05/06/2017 | 19.40
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Pagellone Eurosport per squadre, a scalare

Come da titolo

 

Da Eurosport.com

Diamo i voti al campionato delle 20 squadre protagoniste. Bergamaschi e bianconeri da urlo, ma strepitose le annate anche di Roma e Napoli. Il Crotone ha stupito tutti, mentre dal Milan ci si aspettava di piú. Le delusioni si chiamano Fiorentina e Inter. Imbarazzante il Pescara, fastidioso l'atteggiamento dell'Empoli. Genoa insufficiente, Lazio convincente


PESCARA 2

Imbarazzante. Ancora una volta ultimo. Senza la vittoria a tavolino sul Sassuolo sarebbero 15 punti in 38 giornate. Il Pescara è riuscito nell'impresa di peggiorare il record negativo storico del Treviso 2005/06 (21 punti). Mai in corsa per la salvezza, in alcune gare senza nemmeno dignità. Umiliato da chiunque sotto la gestione Oddo, frastornato anche dopo il ritorno di Zeman (quando il boemo é tornato a Pescara, gli abruzzesi avevano solo quattro punti in meno del Crotone, che poi si é salvato). Non ci si può presentare nel massimo campionato in queste condizioni.

PALERMO 3

26 punti. Peggior risultato in A per i rosanero da quando esistono i tre punti a vittoria. Il tutto coronato dallo strano passaggio di consegne Zamparini-Baccaglini. Salviamo Ilja Nestorovski, bocciamo tutto il resto. Campionato fallimentare, gestione delirante, valore medio della rosa inadeguato.

EMPOLI 3

Quasi irritante nell'atteggiamento. Dopo aver giocato un'andata all'insegna dello 0-0 (salvata piú e piú volte dalle grandi parate di Skorupski), la squadra di Martusciello (peggior allenatore dell'anno) è crollata nel finale, nonostante le inspiegabili vittorie a San Siro col Milan e a Firenze con la Fiorentina. Quattro sconfitte nelle ultime cinque e Serie B meritata ampiamente sul campo. Vendere Saponara a gennaio non è stata una grande mossa. I 29 gol segnati, peggior attacco del campionato, ne hanno sancito i limiti. Va bene tutto, ma salvarsi con Maccarone a fine carriera, Mchedlidze, Marilungo, Thiam e Pucciarelli non poteva essere possibile.

FIORENTINA 4

Ottavo posto. Male all'andata (30 punti), male al ritorno (30 punti) e male in Europa League (l'eliminazione con il 'Gladbach ancora risulta difficile da comprendere). Dalle stelle alle stalle la parabola viola di Paulo Sousa. Prevedibile, lenta, monotona: tre aggettivi calzanti se si pensa alla Fiorentina 2016/17. I toscani, salvo qualche sprazzo iniziale di Bernardeschi (un gol nel girone di ritorno) e il lancio del figlio d'arte Federico Chiesa, hanno poco da salvare in questa stagione deludente. E Ora? Far cassa vendendo Kalinic e ricostruire, per l'ennesima volta, un progetto che pare non funzionare mai.

INTER 4

Da quarta a settima. Doveva essere il campionato del ritorno in Champions, magari sognando addirittura qualcosina di più. Da Mancini a De Boer, da Pioli (che aveva iniziato bene) a Vecchi, è stata l'ennesima stagione da cestinare per il club nerazzurro. Fuori dalle Coppe, dietro anche a chi sulla carta doveva essere inferiore (il Milan). Con problemi di spogliatoio, con i flop di Joao Mario, Ansaldi e Gabigol, l'annata dell'Inter si è spenta dietro a legittime contestazioni di tifosi ormai rassegnati. Un'ennesima rivoluzione tecnica, con altre girandole di giocatori, potrebbe risconbussolare ancor di più un ambiente che pare aver smarrito la via per risorgere.

GENOA 5

Insufficienza piena, nonostante la sudatissima salvezza. Preziosi e il suo staff hanno deciso di rischiare a gennaio, vendendo Rincon, Pavoletti e Ocampos. Diciamo che stavolta è andata bene, ma che poteva finire malissimo. Giovanni Simeone resta l'unica vera sorpresa di una società che non riesce mai a dar continuità ai propri risultati. Il 3-1 sulla Juventus nel girone di andata è il picco più alto di un campionato a tratti disastroso. I tifosi rossoblu iniziano a non poterne più. Ah, con 36 punti il Genoa ha registrato il suo peggior campionato di A a 20 squadre da quando si assegnano i tre punti a vittoria. Male, male.

