25/01/2019 | 19.45
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Motta:"Chiudere a Bergamo sarebbe il mio sogno"

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Se gli domandassero da che parte schierarsi si ritroverebbe in grande difficoltà: "All'Atalanta da piccolo, avevo 7 anni. Lì sono 'nato' e cresciuto, a Roma ho vissuto il momento più importante della mia carriera". Per Marco Motta, inevitabile osservare il match di domenica da un'angolazione particolare. Quella del doppio ex col cuore diviso a metà: a Bergamo 22 presenze in Prima Squadra fino al 2005, 42 in giallorosso da febbraio 2009 a giugno 2010: "Una vera famiglia, che peccato quello Scudetto sfumato (vinto dall'Inter di Mourinho, ndr)...". Classe '86, dallo scorso luglio veste la maglia dell'Omonia Nicosia (Prima Divisione cipriota), anche se presto potrebbe cambiare: "Contratto importante, mi hanno voluto fortemente, ma dall'estate sono cambiate parecchie cose, in società e in panchina. Il mio futuro, probabilmente, sarà altrove".
Motta, a questo punto si sbilanci.

 "Fisicamente sto bene, vorrei di nuovo misurarmi con un altro calcio. Non chiudo all'estero, ma prima c'è l'Italia: Serie A o B, non faccio particolari distinzioni. Conterà sentirmi importante e parte di un progetto serio".
 
Una telefonata a Gasperini?
 
"(Ride, ndr). Insieme pochi mesi al Genoa, da gennaio a giugno 2014, ma furono strepitosi. Che allenatore, ambizioso e con un grande filosofia. Ho imparato molto. Con lui devi essere al top, zero alternative. Ora meriterebbe la Champions con l'Atalanta".
 
Domenica, a Bergamo, arriva la Roma.
 
"Il secondo club della mia vita, una famiglia dove diedi il meglio, con Spalletti e Ranieri. Impossibile schierarmi: esordio con l'Atalanta nel 2005 all'Olimpico contro la Roma, 100esima in A anni dopo a Bergamo, ma in giallorosso. Aneddoto incredibile...".
 
Dove si decide la sfida?
 
"Match aperto, anche se la Dea è tosta. Juve a parte, in casa non esiste avversario peggiore. Roma forse superiore nelle individualità, ma l'Atalanta sta meglio fisicamente ed è leggermente favorita. Inoltre c'è un Gomez incredibile, amico e persona splendida (insieme a Catania, ndr)".
 
Ormai simbolo di Bergamo.
 
"Ha fatto una scelta importante, restare nonostante le tantissime offerte. Giusto e bello che sia così, la sintonia con l'ambiente è assoluta. Nel calcio attuale, non è per niente scontato".
 
Nel suo ruolo, Hateboer corre e non si ferma.
 
"Bel giocatore, mi piacciono anche Castagne e Gosens. Ragazzi cresciuti con Gasperini, a lui va il merito più grande".
 
Lei, come altri giovani, ha fatto il salto in una grande: perché alcuni faticano?
 
"Prima di Roma, Udinese e Torino: passaggi intermedi molto importanti. La testa fa la differenza, conta più delle qualità tecniche. Nelle medio-piccole, l'errore è concesso. Nelle grandi, se sbagli, spesso paghi. Questione di pressione, quindi di carattere".
 
Motta, un sogno da realizzare in futuro.
 
"So che è molto difficile, ma chiudere la carriera nell'Atalanta. Non ci sarebbe cosa più bella".
 
fonte gazzetta.it
By marcodalmen
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