16/02/2018 | 11.45
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Non c'è gloria senza pericolo - by Giuliobas

Risultati immagini per A vincere senza pericolo, si trionfa senza gloria

Parlando della gara tanto attesa e dell'avversario blasonato mister Gasperini nella conferenza stampa aveva lanciato un motto da vero condottiero "Non c'è gloria senza pericolo"  che ancora risuona nella pancia dell' ex WestFalenStadion come per avvisare i tedeschi che la pratica non è ancora chiusa e che quest'Atalanta può e deve giocarsela con tutti.

L'Atalanta esce sconfitta dalla sfida d'andata dei sedicesimi di finale, ma non esce né ridimensionata né battuta, anzi la prova di grande carattere mostrata davanti ai 62.500 spettatori è la dimostrazione che questo gruppo può ancora scrivere pagine e pagine di storia.

La giornata attesa da una vita inizia con un risveglio abbastanza freddo: la città della Renania apre gli occhi e si trova coperta da una coltre di neve caduta nella notte. Dortmund fin dalle prime luci dell'alba  viene sommersa dagli oltre 5.000 tifosi neroazzurri che pieni di emozione pian piano invadono la zona- stadio aspettando con grande trepidazione l'apertura dei cancelli. Alle 16.30 arriva il momento tanto aspettato: i supporters neroazzurri possono finalmente entrare nell'immenso Signal Iduna Park, un vero e proprio monumento del calcio tedesco ed europeo, con la Sudtribune(il cosiddetto "Muro Giallo") che con i suoi quasi venticinquemila posti è la tribuna più capiente d'Europa. Ovviamente sin dal primo momento non mancano i cori che proseguono a ranghi serrati per tutta la durata del match. Man mano anche i settori di casa si riempiono a dovere e la sfida può avere inizio agli ordini del signor Stefanski, fischietto polacco.
Gasperini manda in campo dal primo minuto sia Caldara che capitan Gomez: il primo viene posto al centro della linea a tre difensiva affiancato da Toloi e Masiello davanti al portiere Berisha, mentre il Papu viene schierato davanti in coppia con Ilicic. Freuler e De Roon compongono la cerniera di centrocampo con Hateboer e Spinazzola a carburante sulle fasce e Cristante a sostegno della coppia d'attacco. Gasp vuole giocarsela a viso aperto, dando pochi punti di riferimento ai tedeschi: per questo sceglie di giocare senza una vera e propria punta.
Dall'altro lato il tecnico Stoger propone il consueto 4-2-3-1 con Burki tra i pali a guidare la retroguardia che vede al centro Sokratis(ex Milan e Genoa) e Toprak, e terzini l'esperto Piszczek e Toljan. Davanti alla difesa manca Kagawa e allora al fianco di Weigl c'è Castro(preferito pure a Gotze, che si era ipotizzato potesse essere arretrato sulla linea mediana). In avanti tanta qualità,tecnica e talento con Pulisic,Reus e Schurrle a supportare il neo arrivato Batshuayi.

