10/06/2025 | 17.36
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NazioMale


Non cercherò di sembrare quello che non sono, perché se fino a qualche anno fa predicavo con orgoglio che la nostra nazionale è l'Atalanta (e sotto certi aspetti è davvero cosi), dall'altra provo molto più orgoglio che indifferenza a vedere i nostri con la casacca azzurra.

Se prima gioivo per le vittorie tricolori, arrivando persino ad andare a Londra per un'amichevole col Brasile (per vedere dal vivo però Ronaldinho), ora la Nazionale la guardo con più interesse.

Un po' per vedere cosa combinano i nostri fuori dal nostro contesto, con la speranza che si mettano in mostra e che siano felici Un po' come guardare un figlio o un nipote giocare al parco anziché tra le mura di casa: aiuta a socializzare, aumenta le conoscenze ed ogni volta torna a casa più uomo e consapevole.

Dall'altro è interessante vedere come tecnicamente e tatticamente i giocatori si trasformino e rendano in maniera diametralmente opposta a quanto fanno nei propri club di appartenenza,  in tutti i ruoli.

L'Atalanta del Gasp poi ci ha insegnato a guardare anche fuori dai nostri confini, perché mai come negli ultimi anni l'Atalanta ha avuto dei Nazionali, e in squadre di primissima fascia, addirittura campioni del mondo.

La malasorte però ha voluto che mi interessassi di più alla Nazionale solo dopo la vittoria dei mondiali del 2006, ed esclusa la vittoria agli Europei post covid (ancora mi chiedo come abbiamo fatto?!), è stata più la vergogna che l'orgoglio, a farla da padrone.

L'Italia di Spalletti, l'Italia di Mancini, l'Italia che non vola più, che non emoziona più, l'Italia che rischia con chiunque, e non fa paura a nessuno.

Ieri sera , più volte sottolineato anche dal cronista RAI che evidentemente vuole deprimere più del necessario i tifosi, i ragazzi azzurri hanno dimostrato una sera di più di avere un senso di appartenenza pari allo zero, controfigure di un calcio che li vede invece protagonisti nei rispettivi club con tutt'altro piglio e agonismo.

Il pubblico stufo, silenzioso, demoralizzato, e se non andremo al terzo mondiale consecutivo diventeremo sicuramente la più grande nobile decaduta dell'Olimpo del calcio.

Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono,  diceva il grande Gaber...
Meno male c'è l'Atalanta, aggiungo io.

Sigo
By staff
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