21/09/2020 | 14.22
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Maghi e....magheggi



Mago Gasp è l’equivalenza calcistica dei Fab Four di Liverpool, i Beatles: ovvero i più grandi, nei meriti e nel tempo. Rammento che, sino ai decorsi anni Settanta, attendevo l’imminente uscita del loro long playing, attendendomi la prosecuzione della precedente uscita, ma restando regolarmente deluso: le nuove esecuzioni avevano imboccato tutt’altro indirizzo.

Gli imitatori del loro stile restavano, di regola tagliati fuori, stante una genialità nella ricerca, che li escludeva aprioristicamente dalla possibilità di un confronto. A fronte degli scarsi tentativi di imitazione, imperava la supremazia imprevista ed insuperata di una innovazione immaginifica. Da tempo sto leggendo dell’ormai raggiunta assimilazione delle metodologie gasperiniane da parte di tutte le squadre avversarie, ove qualcuno ne va vaticinando l’ormai raggiunto fine corsa, quantomeno a livello di sorpresa.

Definizioni che discendono da una disamina superficiale della tecnica e delle logiche che presiedono alla creatività del Gasp. Come tutti gli artisti ed i creativi in genere, il nostro mister non assopisce mai le ricerche che sono la base della sua concezione di gioco. Allo scopo predispone anche tutti i suoi collaboratori a recepirne ed affinarne il senso e l’elaborazione, dando corpo ad un laboratorio delle idee più efficaci. Come ebbe a dire la signora Gasperini, il taccuino che tiene sul  comodino è sempre lì, pronto a raccogliere gli schemi e gli appunti che, anche nottetempo, attraversano imperiosi, il cervello di Gian Piero, costringendolo alla raccolta. Il suo lavoro, frutto di una maturata vocazione, si evolve con continuità e raziocino: da vero perfezionista, non si ferma alla comparsa di un’idea, ma la elabora, modificandola senza mai smettere, consapevolmente convinto che il miglioramento non debba mai finire.

Gasperini ha la conformazione mentale di un Edison che, tra le svariate invenzioni, arrivò a produrre la prima lampada ad incandescenza, senza tener conto della quantità di tentativi e dei bulbi esplosi per dare congruità al successo. Ma alla fine fu la luce, calda, piena e rassicurante. Esattamente come il fluire del suo gioco, articolato, flessuoso, pimpante e pieno di bollicine che, gli avversari non riescono a contenere ed arginare. Figuriamoci, ad imbottigliare. Ad ogni progressione nel contenerne la verve, Gian Piero contrapporrà nuovi elementi sconosciuti e sorprendenti, atti ad irrompere nelle fila avversarie per scardinarne la permeabilità-

La sua ricerca della rete in più, rispetto a quelle degli avversari, irrompe, nuova e travolgente, in un meandro di idee obsolete e negatrici del bel gioco, per sorprendere e farsi ammirare. Auspicare la sua lunga permanenza da noi, cultori e difensori delle sue trame, è l’apoteosi suprema che sia possibile attribuire ad un creatore di calcio. Penso con tenerezza e comprensione agli sforzi che verranno attuati per contenere la sua spinta e godo, anche solo al pensiero delle meraviglie che ci saranno propinate, in casa, fuori, in Italia od in Europa, dal suo manipolo di combattenti, mai domo e mai sazio.

Apprezzo sempre l’impegno e la volontà di ogni buon mestierante, ma purtroppo per loro, quando si imbattono in un genio, la vita si fa dura ed ingrata. L’attesa delle prodezze del nostro concittadino sarà riprova della volontà, fattiva ed indomabile, della squadra bergamasca, autentico manifesto della creatività orobica. Nel cartellone in uscita, del nostro calcio, ritroveremo l’usata determinazione ed il rinnovato impegno, per dare vita ad incontri appassionati, che mixeranno la gloria passata con le invenzioni future, per amplificare gioie ed entusiasmi, che sono propedeutici a futuri successi.

A lode e gloria dei nostri colori, delle nostre attese e della fiducia che nel nome del Gasp, non mancherà mai.

Buona stagione, Atalanta !

Renato
By sigo
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