25/09/2025 | 18.30
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Martino cuore in mano

Marten de Roon è diventato negli anni uno dei volti più rappresentativi dell’Atalanta. Quando nel 2015 firmò il suo primo contratto in Italia, non conosceva nemmeno Bergamo e dovette cercarla su Google. Da allora però la sua vita è cambiata: oggi è cittadino onorario della citta' che considera sua vera casa, il luogo dove sono nate due delle sue tre figlie e dove ha costruito il capitolo più importante della sua carriera. Oggi e' anche stato protagonista di un'intervista toccante sul quotidiano locale


Dopo una parentesi in Inghilterra, è tornato nel 2017 e da allora non se n’è più andato, diventando una presenza fissa e sicura, come quell’amico che c’è sempre quando serve.

In questi anni ha visto e vissuto di tutto: le prime stagioni di sofferenza per la salvezza, le notti magiche della Champions, la prima storica qualificazione nel 2019 che lui ricorda come una festa di paese, con tutta Bergamo in trasferta a Reggio Emilia. Non sono mancati i momenti duri, come la finale di Coppa Italia persa o l’infortunio che gli ha tolto la gioia di scendere in campo a Dublino. Ma Marten ha sempre reagito con la calma e la determinazione di chi non molla mai.

A 34 anni è ancora un punto fermo della squadra: gioca, corre, segna anche più di prima – quattro gol nell’ultima Serie A, il suo record personale – e continua a macinare presenze che lo stanno portando vicino al primato assoluto di partite con la maglia nerazzurra. Lui, però, resta il solito tipo semplice: dice che non vuole “rubare” il record a Bellini, il capitano storico, perché il rispetto viene prima dei numeri. È il suo modo di essere, sempre discreto e leale.

In spogliatoio è un leader silenzioso, uno che parla poco ma dà l’esempio. È legatissimo a compagni come Djimsiti e Freuler e non smette mai di raccontare quanto si senta fortunato a giocare con talenti come Ilicic o Muriel. Quando si parla degli avversari, sorprende sempre con le sue scelte: tra tutti i campioni affrontati, dice che Vitinha del PSG è quello che più l’ha impressionato per intelligenza e qualità.

Oggi l’Atalanta sta vivendo un buon momento nonostante gli infortuni, ed è anche merito suo se la squadra resta compatta. Parla con entusiasmo del nuovo allenatore Juric, che descrive come un vero motivatore, capace di trasmettere energia come se giocasse accanto ai suoi ragazzi. E già pregusta le prossime partite con Juventus, Bruges e Como: sfide che per lui sono quasi personali, tra voglia di rivincita e sfide affascinanti.

E il futuro? Marten ci pensa, ma senza fretta. Qualche volta scherza sull’idea di diventare allenatore, anche se ammette che non sa se riuscirebbe a staccare mai dal campo. Per ora vuole solo continuare a giocare, a scrivere altre pagine con questa maglia e con una città che, da sconosciuta, è diventata la sua seconda famiglia. Proprio come un vecchio amico che, partita dopo partita, è entrato nel cuore di tutti senza mai doverlo dire a voce alta.

By staff
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