BOLOGNA 5,5

Nessuna vittoria di prestigio, alcune figuracce evitabili (l'1-7 col Napoli interno e, subito dopo, la sconfitta in 11 contro 9, sempre in casa, contro il Milan). L'annata del Bologna 2016/17 probabilmente verrà ricordata solo per aver concesso l'unico gol in Italia a Gabriel Barbosa. Non benissimo. Se il reparto offensivo qualcosa ha mostrato (Destro 11 gol li ha segnati, Di Francesco ha espresso lampi di talento, bene Krejci come uomo assist e Verdi prima dell'infortunio), dal centrocampo in giù tutto il Bologna ha deluso. Ci si aspettava qualcosina in più, soprattutto dopo l'ottimo girone di ritorno 2015/16.

MILAN 6

Solo sei? Sì, solo sei. Perché se da un lato al Milan vanno fatti complimenti per il ritorno in Europa (almeno alla fase preliminare), va anche detto che ci sono 23 punti di distacco dalla zona Champions e nove dalla meno quotata Atalanta. I rossoneri, che contro la Juventus hanno vissuto i due momenti più alti della stagione (gara di andata e Supercoppa), devono essere ben consci della distanza che li separa da chi in questo momento si gioca il campionato. Sufficiente, ma si può fare di più. E non ci riferiamo certo a Vincenzo Montella, ma a una società che ora è chiamata a selezionare i tasselli utili per ritornare ai vertici. Il closing avrà dato la giusta serenità? Lo scopriremo presto.

SASSUOLO 6,5

L'Europa League ha prosciugato energie e complicato un girone d'andata negativo. Poi il Sassuolo si é ritrovato e ha cominciato a togliersi soddisfazioni. Dodicesimo posto con onore. Con Berardi autore di un finale in crescendo. Il post Di Francesco, ormai promesso alla Roma, lascia qualche incognita ma anche tante certezze. Il Sassuolo è un club serio e preparato. Saprà mantenersi a buoni livelli.

UDINESE 6,5

Il mezzo voto in più è per aver valorizzato giovani come Fofana, Jankto e De Paul, destinati a rimpolpare in futuro le casse del club. Il resto del campionato dell'Udinese è sufficiente. Qualche basso e qualche alto, con un'andatura abbastanza costante. L'arrivo di Delneri ha ridato vigore ad un gruppo che aveva perso una linea guida. Stagione onesta, come ce ne sono state tante altre.

CHIEVO 6,5

Ad agosto è sempre candidata tra le possibili retrocesse. E, invece, come ogni anno si salva in scioltezza. Il Chievo di Maran, pur essendo la squadra con l'etá media piú alta di questo campionato, pur vantando giocatori navigati (ma utili) come Sorrentino,Gamberini, Dainelli, Cesar, Cacciatore, Pellissier, è riuscito anche in questo campionato a mantenere la categoria. Ottimi Birsa e Castro, possibili uomini mercato, in crescita Inglese, attaccante su cui i veneti punteranno per l'immediato futuro.

SAMPDORIA 7

La chicca è aver scovato un talento come Patrick Schick e avere ora l'opportunità di venderlo al miglior offerente. La Sampdoria di Giampaolo nel complesso è piaciuta. Bene Muriel, bene Quagliarella, bene Torreira. Una squadra divertente e senza troppi fronzoli. Una Samp piacevole da vedere e, in modo più che onesto, all'ultima piazza della top-10.

TORINO 7

Nono, ma abbondantemente staccato dalle prime otto. Il record di gol segnati (grazie anche ai 26 messi a referto dal "Gallo" Belotti) non tolgono qualche piccolo rimpianto, visto che la scorsa estate in orbita granata c'era la speranza di poter fare meglio. Mihajlovic non ha curato la fase difensiva e ha puntato tutto sulle giocate di Ljajic e Iago Falque, togliendo sicurezze a una squadra troppo spesso scoordinata e slegata. Le belle vittorie su Roma e Fiorentina, il pareggio nel derby di ritorno con la Juve, meritano comunque di essere premiati con un voto positivo. La rosa era giovane e forte, il Torino era una mina vagante e si è sostanzialmente confermato tale.

CAGLIARI 7

11º posto da neopromossa. Il Cagliari di Rastelli, che ha bloccato la Roma in casa e vinto a San Siro contro l'Inter, soprattutto in terra sarda ha offerto alcune ottime esibizioni. Troppi i 76 gol subiti (record negativo del club), ma tanti anche i 55 segnati. Grazie alla rinascita di Borriello e ai vari exploit di Sau, Joao Pedro e Farias, il Cagliari nel complesso ha saputo divertire e, al tempo stesso, conquistare punti.La scoperta Barella, cresciuto nel settore giovanile sardo, resta un surplus in una stagione discretamente positiva.

