26/06/2017 | 04.44
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Pallone e vacanze estive

E' vero, per la maggior parte di noi è ancora presto per parlare di ferie estive, sempre che si possa concedersele. Eppure queste settimane sono le piu' classiche riservate ad una pausa di riflessione tra una stagione conclusa ormai da parecchio e una di là da venire con la sua processione di appuntamenti, come il raduno, il ritiro, le prime amichevoli e via dicendo.
Insomma, è poco tempo di ferie per noi "lavoratori" ma pieno tempo estivo per la stragrande maggior parte dei nostri idoli.
Ecco allora qualche verso che Pagno dedica a questo periodo e alla nostra memoria di appassionati di fubal, di appassionati di Atalanta

 

PALLONE E VACANZE ESTIVE:

Ogni tanto è bene ricordarsi che, quasi tutti noi, siamo tornati a casa sudati e felici con tra le mani un pallone di cuoio sgonfio, rovinato e con gli esagoni che si staccavano.

Era bellissimo.


C'era sempre qualcuno al campetto dell'oratorio o delle scuole disposto a giocare.
E siccome si giocava a qualsiasi ora, ci toccava scavalcare...


Giocare a pallone era un diritto sacrosanto acquisito in ogni momento, dal 10 giugno in poi.
Ricordo come fosse ora il rumore sordo del pallone "che tirava gli ultimi" ad ogni fortissimo calcio.
Era impossibile impattare di testa, quel pallone andava usato solo di piede.
Ma tanto non importava, la testa non veniva usata.


Al vecchio oratorio c'erano anche delle regole curiose ma felici:

1) dovevi metterti in fila ed attendere il tuo turno, facendo il raccattapalle; arrivati a 3 gol la squadra perdente usciva e tu "chiamavi" i 3 giocatori che si univano a te (4vs4, il campetto era piccolo);

2) nel lato nord del campetto, a 3 mt dalla riga laterale vi era un muro dipinto (cinema abbandonato dell'oratorio), e se la palla colpiva il muro e rientrava in campo senza colpire l'erba, la palla NON ERA USCITA.

Fantastico.

Un sacco di volte la palla usciva in strada, ma i passanti lo sapevano e la ributtavano dentro.
E poi sudati a bere dalla fontanella, che fresca che era quell'acqua...

"Bagnati i polsi e ti passa il caldo" diceva il papà.

Peccato non poter colpire la palla di testa come Stromberg in Atalanta - Cesena nel 1989.

Ma non faceva nulla, si ripartiva in contropiede come Caniggia.

Ditemelo subito.

Succede ancora, vero?


Pagno

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