Non mi farò condizionare dalle provocazione di beceri imbecilli pseudo-tifosi.
Io credo nelle rivalità, ma non credo certamente a motorini lanciati dal terzo anello o a manichini di bergamaschi impiccati.
Ho splendidi amici interisti e amo condividere con loro la mia passione sfrenata per l'Atalanta e mi piace vedere la loro.
Ognuno devo supportare la propria squadra con orgoglio, tant'è che ci recheremo al Giuseppe Meazza insieme, da nemici-amici.
È il bello del tifo, è il bello dell'amicizia.
In casa mia dal 1990 ho un quadro che testimonia la ristrutturazione dello stadio di Milano, perché è uno stadio che temo e in cui mi piace vedere calcio.
Ho visto tante vittorie della Dea, ma anche tante disfatte.
Ero presente al motorino lanciato, presente all'1-7, ma presente anche al gol di Bonaventura del 4-3 o alla vittoria contro l'Inter di Bergkamp.
E comunque vada stasera, uscirò da San Siro con l'orgoglio di essere atalantino bergamasco, felice o triste non importa.
Ma sempre con accanto un amico.
Seppur interista.