Il Papu intervistato da una rivista argentina: "Dopo il calcio resto a Bergamo"
Traduzione di Rodrigo Diaz
IL PAPU A “HABLEMOS DE FùTBOL”
“La nazionale è un cruccio”
Nel nuovo numero speciale di Hablemos de fùtbol”, Alejandro Gomez ha raccontato a Sebastian Dominguez la sua esperienza nella nazionale argentina e si è mostrato dispiaciuto di non esserci arrivato più giovane.
“Purtroppo, la nazionale è un cruccio, perché è arrivata quando ormai ero troppa avanti con l’età. Mi sarebbe piaciuto arrivarci più preparato. Ho dovuto giocare contro il Perù per le qualificazioni mondiali ed ero solo alla seconda convocazione. Mi sarebbe piaciuto giocare con già una quindicina di partite alle spalle.”
E prosegue:
“Se avessimo perso nella Bombonera, saremmo stati fuori dal mondiale. Arrivavo da una buona stagione, così mi sarebbe piaciuto giocare quella partita con una preparazione alla nazionale più alta. Contro la Russia sono entrato molto bene e tutti si sono complimentati, così che ho pensato che sarei di nuovo stato convocato. Poi, i sei mesi prima del mondiale non sono stati i miei migliori”
Il Papu ha poi ringraziato Scaloni, attuale allenatore della nazionale e artefice di quella convocazione.
“Mandai un messaggio a Scaloni. Ho buone relazioni con lui, ci ho giocato assieme un anno. Segue molto il calcio italiano. Gli sono grato perché spinse Sampaoli a convocarmi”
A proposito dei tempi recenti della nazionale, il centrocampista dice che è necesssario un ricambio generazionale.
“Desidero il meglio per la nazionale. C’è bisogno di un ricambio e di una nuova generazione, che non succeda come a me, che possa giocare molte partite prima di arrivare al mondiale. Se mi convocassero, sarei il più felice del mondo, ma l’età non mi aiuta. E’ necessario un processo che guardi al futuro.”
Alcuni appunti del Papu Gomez
Dalle giovanili dell’Indipendiente al Arsenal:
“ho avuto un’esperienza nell’Indipendiente, ma ero abbastanza indietro. Mio zio, Hogo Valverde, che giocò nell’Indipendiente, mi consigliò di andare all’Arsenal. A 14 Burruchaga mi fece fare la preparazione.”
Il passaggio all’Arsenal. “Con Gostavo Alfaro cominciai a giocare più spesso. Erano squadre molto competitive. Poi con Daniel Garnero ho fatto la mia migliore stagione. 9 gol”
Tappa al San Lorenzo: “Arrivai nel peggior momento del San Lorenzo. Avevamo una grande squadra, ma siamo usciti nei gironi alla Coppa Libertadores e montò un casino terribile.”
La sua relazione con Simeone. “E’ un tipo spettacolare. Mi ha insegnato molto. Mi faceva giocare esterno e io ero lento a rientrare. Gli dicevo che se dovevo anche difendere mi stancavo. Aveva ragione lui. Gli ho mandato un messaggio per ringraziarlo dei suoi insegnamenti. Però poi si è sbagliato, perché diceva che in Europa avrei potuto giocare solo in quella posizione, invece sto giocando anche in altre posizioni.”
La sua pessima esperienza in Ucraina: “Ho vissuto la guerra fra i pro e i contro Russia. Ho chiamato un avvocato e mi consigliato di andarmene. Presi un aereo alle due di mattina ed andai a Catania. Tornai in Ucraina, finii la stagione e dissi basta. A volte la polizia mi fermava per strada ed io non sapevo parlare russo. Era uno stress terribile. Dovevi cucinare e lavarti con l’acqua minerale, perché era contaminata da Chernobyl. Fu terribile. Rientrai in Argentina e chiesi di essere venduto. Così apparve l’Atalanta.”
Il suo presente all’Atalanta: “E’ la mia quinta stagione, da tre anni sono capitano. Il club è cresciuto sotto molti aspetti. Mi mancano alcuni anni, non so se mi ritirerò qua. Vedo difficile giocare in un altro posto. Giocare la Champions con l’Atalanta è una cosa unica, sono cose molto speciali che non mi voglio perdere. Dopo la mia carriera, mi fermerò a vivere a Bergamo.”
La Papu dance. “E’ simpatico come è nata la cosa. Marco Borriello, che aveva molti fans, mi filmò e da lì scoppiò la moda. Molti ragazzi mi conoscono più per quello che per il mio gioco.”