17/12/2020 | 16.30
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Non è una difesa d’ufficio…. by ReMo

La difesa di ufficioUn pareggio in casa della Juve andrebbe accolto con motivato entusiasmo, visto oltretutto il corollario di un rigore parato e di occasioni sfumate che avrebbero potuto darci la vittoria.

Eppure non mi riesce di goderne con la pienezza richiesta, accentuata oltretutto da eventi ai margini del lacerato rapporto tra il mister ed il capitano della squadra.

Già la grida della rosea al presunto associarsi del Papu alle note dell’inno dei bianconeri, fa il paio con il disgusto del Gasp non appena viene nominato il nome del reprobo dipendente, innescando due atteggiamenti stridenti con ogni logica del convivere. Senza tornare sugli strali contrapposti, nelle due direzioni, che hanno contrassegnato il contrasto verbale e non, tra i due contendenti, in un crescendo di livore e di accanimento, scambiatisi in questi giorni, che sarebbe troppo bello poter azzerare. Seppure in molti abbiamo auspicato uno stop a questo increscioso e non superato intoppo, per la coriacea cocciutaggine delle parti, rientrare in argomento mi gratificherà verosimilmente della nomea di avvocato delle cause perse, ma in quanto coinvolto dal ruolo di ottuagenario sostenitore della causa nerazzurra, non voglio sottrarmi a quello che io considero un dovere, sociale e personale. Anzitutto perché l’indisponibilità alla conciliazione ed alla ragionevolezza sono, per di se stesse, buone cause e giustificazioni a sollecitarle e poi perché, troppo spesso, il cedere all’ira compromette la visione delle migliori opportunità per non nuocere a se stessi ed gli altri.

Entrambi i personaggi, grazie ad un’attività indubbiamente privilegiata, fruiscono di redditi milionari e godono, grazie alle espresse riconosciute qualità professionali, di una approvazione universale, che rende loro onore , gloria apportando stima ed affetto alle loro persone. Sono legati, nei fatti, a doppio filo, per comune dipendenza nella professione e per il raggiungimento di un successo che si sono vicendevolmente costruiti. Il primo diventando uno dei più famosi e valenti allenatori di calcio ed il secondo diventando un geniale costruttore di gioco. Al tempo stesso sono l’uno il prodotto dell’altro, perché la loro incredibile crescita professionale,si è avviata proprio, con il loro fulminante incontro, nella piccola città di Bergamo.

L’affetto e la riconoscenza che li circonda ne hanno fatto due personaggi di rilevo, in ambito cittadino, con gratificazioni ufficiali ed in ambito privato, dato che i tifosi bergamaschi vedono in loro , artefici e motori delle proprie glorie sportive, della loro gioia e del loro orgoglio. Se dopo la tragedia cittadina che ci ha prostrati, siamo riusciti a ritrovare un sorriso, lo dobbiamo alla compagine atalantina, che ci ha riproposto una possibilità di ripresa e di ritorno alla vita. Certo la la squadra è composta da una pluralità di persone, ma i due restano i personaggi più in vista e maggiormente qualificati che sono diventati riferimento per tutti noi, che siamo, bene o male, la loro base di crescita, nel successo e nelle fortune. Se il nostro legame li ha felicemente condotti sino a dove sono arrivati, ci meritiamo, quantomeno, considerazione e rispetto, che, con questa frattura vengono disconosciuti.

Per loro fortuna, i due personaggi non vivono le problematiche, anche economiche, che molti di noi debbono affrontare e che loro ben giustamente ignorano. Ci si permetta però di richiedere attenzione per i nostri sentimenti che non meritano un menefreghismo ed un egoismo che sacrifica al vostro capriccio, una nostra risorsa passionale ed affettiva .Tutte le diatribe possono essere composte, con umiltà, intelligenza e buona volontà, nel reale rispetto delle proprie dignità personali ma anche di quelle dei terzi che possano subirne le conseguenze. Vorrei invitarvi alla disamina di tutto ciò che avete, in questa attuale situazione, al fine di evidenziarne i vantaggi e magari rendere più cocente il rimpianto, quando li avrete persi, per una scelta che ha depennato la volontà di riappacificazione. Mantenendo in atto il conflitto si dovranno affrontare situazioni nuove, magari assai più difficili, per la propria persona e la propria famiglia: un autentico, deliberato scempio che , una sana ed attenta considerazione può vanificare.

In caso contrario saremo in molti a perderci, ma di più coloro che non avranno trovato la voglia e la forza di essere uomini, sino in fondo, perché esiste anche l’orgoglio di saper chiedere scusa.

Sta solo a voi, mister e capitano.

Per noi sarà, sempre e comunque : forza Atalanta !


By ReMo
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