"Non tutti i procuratori vengono per nuocere". Abbiamo sentito Lombardi sui giovani
A breve riprenderà il campionato Primavera 1 Trofeo Giacinto Facchetti, che riporterà alla ribalta i calciatori del domani, colpiti nella loro attività sportiva dalle limitazioni conseguenti all'epidemia di Covid 19 e dai costi in capo alle società per poter applicare i protocolli che per ora sono alla portata solo dei campionati maggiori e della serie A.
Oltre al campionato, riprendono tutte le altre competizioni: la Supercoppa che vede coinvolte per il secondo anno consecutivo Atalanta e Fiorentina, la Coppa Italia con accesso della Dea agli ottavi contro la Lazio e non ultima la Youth League che cambia formula e partirà da marzo.
Abbiamo voluto sentire, il parere di un’agenzia che segue diversi giovani per conoscere il loro punto di vista sulle conseguenze di questo percorso ad ostacoli sul futuro dei loro assistiti e sui nostri beniamini di un domani.
Abbiamo contattato Mirco Lombardi agente FIFA collaboratore di un’importante agenzia di procuratori, con esperienza trentennale, annoverata tra le società più importanti nel panorama internazionale e fondatore, insieme ad Edoardo Branchini Alessio Scalzo ed Edoardo Giardini, della BA Football Ladies che si occupa di calcio femminile.
Buongiorno Mirco, come premesso il nostro interesse verte sulle conseguenze della pandemia sui giovani calciatori, voi che vivete in primo piano le sensazioni degli atleti cosa ne pensate?
Buongiorno Cuginus, purtroppo stiamo vivendo un momento storico unico che sta incidendo significativamente sulla crescita dei giovani calciatori che in questo momento non possono giocare, confrontarsi con i loro avversari e quindi crescere.
I ragazzi non vedono l’ora, come tutti noi, che si torni alla vita “normale”, preparare le partite in settimana e andare la domenica in campo.
L’aspetto che preoccupa di più è l’aspetto atletico, lo sviluppo fisico o tecnico?
Direi che sono coinvolti tutti gli aspetti che hai citato, anche se bisogna dire che tutte le società si sono dimostrate preparate organizzando allenamenti online in videochiamata di gruppo e seguendo con programmi anche personalizzati gli allenamenti in autonomia dei ragazzi fino al ritorno al campo.
Questo ha fatto in modo che i ragazzi rimanessero in contatto con il gruppo e si mantenessero in forma per quanto non paragonabile al lavoro sul campo.
Quanto incide non poter lavorare con la squadra per lunghi periodi?
Più si sta fermi e più ci saranno difficoltà alla ripresa per ritrovare il ritmo partita, ma non penso ci vorrà molto per tornare ai livelli precedenti perché i ragazzi non patiscono particolarmente l’inattività.
Immaginiamo che molti ragazzi, in particolare quelli che hanno lasciato la famiglia, cambiato scuola, e magari compagni di squadra, abbiano subito anche un contraccolpo psicologico nel veder vanificati i loro sforzi, non potendo giocare così a lungo a calcio. Come hanno reagito? Quali soluzioni suggerite in questi casi?
Tutti i ragazzi hanno avuto contraccolpi, chi più chi meno ogni ragazzo ha avuto una reazione diversa come è normale che sia quando ci sono fattori esterni che non ti permettono di fare la cosa che più ti appassiona e per cui vivi.
Soprattutto i ragazzi che si trovano all’ultimo anno di primavera, sono i più preoccupati perché per loro è l’anno del lancio tra i professionisti e si vedono il loro percorso compromesso.
I più giovani la stanno vivendo meglio, per loro è solo una pausa, per quanto noiosa.
Chi viveva nei convitti è potuto tornare a trascorre un po’ di tempo in famiglia mentre riguardo il non andare a scuola non ho registrato “stranamente” nessuna lamentela.
Da parte nostra stiamo sempre vicini ai ragazzi, li sentiamo al telefono, li vediamo quando possibile, cerchiamo di tenerli concentrati e ci mettiamo a disposizione loro e delle famiglie.
