24/11/2020 | 10.35
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Non siamo mai stati così forti !



"Non siamo mai stati così forti" come un mantra aleggia in molti 3d di commenti alle partite, di analisi del risultato o di indagine relativa alla classifica che a molti, pare deficitaria.

Il mio prossimo compleanno sarà quello dei 60, il primo ricordo nitido che ho relative all'Atalanta è legato all'Inter, mi spiego meglio. All'epoca i bambini andavano all'oratorio da soli senza essere scarrozzati ed io che avevo circa 11 anni e non facevo eccezione, insieme a mio cugino di un anno più vecchio ero andato il sabato pomeriggio a giocare a pallone all'oratorio delle Grazie (rigorosamente sotto i portici perchè il campo era ad appannggio dei più grandi). Ricordo che faceva freddo (ho ricostruito con gli annali che era il 2 dicembre del 1972) ed all'uscita sudati e scarmigliati sentimmo, su viale Papa Giovanni, un gran trambusto provenire dalla direzione della stazione. Lungo il viale si affollava gente nei dintorni dell'albergo (non mi ricordo come si chiamasse all'epoca), stava arrivando il pulmann dell'Internazionale e da li a poco fra due ali di folla sarebbero scesi i giocatori per entrare nell'hotel, la gente si accalcava per vederli e per farsi fare un autografo. Mi ricordo che vidi passare Mazzola Burgnich e Boninsegna probabilmente per il ricordo che avevo di loro del mondiale messicano di due anni prima. All'epoca del calcio mi interessava la pratica più che l'osservazione dei campioni ed in casa mia mio padre non era particolarmente appassionato e qundi non mi aveva trasmesso il sacro fuoco atalantino.

Questo lungo preambolo come nota di colore e per spiegare la mia militanza di lungo corso e di rose fortissime sulla carta poi naufragate sul campo.

Fatti i debiti scongiuri ed a titolo di esempio, con Comandini e Saudati sembrava avessimo un attacco fra i migliori della categoria ed invece si rivelarono un flop colossale.

Tornando più indietro a metà anni '90 Franck Sauzee capitano dell'Olympique Marsiglia ingaggiato dopo aver vinto la coppa dei campioni si rivelò poco adatto e fallì miseramente.

Il fatto è che le rose potenzialmente esplosive non sempre si dimostrano, alla prova del campo, degne delle aspettative. I problemi possono essere di coesistenza fra giocatori, di infortuni, di stimoli, di errori tattici di schieramento e di altri ennemila ragioni.

E' ovviamente presto per parlarne e questo anno tribulato per tutti, sconvolto nei ritmi di gioco, ha introdotto una ulteriore incognita nell'equazione che Gasperini deve risolvere. Dall'equazione a 16 variabili che gestiva con grande maestria, si è trovato a doverne risolvere una a 20 per la quale sembra necessiti ancora di un po' di pratica.

Personalmente ritengo questa rosa molto valida ma di diffiicle gestione per un paio di motivi.

Il primo è che le aspettative sono cresciute alimentate anche da giornali che devono vendere il loro prodotto quindi la nostra classifica attuale, pur non essendo brutta, viene vista come deludente in relazione alle attese.

Il secondo, parzialmente legato al primo, è che la difficoltà di inserimento nel gioco di Gasperini è aumentata in relazione alle aspettative sui giocatori. A titolo di esempio mi viene in mente Gosens. Le prime partite post Spinazzola lo vedevi corre e smarcarsi senza essere (quasi) mai servito dal Papu ed è passato un bel po' di tempo prima che sbocciasse con il boom dello scorso anno.

Siamo tutti allenatori ma lasciamo il tempo necessario ai giocatori per inserirsi ed all'allenatore (che i vede ogni giorno) di trovare la giusta alchimia ed a fine anno potremo dire se veramente questa è la rosa più forte di sempre (in attesa della prossima).
By brignuca
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