Paparesta: "Le interpretazioni arbitrali fanno male alle nostre squadre in Europa"
L'ex arbitro Gianluca Paparesta si è collegato in diretta ai microfoni di TMW Radio, intervenendo su alcune discussioni arbitrali intorno all'uso del VAR e ai falli di mano nel corso della trasmissione Stadio Aperto, condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Non darei la colpa al VAR, anzi credo sia uno strumento eccellente che possa migliorare le prestazioni e alcune decisioni che a volte sono prese in maniera non corretta o perché coperti o comunque impossibilitati a vedere al meglio. La colpa va individuata nell'interpretazione che la classe arbitrale italiana dà ad alcune situazioni che altrove sono valutate diversamente, checché ne dica il presidente dell'AIA".
Come si fa ad ottenere un'uniformità sull'attuale norma?
"La cosa più importante è dare istruzioni univoche ed inequivocabili, su episodi che si verificano, e che succeda nell'immediato. Una voce autorevole dell'AIA, che può essere chiunque si voglia, così da avere interpretazioni chiare per arbitri ed addetti ai lavori, così da decidere uniformemente per tutti al ripresentarsi degli episodi. Altrimenti succede come Pellegrini della Roma non sanzionato per fallo di mano evidente o ieri a Firenze, e in altre partite episodi dubbi che invece sono dati".
I due rigori della Juve ci stanno?
"Il secondo sì, il braccio è largo e purtroppo per lui colpisce lì. L'interpretazione mi trova d'accordo, mentre sull'altro... Bisogna capire. Qui si fa confusione, perché il regolamento è cambiato: un gol non può essere assegnato se la palla sbatte sulla mano di un giocatore, ma questo vale per le reti e non per i calci di rigore. Qui si confondono due regole differenti: non dico che siamo di nuovo alla volontarietà, e forse dovremmo tornarci, ma non può essere sanzionato qualsiasi tocco con la mano dentro l'area".
Si dà troppa importanza all'arbitro?
"Sono d'accordo, credo però che la qualità delle prestazioni arbitrali, per errori commessi, sia assolutamente migliorata. Ormai si parla di errori minimi o interpretazione, il problema vero è che si devono dare linee guida univoche che l'arbitro vada ad applicare. Con l'utilizzo del VAR molte decisioni possono essere migliorate, e vengono sventati errori che capitavano senza il mezzo tecnico. L'arbitro è una componente del gioco che può anche sbagliare, e un risultato non si può commentare solamente sotto il profilo della prestazione arbitrali, che oggi subisce la difformità di interpretazioni non date".
Esiste il rischio che i giocatori inizino a mirare sulle braccia degli avversari? O è troppo?
"Lo spirito della regola, e della modifica, infatti era diverso. Si cercava uniformità, che in Italia non c'è, anche perché assistiamo interpretazioni diverse agli altri campionato. E questo rappresenta un pericolo ulteriore per le squadre italiane, abituate a vedersi sanzionati certi contatti che non lo saranno in Champions. Bisogna anche far notare quando vengono assegnati rigori che non sussistono, a livello di categoria. Gli stessi giocatori non sanno più come andare ad affrontare gli avversari in area di rigore... Devono sapere cosa li aspetta, e invece abbiamo decisioni che ogni turno di campionato sono contraddittorie tra di loro. Anche ieri nella partita tra Verona e Fiorentina c'era una mano molto più evidente del primo rigore concesso all'Atalanta e non solo l'arbitro non l'ha sanzionato, ma nemmeno è voluto andare a rivederselo al VAR...".
Sarebbe un problema mirare più le mani che la porta.
"Sì, è un pericolo che va assolutamente allontanato. I vertici dell'AIA devono spiegare le condizioni perché possa essere punito un fallo di mano. Assistiamo a giocatori che hanno braccia aderenti al corpo, a pochi centimetri dal petto, che si vedono concessi rigori contro. Abbiamo visto le figure con concetti geometrici di una realtà che però non sta accadendo. Se si facessero notare gli errori, si eviterebbero le ripetizioni".
D'accordo con un altro mandato per Nicchi? Al suo posto, altrimenti, chi proporrebbe?
"C'è da dire che Nicchi, o chiunque altro, sarà eletto dall'associazione, dalla base. C'è un discorso democratico, che poi può essere più o meno penalizzata da questioni di nomina, ma il fatto di poter eleggere un presidente da parte dell'intera base è una questione che va valorizzato. Non so se sarà ancora Nicchi o un ricambio, a volte dopo tanti anni questi ultimi fanno bene. Anche per i tanti progetti, come VAR o spray per segnalare la distanza, ma anche della Goal Line Technology, che negli scorsi anni l'hanno visto prima fermo oppositore e poi a favore".
Andrebbe bene un ex arbitro fresco?
"Non è necessario fare determinati percorsi, dipende tutto dalle caratteristiche delle persone, dal carisma e dalla capacità di rappresentare un mondo positivo come quello arbitrale, che ha tante risorse da valorizzare. Le scelte poi sono democratiche, ma in ogni democrazia esistono anche malfunzionamenti e difformità. La FIGC comunque vigila, seppure lasciando l'AIA nella sua autonomia, quindi direi che ci possa essere tranquillità".
fonte tmw.com
By marcodalmen