Molte categorie, dagli under 18 in giù, nemmeno hanno date certe per la ripresa, idem per il calcio femminile giovanile, come si potrà recuperare quest’anno perso?
Voci di corridoio, non ancora confermate, parlano di una ripresa tra febbraio e marzo per poi concludere la stagione a Luglio, allungando di fatto la stagione di un mese tramite una deroga della federazione.
Quindi si spera che quest’anno non vada perso.
Ora, per la Primavera però il problema si ribalta, le gare saranno addirittura troppe e concentrate in poco tempo, quali rischi si corrono, come si dovranno comportare i giovani calciatori?
Ci saranno diverse partite in pochi mesi, ma le squadre primavera hanno organici importanti e le società hanno molti giocatori anche di età inferiore da poter aggregare in caso di necessità.
Nella categoria Primavera molti ragazzi dell’ultimo anno dovranno ora cercare di sistemarsi in squadre professionistiche, rischiando di essere messi ai margini e magari dimenticati in panchina, cosa è meglio per un giovane calciatore in questa fase, continuare con la primavera o fare il salto nel professionismo col rischio di restare sempre a bordo campo o in tribuna?
Come accennavo prima, la situazione è molto delicata per chi si trova all’ultimo anno di giovanili, quindi ogni caso dovrà essere trattato con la società in modo da poter tutelare al massimo il giocatore.
Chi non sarà ancora pronto per il salto nel professionismo potrà fare un anno di raccordo come fuoriquota in primavera e allenarsi in prima squadra, mentre chi è pronto potrà cominciare a fare le prime esperienze.
Ogni caso sarà diverso e trattato diversamente, il nostro ruolo sarò ancora più importante. Di sicuro c’è che questa stagione tormentata svantaggerà questi ragazzi ma credo non inciderà sul loro valore effettivo.
La Primavera dell’Atalanta ha dominato negli ultimi anni su tutti i fronti, conquistando 2 scudetti 1 supercoppa e facendo bene in Youth League, quest’anno il cambio generazionale la vede un po’ attardata, come pensi si possa piazzare, potrà ripetere quanto fatto negli anni scorsi? Chi vedi favorita per il titolo?
Quest’anno è difficile identificare un favorito per il titolo, per l’Atalanta non sarà facile ripetere le annate dal ’99 al 2001 rivelatesi di altissimo livello, per quanto qualche 2002 interessante lo abbia prodotto, vedi Traore oggi al Manchester o Ruggeri in prima squadra..
Ma conosciamo il lavoro che fa l’Atalanta in termini di scouting e non si accontenterà di fare da spettatrice, quindi mi aspetto che porterà tutte le annate ad essere competitive nel giro di poco tempo, anche in virtù del fatto che in questo momento è praticamente impossibile monitorare ragazzi e quindi far lavorare la rete di scouting.
Invece per quanto riguarda la prima squadra, voi che siete addetti ai lavori, come vedete la formazione di mister Gasperini, quali obiettivi può puntare? Ed infine il caso Gomez quanto influirà sulla stagione?
Gasperini ha ritrovato continuità nei risultati e nel gioco, ha ritrovato Ilicic e l’entusiasmo dei tempi migliori.
Ha una rosa importante e può dare fastidio a qualsiasi squadra in Italia e in Europa.
In campionato si è riportata nelle zone alte e con mezza stagione davanti non mi stupirei se ci facesse divertire.
Per quanto riguarda il caso Gomez, in questi casi bisogna sempre conoscere i fatti prima di poter dare un giudizio, cosa che mi guardo dal fare. Forse cercare i colpevoli a questo punto è anche inutile, si deve accettare che si è concluso un ciclo per il Papu all’Atalanta e che le strade, salvo sorprese, si divideranno.
Ringraziamo Mirco per averci dato un’idea di cosa ha comportato e comporterà questo periodo speciale per i nostri giovani.
By Cuginus