19/09/2019 | 15.55
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Non ci resta che piangere? Ma ora c'è di nuovo il campionato

Inutile cercare altri titoli per la prestazione dell'Atalanta. La prima in Champions League sarà pur storica, ma bisogna dimenticarla in fretta. Non tanto per il risultato, che rimane comunque indigesto in una Zagabria gelida nel clima, ma calda all'interno del Maksimir Stadion. Bisogna evidenziare una prestazione non all'altezza dei palcoscenici europei, una squadra troppo timida per poter impensierire una Dinamo Zagabria che ha camminato sul velluto. Non ci resta che piangere, almeno fino a questa sera. Poi si ripartirà da zero, c'è un campionato a cui pensare.

TROPPA EMOZIONE - Le gambe tremano a tutti, l'audio dello Stadion non fa paura soltanto per la musica della Champions League. Un muro umano che canta in maniera incessante, una spinta costante che aumenta in maniera inversamente proporzionale al ritmo di gioco della squadra: se la tensione cala in campo, aumenta vertiginosamente sugli spalti.


La Dinamo Zagabria era consapevole di tutto ciò e l'esperienza internazionale è stata determinante. Panchina che esulta e spinge, pubblico delle grandi occasioni e tanto "mestiere" nei pochi momenti di difficoltà. Per l'Atalanta il fattore emozione ha giocato un brutto scherzo, anzi bruttissimo. La prima può essere perdonata, ma la classifica già obbliga la Dea ad una vittoria.


CAMBI? NO GRAZIE - Non solo l'emozione, ma anche una gestione da rivedere. Facile parlare a posteriori, ma Gasperini ha probabilmente impostato e preparato una gara su una formazione completamente diversa. Dal 4-1-4-1 al 3-5-2 con un Dani Olmo libero da inventare, difficile da contrastare sin dai primi minuti.


Ma dopo i primi minuti non ci sono state contromosse da parte del tecnico di Grugliasco che ha lasciato De Roon a soffrire sullo spagnolo e una squadra in balia dei croati. Da rivedere anche la gestione dei calciatori, con due cambi effettuati ad inizio ripresa e l'ultimo speso soltanto nel finale. Una considerazione che può contare poco dopo una partita simile, ma che pesa nel computo totale.


TESTA ALLA VIOLA - In un calendario fitto di impegni non si può rimanere con la testa ad una sconfitta simile, anche perché in campionato la storia è ancora tutta da scrivere. Ci vorrà ancora qualche ora per smaltire la delusione, i mal di testa (come ha confermato De Roon al termine del match, ndr) si curano con qualche ora di riposo.


Da domani si inizierà a pensare alla Fiorentina, dove vedremo sicuramente un'altra Atalanta. Indipendentemente da tutto, questa Dea è stata troppo brutta per essere vera. Ci può stare, ma ora bisogna iniziare a macinare gioco e punti in campionato. Le notti europee hanno il loro fascino, ma da domani si torna alla vita di tutti i giorni. Almeno fino al prossimo impegno di Champions.


fonte tmw.com

By marcodalmen
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