14/11/2017 | 09.25
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Marotta: «Nella ripartizione dei diritti TV si premi chi investe, no all’assistenzialismo»

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«Noi auspichiamo che ci sia la lungimiranza di capire che il sistema calcio non è radicato solo in Italia, ma ha riflessi europei. Noi abbiamo recitato la parte degli investitori. Lo sviluppo passa attraverso società che svolgono attività di sistema e non da quelle che si agganciano».

L’amministratore delegato della Juventus, Giuseppe Marotta, intervistato da Il Giornale, parla anche delle modifiche introdotte dal ministro dello Sport, Luca Lotti, ai criteri per le ripartizione dei diritti tv della Serie A previsti dalla Legge Melandri. Modiche inserite nella Legge di Bilancio 2018, che dovrà essere approvata dal Parlamento entro la fine dell’anno. «La legge Melandri non deve essere una legge di assistenzialismo. La distribuzione delle risorse deve tenere conto di investimenti, strutture, competitività e meritocrazia. Questi sono i quattro capisaldi», spiega Marotta.

La “riforma Lotti” porta dal 40 al 50% la quota dei diritti tv attribuita equamente ai club di Serie A, mentre scende quella attribuita sul numero dei tifosi. Salta poi completamente il riferimento (che valeva il 5%) alla popolazione residente nel comune della squadra sportiva.

 Secondo una simulazione realizzata nei giorni scorsi da Calcio e Finanza, in base alle modifiche introdotte da Lotti alla Legge Melandri, la ripartizione dei proventi da diritti tv della Serie porterebbe ad una situazione decisamente più equilibrata tra quanto percepito dai grandi rispetto ai piccoli club.

Il rapporto tra prima e ultima scenderebbe a circa 2 a 1, con le big che vedrebbero notevolmente scendere i propri ricavi e le medio-piccole che avvicinerebbero gli incassi a quelli delle squadre principali.

fonte calcioefinanaza.it

By marcodalmen
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