è un piacere per gli occhi). Quando si offre per la squadra regala perle preziose come i due assist di stasera.

Cambiaghi: Meno appariscente dei suoi compagni di reparto ma senza dubbio è quello con maggior intelligenza tattica. Gioca più ragionato e semplice rispetto a Traore ma quello che colpisce è che nella semplicità riesce quasi sempre a fare la cosa giusta mostrando anche dei colpi notevoli.

Colley: Se Gyabuaa fa della forza la sua qualità principale, Colley controbilancia il reparto con un’eleganza insolita per i giocatori africani. Una corsa costante ed incessante lo porta ad essere praticamente sempre al centro dell’azione e spesso dai suo tocchi morbidi nascono le palle più interessanti.

By Otis
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