19/09/2020 | 09.00
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Me regorde l'Atalanta: invasioni e fantasmi



Se fosse possibile attingere tutti gli eventi che si sono susseguiti nelle vicende della storia nerazzurra, vedremmo emergere un poco di tutto, anche i rivoluzionari ed i fantasmi.
Ho già esposto, in altra occasione, l’evento che, del tutto pacificamente, portò ad una invasione di campo, in occasione dell’incontro casalingo con la Fiorentina. Tento di ricostruire il motivo di questo travaso delle persone presenti in laterale scoperta, forse in soprannumero, data la presenza della squadra ospite nelle cime della classifica, comunque ribadendo che l’arbitro la portò a compimento con la cornice di una fitta siepe di persone, a bordo campo, senza il minimo cenno
di disordine. Altri tentativi di invasione, altrettanto pacifici, coronarono le partite conclusive di diversi campionati, con il solo scopo di festeggiare la squadra, od, al limite di potersi accaparrare
la maglia indossata dai propri beniamini. In qualche caso, al fine di evitare l’incursione popolare, i giocatori lanciavano le maglie al pubblico, scatenando autentiche lotte tra coloro che erano ospiti
nell’area prescelta. In preda a furia animale, la maglia, agganciata dalle mani di diverse persone,
subiva il martirio dello strappo congiunto, che distruggendo la possibile gioia di un singolo, veniva
smembrata in multipli brandelli da reliquiario.
Un mio famigliare, diversi anni prima era stato partecipe di una furente contestazione arbitrale,
che, normalmente, raggiunti certi limiti di tolleranza, induceva i più esagitati, a scuotere la rete
di recinzione che subiva impressionanti contorsioni. Quella volta, il fischietto di turno, doveva averne fatte di grosse, tant’è che, ad un certo punto, la rete cedette, aprendo un varco d’accesso al campo. Il mio ‘eroe’, spinto alle spalle, si trovò all’interno della recinzione e si mise a correre in
direzione dell’arbitro. Fatti pochi passi, forse con la percezione fulminante della differenza, tra il dire ed il fare, si voltò all’indietro e si scoprì miseramente solo: non gli restò che di abbandonare l’attacco e di tornarsene tra i ranghi.
La storia dei fantasmi si riferisce a diversi episodi di giocatori precotti, che esauriti i contratti con le squadre di appartenenza, dove avevano praticamente esaurite le proprie potenzialità, aderirono alla convocazione atalantina, con l’intendimento limitato alla possibilità di un ultimo ritocco alle loro prebende. Arrivati da noi, i personaggi in esame, si sono rarefatti al punto di rendere impalpabile il benchè minimo contributo alla nostra causa sportiva e dopo aver incassato regolarmente, se la sono filata, da insalutati ospiti.
Tra costoro l’attualmente appellato Pluto e l’arruolato responsabile federale Demetrio, uscente dalle fila milaniste, dissoltisi rapidamente come ectoplasmi, senza colpo ferire. Un timore che, secondo voci incontrollate, si stava riproponendo, sventuratamente con un nostro ex, accommiatato da san Siro, cui sarebbe stato gradito il rientro nella sua vecchia squadra.
Fortunatamente, proprio in questi giorni, la confraternita culur di morcc, ha provveduto al recupero
del personaggio, nelle proprie fila, sgravandoci dall’incombenza.
Auguriamoci che le balorde esperienze di ieri siano propedeutiche, in vista del domani.

Renato
By sigo
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