CROTONE 7,5

Uno dei miracoli stagionali. Al termine dell'andata il Crotone era ultimo con soli 9 punti conquistati. Sembrava la classica matricola sbranata da un salto di livello non ponderato. E invece, nel girone di ritorno, i calabresi hanno entusiasmato per voglia e caparbietà, credendo in una rincorsa salvezza senza precedenti. 34 punti alla fine (e quindi 25 da metá gennaio in poi) e permanenza in A raggiunta grazie alla vittoria sulla Lazio nell'ultimo turno. Con doppietta decisiva di Andrea Nalini, uno che fino a quattro anni fa giocava in Serie D. Favola nella favola. Diego Falcinelli ha confermato di avere qualità superiori alla media, Nicola di aver finalmente compreso i segreti del massimo campionato. Bravi tutti, complimenti sinceri. Crederci sempre, mollare mai.

LAZIO 8

Peccato per il quarto posto perso proprio all'ultima giornata. Il quinto piazzamento finale, comunque, non lascia rimpianti. La Lazio, partita in sordina e con il fantasma di Marcelo Bielsa pronto a incombere, ha stupito per abnegazione e qualità del gioco. Simone Inzaghi si è rivelato un tecnico preparato e intelligente, Milinkovic-Savic e Keita i due giovani potenzialmente più "futuribili" del campionato. Ciro Immobile è tornato ai suoi livelli. Una Lazio convincente e meritatamente davanti alle milanesi. Una Lazio da Europa.

NAPOLI 8,5

Mezzo voto in meno per qualche passaggio a vuoto (Pescara, Palermo, Sassuolo) che in fin dei conti ne ha compromesso l'esito finale. Il Napoli ha incantato per gioco e interpretazione dei singoli, ha trovato in Sarri il Messia a cui affidare ogni certezza. Ma ha chiuso al terzo posto e, nonostante il record di punti migliorato, dovrà giocarsi l'accesso alla prossima Champions League tramite preliminari. Quasi una beffa se pensiamo a quanti complimenti ha ricevuto da tutta Europa questo Napoli. Sostituire i gol di Higuain con quelli di Mertens non era nemmeno ipotizzabile. Eppure questa squadra, dove la qualità abbonda, ci è riuscita senza patemi. Un big in difesa e un'alternativa seria sugli esterni: due colpi per puntare al bersaglio grosso già dal prossimo campionato.

ROMA 9

Il nuovo record di punti nella storia del club (87) non è bastato per lo Scudetto. La Roma, come spesso capitato nel suo recente passato, chiude al secondo posto un campionato strepitoso. Seconda per meriti altrui, verrebbe da dire. Perché chiedere di più a questa squadra pare, quantomeno, fuori luogo. Luciano Spalletti, nonostante i fischi e gli insulti per la gestione Totti, merita applausi. Così come tutto il gruppo giallorosso. L'Atalanta in casa e il derby di ritorno. Probabilmente la Roma tra la 31esima e la 33esima giornata ha perso il campionato. Il popolo giallorosso può comunque godersi i 29 gol del capocannoniere Dzeko e fissare nella mente lo splendido saluto/tributo a Francesco Totti dopo la vittoria sul Genoa. La fine di un'era, l'inizio di uno sconosciuto, pauroso, nuovo scorcio di storia

ATALANTA 10

Un'annata stellare. Miglior risultato nella storia del club in Serie A. Migliorato il quinto posto del 1947/48. L'Atalanta ha chiuso quarta, dietro solo a Juventus, Roma e Napoli. Pura utopia solo immaginarlo ad agosto 2016. 10, il massimo. Perché con i mezzi a disposizione di più davvero non si poteva fare. Trascinata da Gian Piero Gasperini (allenatore dell'anno, forse per distacco) e dal "Papu" Gomez (sicuramente nella top-3 dei giocatori migliori in questo campionato), la Dea ha valorizzato un giovane dietro l'altro (da Gagliardini a Caldara, da Kessié a Conti, da Petagna a Spinazzola), assicurandosi anche un discreto budget da investire nell'immediato futuro. L'Europa è arrivata tanto inaspettatamente quanto meritatamente. Starà al club bergamasco onorarla: vendere bene, comprare meglio.

JUVENTUS 10 (con lode)

91 punti, come nel 2015/16. 91 punti per due anni consecutivi. Mostruoso. Il sesto Scudetto di fila ne è solo una logica conseguenza. La lode è perché rivincere, dopo un filotto come quello da cui arrivava la Juventus, è tutt'altro che banale. Campionato cannibalizzato per lunghi tratti e riaperto parzialmente solo nel finale per gestire gli sforzi fatti in altre competizioni. Un'altra stagione leggendaria per la Juventus e per Massimiliano Allegri. Gonzalo Higuain, con 24 gol, è stato il finalizzatore ideale di una squadra che ha saputo sfruttare tutta la sua rosa per raggiungere l'obiettivo finale. Ancora miglior difesa con 27 gol subiti. Devastante allo Stadium, con 18 vittorie e un pareggio in 19 gare casalinghe. L'aver tenuto dietro due squadre forti, spettacolari e agguerrite come Roma e Napoli rimane un ulteriore motivo d'orgoglio per una squadra insaziabile.

By staff
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