20/07/2020 | 20.30
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Metropoli e provincia, by Renato



Pecunia non olet: il denaro non ha odore, eppure tutti ne siamo attratti, magari con la voglia di averne più di quanto ne possiamo disporre in concreto. Spesso guardiamo ai personaggi del calcio, in particolare agli allenatori delle metropolitane, con una certa invidia per i capitali, in effetti ridondanti nella misura, che vengono loro corrisposti.

Ciò malgrado l'insoddisfazione, che genera plateali rimostranze, verso tutto e tutti, resta il patrimonio più cospicuo dei signori, per modo di dire, del calcio ed anche ieri, il nerazzurro meneghino, non si è astenuto dalla scagliarsi contro i presunti colpevoli, lui escluso, degli insuccessi collezionati dalla sua squadra. In primis la società di appartenenza, evidentemente latitante al momento in cui la lega ha fissato i suoi incontri, alle 21,45, oltretutto ad intervalli troppo brevi, rispetto a quelli assegnati alle squadre avversarie.

Oltre al calendario sfavorevole, il mister in questione, non manca di prendersela con la stampa ed ipotizza una specie di crociata contro i suoi colori. Mi viene spontaneo il confronto con il nostro Gasp, che, quando è debordato, lo ha fatto a fronte di mancanze gravi , nel rispetto del regolamento, che sono state perpetrate nei nostri confronti, disancorandosi da quello che è il rendimento della squadra , o la calendarizzazione delle partite.

Certamente l'ultimo nostro incontro, è stato giocato in ora sfavorevole, data la non abitudinarietà di giocare nelle ore più calde, ma, pur ammettendolo, non ne ha fatto un casus belli. Alla minor quantità del denaro percepita, si affianca una dignità che guida le sue motivazioni e che gli vieta di perseguire logiche giustificative sballate. Forse, per compensare i cattivi umori che accompagnano l'intertriste, bisognerebbe tagliargli gli emolumenti e combinare un pagamento, parzialmente in natura, visto che di certe scorte è scarsamente equipaggiato.

A cominciare dal suo ego, molock di ogni possibile ambizione, che deve essere soddisfatto appieno, negli acquisti dei giocatori e nel supporto più esteso, a fronte di ogni immediata o futura necessità; pronto ad incoronarsi imperatore, se le cose vanno bene od a inveire, contro tutto e tutti,.qualora vadano alla malora. Un poco meno di superbia e di supponenza, compenserebbe assai le sue carenze e gli darebbero riferimenti più equilibrati.

Purtroppo la certezza di essere nel giusto lo spinge alla ricerca di appoggio da parte delle masse, cui espone la pochezza del suo discernere. Educazione , misura e raziocinio, sono le prime, indispensabili componenti di un allenatore, che deve trametterne in abbondanza ai propri giocatori. Anche qui vediamo l'enorme differenza, rispetto al Gasp, che costruisce ed elabora al meglio i propri ragazzi. .Raramente ha ottenuto l'acquisto di potenziali pezzi da novanta, ma si è impegnato, anche con costoro, ad affinarne le qualità.

Duvan, Josip e Papu sono i risultati di una congiunta applicazione tra mister e discepoli ed i risultati tessono le loro lodi, senza parlare di coloro che si sono allestiti nella fucina di Zingonia., a partire da prospettive ridotte. Troppo semplice raccogliere il meglio disponibile sul mercato, per poi lamentarsi di ciò che non si ha, ma servirebbe. Noi bergamaschi e tutti gli atalantini sappiamo la fortuna che ci ha arriso, con l'arrivo di Gian Piero e gli siamo grati per tutti i successi inanellati, ma siamo andati ad accogliere trionfalmente, lui e la squadra, anche all'indomani delle sette reti rimediate a Milano, perchè ci comprendiamo e ci sosteniamo, nel successo ed anche in caso contrario.

A Bergamo, i tifosi fanno squadra con la squadra. Non succederà mai, che ad una caduta sul campo,segua l'ostentazione di una così grave caduta di stile: buon gusto, responsabilità e dignità sono patrimonio tipico di un bergamasco, specialmente se allenatore del nostro sodalizio.

Grazie di esserci, Gasp: proprio così, come set.

Renato
By sigo
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