Dopo la sempre emozionante e affascinante sciarpata dei tifosi di casa sulle note della versione tedesca di "You'll never walk alone" pronti via, le squadre giocano entrambe molto strette fra i reparti con un pressing alto senza mai rinunciare a proporre gioco. Il Brusson attende la Dea per poi infilarlo in ripartenza e al 7' arriva la prima nitida palla gol del match con Reus lanciato praticamente solo davanti a Berisha strozza troppo il tiro che si spegne alla destra dell'albanese. Primo campanello d'allarme, prima strigliata di Gasperini. Al 12' nel giro di sessanta secondi doppia occasione per gli orobici: prima Ilicic porta palla sulla destra, serve Cristante in inserimento che calcia ma Sokratis è attento a chiudere in diagonale in corner, poi sugli sviluppo dello stesso angolo Caldara libero non trova la porta. La Dea in difesa è impeccabile, i padroni di casa cercano il varco giusto senza risultato, ma sornioni sfruttano i contropiedi e al 17' Schurrle, complice una deviazione di Toloi va vicinissimo al vantaggio con la sfera che fa la barba al palo. Al 24' Batshuayi difende palla in area, si gira, serve Reus che mette al centro dove non trova il tocco vincente di un compagno, mentre al 28' Schurrle fa esplodere il tiro ma Berisha para in due tempi. È lo stesso tedesco però quattro minuti più tardi a portare avanti il Borussia: ennesima palla persa da un Remo Freuler davvero molle nella prima frazione di gioco, Piszczek ancora una volta in contropiede crossa nel cuore dell'area per il numero 21 di casa che pare allungarsi il pallone che poi però si infila sotto le gambe l'estremo difensore neroazzurro.
L'ennesima ripartenza punisce Gomez & C. e i tedeschi chiudono il primo tempo in vantaggio 1-0 : hanno saputo attendere la dea(che comunque rimane pienamente in partita) per poi sfruttare l'abilità e la velocità dei loro trequartisti nel ribaltare l'azione.
Nella ripresa l'Atalanta entra con un piglio decisamente diverso, con tanta voglia di riacciuffare il risultato e cercare quantomeno la rete che in trasferta varrebbe molto. La squadra di Gasperini va ben oltre le più rosee aspettative e spinta da un pubblico caloroso e da cori incessanti nel giro di 5 minuti ribalta la partita: al 51' Spinazzola dalla sinistra mette un pallone sul palo opposto, Toljan manca l'intervento, Ilicic si aggiusta il pallone e trova con il destro l'unico spiraglio possibile. Sull'onda dell'entusiasmo al 53' lo sloveno viene nettamente atterrato in area da Toprak ma né Stefanski né l'assistente addizionale ravvisano alcun tipo di intervento falloso. Ma lo show del numero 72 continua e al 56' si rifa alla grande: l'azione parte ancora dalla corsia mancina con Spinazzola che lancia in profondità Cristante, il numero 4 da posizione defilata impegna Burki e Ilicic è bravo a spingere in porta la sfera facendo esplodere settore ospiti e panchina neroazzurra. Il vento pare cambiato, i padroni di casa, che sembrano essere rimasti negli spogliatoi, sono tramortiti dai colpi di magia dell' ex Viola che incanta il WestfalenStadion, l'Atalanta ha il pallino della gara in mano. Stöger estrae dal mazzo la carta Götze che va a rimpiazzare Reus, ma è un errore neroazzurro a riaprire il match: Toloi battendo una punizione da centrocampo serve sciaguratamente proprio il neo entrato che lancia Batshuayi, che con freddezza liquida Berisha. L'inerzia della sfida torna a favore del Borussia che va subito vicino al terzo gol con Gotze ma Berisha risponde presente. Gli atalantini soffrono in apnea il ritorno dei gialloneri: Gasperini si copre con Gosens e Palomino. All'80' Masiello impegna Burki che non si fa sorprendere. L'Atalanta sembra resistere al l'assedio finale, il 2-2 sarebbe un risultato molto importante da conservare ma nel primo minuto di recupero arriva la beffa: Toloi spazza sui piedi di Gotze il  cross di Dahoud, l'eroe dei mondiali 2014 trova Batshuayi che sigla il definitivo 3-2.

La dea esce sconfitta nonostante una prova di grande carattere e personalità, peccato solamente per errori letali che a certi livelli possono costare caro. Questo risultato molto probabilmente alla vigilia lo avremmo firmato e accettato: ora un po' di rammarico rimane per come si era incanalata la partita e per come poteva essere gestita una volta andati in vantaggio . Il migliore in campo è senza nessun dubbio Ilicic che con la sua doppietta tiene vive le speranze neroazzurre di qualificazione; l'altro fantasista Gomez ancora un po' sottotono come lo stesso Cristante che ha perso molti palloni e si è beccato pure un giallo evitabile. Molto bene il lavoro sugli esterni, in particolare dalle parti di Spinazzola, dove nascono entrambe le reti. I due mediani nel primo tempo sembrano la fotocopia sbiadita del Freuler e del De Roon che conosciamo, tengono pochi palloni, sono molli ma si rifanno nella ripresa con una prestazione di sostanza.In difesa infine bene Masiello e Caldara mentre Toloi è reo di due sbavature tanto grossolante quanto decisive . I Gasp Boys hanno comunque dimostrato di giocarsela alla pari con una grande del calcio europeo e sicuramente non saranno da meno tra meno di una settimana al Mapei Stadium dove servirà un'impresa, difficile ma non impossibile, soprattutto se il calore sarà lo stesso dimostrato in quel di Dortmund dove i tifosi arrivati da Bergamo hanno incitato senza limiti la squadra e hanno vissuto, comunque sia andata una serata spettacolare e unica,  con mille emozioni contrastanti,
tristezza, gioia, ansia,  e anche qualche lacrima di felicità che ha bagnato gli occhi dei bergamaschi.
Abbiamo perso una battaglia ma non ancora la guerra: crediamoci perché "Non c'è Gloria senza Pericolo"!

 

Giuliobas

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