26/03/2022 | 16.30
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Ma i bambini lo guardano ?



Il titolo è quello odierno del pezzo di Gramellini (il caffè di Gramellini per chi non conoscesse il nome della rubrica)  sul corriere della sera.

Nel pezzo, partendo dall'esclusione dell'Italia dai mondiali ad opera della Macedonia del nord, il giornalista si dice che c'è una generazione di ragazzi che sta crescendo senza aver mai visto l'Italia al mondiale. Si pone la domanda se questa "mancanza" è rilevante per i ragazzi. La risposta che Gramellini si da è negativa portando ad esempio quanto gli è successo la sera della partita della nazionale quando aveva a cena, fra gli altri, anche tre ragazzini. Quando ha comunicato che la partita stava per iniziare tutti e tre gli hanno risposto chiedendo quale partita fosse.

Gramellini poi prosegue dicendo che la nazionale per lui era una festa e cita il ricordo di Italia - Germania 4-3 andata in onda a tarda ora per la differenza di fuso. L'incontro fu da lui visto, o meglio spiato da dietro uno spiraglio di una porta dato che all'epoca i bambini andavano a letto dopo carosello. La citazione della partita vista di straforo mi ha fatto tornare a quel match ed ho analogo ricordo, all'epoca avevo 9 anni (1970) e mi fu concesso di vedere il primo tempo e parte del secondo prima di essere spedito a letto.

Il giornalista del corriere prosegue citando il fatto che, quando lui era ragazzo, si andava un paio di volte al mese allo stadio (le due partite in casa) e si giocava a pallone ovunque, la conseguenza era che gli allenatori avevano una base più ampia da cui pescare.

La chiusa è con la domanda cardine "ma come può un bambino di oggi appassionarsi a un gioco a cui non gioca per strada e che vede ormai quasi solo in tv, per giunta liofilizzato negli «highlights»?"

Il pezzo è garbato, magari un pelo retorico, ben scritto e così lo ho condiviso con altri membri dello staff. Alcuni hanno concordato altri espresso un parere diverso.

Una amica più giovane di me con cui parlavo ieri dell'argomento mi diceva che conosce tante mamme che portano i bambini a calcio rigettando un po' la tesi di Gramellini circa la base che si è ridotta. A mio parere però il calcio, non è quello asettico della scuola calcio dove vai portato dalla mamma due volte la settimana.  Il calcio è quello dei cortili dei condomini in cemento o degli  degli oratori con le partite di chi vince resta in campo, quello delle spiagge in sabbia dove sudati ed "impanati" come cotolette si gioca solo per il piacere di divertirsi, ridere e scherzare. Quello dove le squadre non hanno maglie tutte uguali anzi non ne trovi due che siano anche solo simili. Numericamente fra scuole calcio ed oratori/cortili/spiagge non c'è storia. Certo una scuola ti insegna ma il calcio "libero" è un'altra cosa. Circa i numeri poi bisogna anche fare i conti con le innumerevoli altre attività che i ragazzi, ormai da parecchi anni, possono scegliere impoverendo così la base numerica del pallone nostrano.

Sicuramente la mia visione è un po' romantica e legata ai ricordi di quando ero piccolo, per voi cosa è il calcio ?
By brignuca
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