03/03/2023 | 20.30
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"Motivi di ordine e sicurezza pubblica": qualcuno prenda posizione

"Motivi di ordine e sicurezza pubblica".

Questo è ciò che si legge nel comunicato della prefettura di Napoli dietro al divieto di vendita dei tagliandi per la prossima trasferta atalantina nella città partenopea.

Quello che leggiamo noi invece è il più vile mascheramento di un "razzismo territoriale" che va a colpire tutta la tifoseria atalantina, che da anni non si rende attrice, e autrice, di nessun tipo di violenza da stadio ( o da autogrill...) e nonostante questo viene colpita da un sistema atto a reprimere anziché assumersi le responsabilità di dare sicurezza a chi vuole godersi semplicemente una partita di calcio, contro una delle più belle squadre che il campionato italiano abbia conosciuto negli ultimi anni.

Si perchè come era stupendo per tutta Italia vedere l'Atalanta spumeggiante della Champions di pochi mesi fa, è innegabile che vedere dal vivo questo Napoli , lanciato verso lo scudetto dopo 30 anni, non può che far bene al cuore di chi ama il calcio, a prescindere dal risultato (che speriamo sia favorevole alla Dea).

Anche l'anno del triplete dell'Inter, la squadra di Mourinho cadde a Bergamo con i nostri sugli scudi , quindi anche se sembra impossibile, impossibile non è.

MA, dall'alto ci fanno sapere che per ordine pubblico, 500 (stima in media per eccesso) Bergamaschi, in uno stadio che sta registrando una media di 38000 spettatori a partita, possano essere un problema da gestire, e così per tagliare la testa al toro, VIETANO a tutti, indistintamente di andarci.

A loro non importa se hai sottoscritto una tessera che "in teoria" ti eleva a "Brava persona" anziché a "Cattivo Ultras" (Le curve di Napoli e Roma che si accoltellano all'Autogrill però sono tesserate).

A loro non importa se hai preso ferie, voli aereo, treni, organizzato pullman, pranzi e gite anche per conoscere la bellissima Napoli oltre che per vedere la tua squadra.

NO! A loro interessa che tu stia a casa tua, e far capire come i bergamaschi non siano bene accetti al sud, aizzando ancora gli animi invece di gestire quella che dovrebbe essere la normalità. Viceversa a Bergamo nessun divieto, col settore ospiti pieno di napoletani, la cui maggior parte residente in Lombardia. (sempre per andar contro alla retorica del napoletano malvoluto al nord)

Non è allora questo il vero razzismo territoriale? Non permettere ad una persona incensurata, ligia alle regole, "tesserata", tifosa, di godere di una partita di calcio?

Il tifo atalantino è composto per il 90% di bergamaschi,  Un divieto così è un insulto alla tutta la città, a tutti indistintamente.

Settimana scorsa a Milano hanno liberalizzato la trasferta ad un solo giorno dalla partita, un'altra ed ennesima presa in giro, inasprita ulteriormente per i disordini ai tornelli con molestie ed insulti  gratuiti subiti dai nostri tifosi ai controlli e testimoniati da più persone.

Lo chiediamo a gran voce. Chi vuole tifare sia libero di tifare e di seguire la propria squadra. Chi invece deve garantire la sicurezza, la garantisca, senza lavarsene le mani dietro a divieti assurdi ed insensati che ammazzano la vera passione.

Chi vi parla inoltre, vuole ben specificare che questo è un pensiero aldilà del colore, dell'appartenenza, dell'essere ultras o meno. Sono contento anzi che la società Lecce (ad esempio) si sia mossa per avere il via libera per i suoi tifosi di raggiungere San Siro in 4000 dopo il divieto assurdo di trasferta con i tagliandi già acquistati dai tifosi.

Speriamo che anche da parte nostra, ci sia qualcuno che abbia voce in capitolo per tutelare i nostri interessi.

Forza Atalanta

By sigo
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