Maracanà, Maracanà, siamo venuti fino qua...
Una piccola storia nata da un nostro contatto su Facebook dove abbiamo scambiato quattro chiacchiere con i responsabili di questa squadra dilettantistica brasiliana. Ne e' nata una piccola storia che, per certi versi, ricorda molto il modo di vedere il calcio del mondo atalantino
Si chiamano cosi' dal lontano 1996. Stava per iniziare il campionato municipale della città di Quipapà, nello stato di Pernambuco, nel nord-est del Brasile quando un gruppo di amici amanti del calcio ma non appartenenti a nessuna squadra decide di fondarne una.
Guidata da fratelli che oggi sono presidenti del club e che si chiamano Junior Vieira e Daniel Rodrigues viene indetto un referendum, dopo essersi guardati in giro nei campionati pallonari dell'intero globo. Voto democratico e scelta del nome: Atalanta
Da li' nasce la passione per la Dea di Bergamo. E soprattutto nasce "l'Atalanta de Quipapà" con giocatori all'inizio praticamente scartati da altre squadre ma che li' possono trovare una famiglia e, cosa piu' importante, avere un'altra chance nello sport che amano.
La cosa viene presa tanto seriamente che si programmano allenamenti durissimi per non professionisti e che impongono regimi personali piuttosto rigidi visto che sono fissati alle 5 del mattino e alle 13. Pero' il lavoro rende e il primo campionato dilettantistico al quale partecipa la squadra si chiude al terzo posto con un quarto di finale epico vinto in rimonta 4-3 partendo da 0-3 sui "Dragon de Jussara"
Un anno dopo la fondazione succede una tragedia: viene a mancare Mana, la madre dei due fratelli fondatori, grande sostenitrice e morta per un cancro al seno. La tragedia colpisce tanto i due fondatori che il club, ancora giovanissimo, si ferma, di fatto si scioglie, sembra per sempre.
Passano anni, lustri, quasi 21 e nel 2017 un terzo fratello, che nel '96 aveva 6 anni, contatta un ex grande atleta di nome Piu e rifonda la squadra. Il nome, Atalanta, sempre quello, tra i giocatori diversi veterani di vent'anni prima, almeno all'inizio, il logo quello della vera Dea bergamasca con il nome della madre dei 3 fratelli a ricordo immortale.
Il primo anno della rinascita vede l'Atalanta Quipapa' partecipare solo a competizioni tra veterani ma la volonta' ed il piglio sono quelli di 20 anni prima e l'impegno e la partecipazione sono tali che viene ricreata anche la prima squadra nel 2018 che ora partecipa al campionato regionale.
Il club ovviamente si autofinanzia con l'impegno economico dei tre fratelli e con le donazioni degli amici. Recentemente ha persino creato un gruppo di cheerleaders e iniziato la commercializzazione dei gadgets della squadra per pagarsi l'iscrizione al campionato, le uniformi, i palloni e altro materiale. Il campo, quello no, non ha ancora l'erba.
Ma le maglie sono ora nerazzurre con il logo giusto, non piu' giallonere come vent'anni prima, scelte perche' i soldi erano quelli che erano e si era scelta una muta alla fine piu' economica di altre.
Oggi il nome Atalanta è ben saldo nelle menti e nei cuori di questi atleti brasiliani, dilettanti ma con un'enorme volonta' ed impegno. Portano in giro con orgoglio, parole loro, il nome della loro piccola e tranquilla citta', il che non e' molto lontano da quello che accade qui a Bergamo alla nostra formazione.
"Essere notati dai tifosi della Dea italiana è un grande orgoglio per noi", ci scrivono, "e chissa' che un giorno la Dea brasiliana non possa veramente incontrare quella di Bergamo"
Della sinistra per la destra Junior Vieira, Juninho, padre dei fratelli , la sorella Marcella e Daniel Rodrigues. A seguire foto storiche e odierne del club.
Il club è reperibile su Facebook all'indirizzo https://www.facebook.com/atalanta.quipapa
L'ultima immagine in fondo e' la maglietta rappresentativa della rifondazione della squadra