24/01/2020 | 21.45
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Nel ricordo di un amico

Una piccola comunita' di amici, legati a doppio filo negli anni a questo sito, si e' ritrovata nei giorni scorsi per ricordare l'anniversario della scomparsa di Beppe Marra, il "Pasciullo" che avevamo incontrato e conosciuto su queste pagine, una persona indimenticabile.

Vi vogliamo riportare quello che il giornalista Pier Carlo Capozzi ha scritto sul suo profilo Facebook, gentilmente acconsentendoci alla pubblicazione

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"Ti ringraziamo Signore per averci fatto incontrare il nostro amico Beppe, per averci fatto conoscere la sua simpatia, la sua dolce ironia, la sua gioia, la sua generosità, il suo amore per la famiglia e l'affetto per gli amici. Padre Santo custodiscilo nella Tua infinita misericordia e nell'abbraccio del Tuo immenso amore".
Bruno Sironi, Massimo Sironi, Oscar Facheris, Luisa Tasca, Stefano Corsi, Gino Trainini, Paolo Marra, Milena Vrtacic, Giovanni Barcella, Silvia Colombi e tutti gli altri...
“Degnatevi, o Signore, di non separare nel Cielo coloro che avete unito così strettamente in terra”.

La Messa, bellissima, officiata al Monterosso da don Cristiano Re, nel tardo pomeriggio di sabato scorso, ci ha visto ancora una volta uniti e ancora una volta col cuore rivolto al ricordo di Beppe. Che poi era “Pascio” per “Chèi del Corner” e per atalantini.com, il sito di tifosi che lo vedeva sempre in prima linea nei commenti. Beppe era una conoscenza trasversale per tantissimi. Fratello della “Carlina dell’Atalanta”, ardente tifoso nerazzurro, unica presenza maschile per anni in quello spettacolo di sorrisi e belle ragazze che è la Farmacia di Porta Nuova. Là, avvolto nel suo grembiule azzurro, a metà tra il principe e la maglia del suo cuore, Beppe smistava tonnellate di medicine, sempre con il garbo e la battuta pronta sulle labbra. Prima con Elvira, mia elegante compagna al Liceo, e poi con Arianna, affascinante responsabile attuale. Appena entravo, Beppe mi riconosceva dal saluto, anche se era rinchiuso nel suo “ufficio” con la tenda tirata. Allora dovevo a tutti i costi lasciar perdere le mie ricette e soffermarmi con lui sulle ultime notizie della nostra squadra del cuore (lo può essere anche per un cronista onesto) e, soprattutto e prima di ogni altro pensiero, dovevamo chiamare Stefano a Lodi, così, semplicemente per fargli sapere che eravamo insieme. Questo particolare la spiega lunga di come fosse il cuore di Beppe e di quanta gioia gli procurasse l’amicizia. Forse, sotto sotto, non abbiamo mai accettato fino in fondo che venisse strappato, a sua moglie e al figlio Paolo certamente, ma anche a noi, popolo variegato delle sue conoscenze. Ed è per questo che, a partire dal gennaio successivo a quel terribile 2012, Bruno organizza una Messa prima e una cena poi.

E’ la nostra ricetta per cristallizzare il tempo ed i ricordi, come se Beppe fosse seduto ancora in mezzo a noi, tra una preghiera e un piatto di Antipasti misti, di terra e di mare. Perché è così, in allegria, che siamo sicuri lui desideri essere ricordato. E’ il prodigio di avere, tutti quanti, il filo conduttore di una passione che ci tiene uniti e lo fa con uno spirito comune. E così che, appena usciti dalla Chiesa di Monterosso (dove anche stavolta la scortesia delle suore ci ha spento la luce all’ingresso e chiuso i cancelli che ancora dovevamo uscire) viene chiesto a Beppuccio il fischio col quale, prima di ogni partita, dallo spicchio di Curva Nord raggiungeva Beppe, appostato in Laterale. E tutte le volte che Beppuccio sibila con forza e precisione, mirando verso le nuvole in cielo, a noi sembra di vedere il mitico Beppe che risponde agitando con gioia la mano...

(CLICCA SULL'IMMAGINE PER VEDERLA NELLE DIMENSIONI ORIGINALI).

By staff
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