Lo scarso livello mostrato in questa stagione dai fischietti sauditi avrebbe convinto gli esponenti del massimo campionato del paese a provare a convincere i migliori direttori di gara in Europa.
Dopo aver monopolizzato la finestra estiva del calciomercato, la
Saudi Pro League vuole attirare dall’Europa, e specialmente dall’Inghilterra, anche gli
arbitri internazionali.
Secondo quanto riporta il quotidiano inglese
The Times, l’Arabia Saudita ha in mente di convincere i fischietti inglesi a volare nel paese del Golfo per dirigere le partite del massimo campionato, dove militano calciatori del calibro di Cristiano Ronalo, Karim Benzema e Neymar, allenatori ex Premier come Nuno Espirito Santo e Steven Gerrard. Ora le quasi illimitate disponibilità economiche del calcio saudita servirebbero per convincere gli arbitri a spostare la propria carriera dal migliore campionato del mondo a quello più emergente.
Ma non solo gli arbitri inglesi, nel mirino della Saudi Pro League sono finiti tutti i direttori di gara europei, pratica già vista nel mercato dei calciatori. Per il momento, in Arabia Saudita gli esponenti europei del mondo arbitrale hanno preso parte a qualche partita amichevole in Arabia Saudita, ma quello che il massimo campionato saudita vuole fare è sfruttare l’esperienza dei fischietti europei per migliorare ulteriormente del livello del proprio torneo nazionale.
E qui entra in campo il fattore economico. Un arbitro in Premier percepisce tra i 139.000 e i 347.000 euro a stagione, mentre il loro compenso in Arabia Saudita sarebbe molto più alto. Basta pensare che Michael Oliver, per una sola partita saudita arbitrata, il pareggio fra l’Al Hilal e l’Al Nassr, ha guadagnato 3.471 euro.
L’arbitro ha viaggiato in business class fino a Riad e ha incassato una somma pari a circa il doppio di quanto avrebbe potuto guadagnare per una partita della Premier League. Lo standard arbitrale in Arabia Saudita è stato precedentemente messo in discussione, con l’ex arbitro della Premier League Mark Clattenburg che ha affermato che i fischietti da lui supervisionati nel 2017 e nel 2018 come osservatore capo degli arbitri del paese «non hanno rispettato gli standard di base e la comprensione delle regole del gioco».
fonte calcioefinanza.it