19/11/2020 | 16.03
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Maestri e discepoli

Storia, maestra di vita ?  NO !



E’ opinione radicata che la storia sia maestra di vita, a tutti gli effetti ed in ogni prospettiva. Personalmente mi è capitato di rilevare quanto dubbia sia la verosimiglianza tra il presunto e l’effettivo riscontro nei fatti.

Limitando l’ osservazione al mondo del calcio, il ripetersi di taluni eventi mi porta a considerare quantomeno due possibilità: la prima che la storia sia maestra poco credibile e scomoda, la seconda che i discepoli siano incapaci o refrattari ad accoglierne le risultanze. Questa persistenza, avversa a recepire emendamenti indotti nella prospettiva di cambiare talune situazioni, nasce esclusivamente da interessi personali che si vogliono tenere ben stretti. Analizzando il metro di giudizio del fuorigioco calcistico si apre un dibattito annoso, tribolato e non ancora risolto dal consorzio arbitrale.

Le prescrizioni iniziali attribuivano, all’arbitro ed ai segnalinee, la rilevazione a vista dell’evento  che, in realtà manifestò nel tempo precaria attendibilità, dovuta all’interpretazione personale. Al fine di trovare maggiore uniformità applicativa si è passati ad analisi che hanno preso in considerazione tutte le componenti del corpo umano, dal braccio, al piede ed all’unghia. La parvente realtà , sostiene che il giudizio arbitrale, come del resto lo svolgimento del gioco, debba essere di pertinenza umana, ma, in effetti intende rilanciare il potere assoluto che, gli ex omini in nero, hanno perpetuato per decenni, senza limite ed interferenza alcuna.

I comparti arbitrali, come del resto tutti i centri di potere, avvezzi a sentenziare in autonomia, il verificarsi di un rigore, hanno dovuto piegarsi alla presenza del VAR, che davvero può scardinare la loro percezione tecnica od i sottaciuti interessi. Sempre che i giudici di gara ne accettino l’esistenza e non vogliano rifiutarla come, in varie occasioni hanno potuto verificare i tifosi atalantini. Il sussistere di designazioni di personaggi che già ebbero a defraudarci di diritti sacrosanti e che, erroneamente consideriamo esclusi dalla rosa arbitrale, ribadisce il perpetuarsi di tradizioni nefaste, confermando come il prezzo della vergogna, non preveda alcun rossore, da parte di chi se ne rese esecutore o promotore.

Situazioni siffatte confermano che al disquisire della regolarità normativa astratta non corrisponde pari volontà dirimente degli errati atteggiamenti comportamentali. Le risultanze storiche sono ignorate e si agisce con troppa leggerezza, se l’intento è quello di non vederne ripetuti gli scempi espressi nel passato. Le erbe parassite e dannose sono soggette alla rimozione, da parte dell’agricoltore che conforma il proprio operato alla correttezza comportamentale, ma, in altri ‘campi, personaggi faziosi, vengono mantenuti, in piena regolarità, entro gli ambiti precedentemente occupati.

Probabilmente si rende necessaria la demolizione dell’intero assetto organizzativo e la ricostituzione di apparati logorati da tradizioni non più in linea con i tempi. Bisogna rimuovere le cattive notizie di arbitraggi, ove la sola lettura nominativa dei componenti ci comporti l’amara sensazione di preordinate strategie sfavorevoli ai propri colori. Che purtroppo non sono state così estranee alla nostra storia e tanto gravemente condizionanti.

Ciò nonostante guardiamo avanti, con fiducia: forza Atalanta !

By ReMo
By sigo
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