19/01/2018 | 03.00
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Dal Cile parlano di Papa Giovanni e dell'Atalanta

Commento del famoso giornalista e critico cileno Aldo Schiappacasse.

IL PAPA CHE DONO’ ALL’ATALANTA IL SUO UNICO TITOLO.

Si sa poco della preferenza calcistica di Papa Giovanni XXIII, il Papa buono, salvo che simpatizzasse per l’Atalanta, la squadra della sua città natale, Bergamo.

C’è solo un fatto, supponiamo casuale perché sospettare di un intervento Divino potrebbe essere troppo, che lega il Papa con la squadra che fu difesa anche dal nostro Carlito Carmona.

Angelo Giuseppe Roncalli mori il 3 giugno 1963. Il giorno prima, il 2 di giugno, l’Atalanta vinse l’unico titolo della sua storia: la Coppa Italia.

Potremmo dire che da lassù abbiano fatto sì che il Santo Padre non morisse senza aver visto la sua squadra vincere la Coppa.

Se di rarità si tratta, possiamo dire anche che quando, nel 1963, fu eletto Papa Paolo VI, la federazione calcistica Catalana amnistiò tutti i giocatori squalificati. Un papa dalla visione politica, che la utilizzò più di una volta per cercare di unire l’Europa divisa dalla guerra fredda.

Prima del campionato europeo del 1968, lanciò un messaggio a tutti i leader politici: “il calcio è una visone degli uomini e delle cose che va al di là dell’orizzonte limitato delle barriere artificialmente alzate fra i diversi popoli per separare i bambini della stessa civiltà e dello stesso continente.”

Di Albino Luciani, Papa Giovanni Paolo I, l’uomo dall’eterno sorriso, si può dire poco a causa del suo brevissimo pontificato.

Entusiasmato dal Concilio Ecumenico del 1962, si spese a scrivere una provocatoria tesi che assimilava il calcio al dibattito teologico. “Quando c’è una partita di calcio, non tutti gli spettatori comprendono e gustano allo stesso modo. Uno conosce le regole del gioco, il compito preciso del portiere, dei laterali, dei difensori, dei centrocampisti; conosce i trucchi e i movimenti, apprezzerà le giocate, la tecnica l’abilità di movimento, il tiro, si entusiasmerà con intelligenza. D’alta parte, chi non conosce, gusterà molto poco. Il Concilio Vaticano che si aprirà fra poco a Roma è una specie di partita straordinaria. I giocatori sono più di duemila Vescovi, l’arbitro è il Papa e lo stadio è tutto il mondo. Gli spettatori, grazie alla tv e alla radio, saremo tutti noi.”

 

By staff
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