09/08/2020 | 12.59
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Papu, Papu nostro. Grandissima intervista argentina di Gomez.

Sito Enganche.com, nostra traduzione. Riportiamo una sintesi delle sue dichiarazioni. Ecco il pezzo



 

IL SECONDO BALLO DEL PAPU

"Sto vivendo una seconda giovinezza calcistica grazie al mister che facendomi arretrare mi fa partecipare molto di piu' al gioco e soprattutto mi fa tornare ragazzino perche' cosi' e' come giocavo in Argentina. Ovviamente è un altro calcio, un altro livello ma tornare a partecipare al gioco della squadra capitando di dover difendere contrastare e ritornare in attacco mi fa divertire un mondo, molto piu' di quando aspettavo la palla in attacco con quasi le mani sui fianchi."

"Ovviamente il gioco del mister mi favorisce viste che giochiamo aprendo il campo come pochi con i nostri laterali. Possiamo giocare 3-5-2, se mi butto in mezzo o 3-4-1-2, se sono più vicino agli attaccanti. Fisicamente è molto difficile, perché devi cercare la palla e poi raggiungere l'area ma mi piace molto. "

"Quando ho incontrato Gasperini [Gian Piero] tre o quattro anni fa, giocavo attaccante a sinistra. Il ruolo che svolgo oggi era interpretato da Jasmin Kurtic, molto forte fisicamente, che teneva il collegamento tra i reparti. Partito lui il ruolo era vacante. Poi, un giorno il mister mi dice: “Guarda, Papu, ti vedo bene per farlo. Dovrai correre di più, dovrai adattarti, ma toccherai di più la palla e ti unirai ai centrocampisti e agli attaccanti. Proviamo ". E lo abbiamo fatto in una partita contro il Chievo Verona, che è stata un punto di svolta. Abbiamo vinto 5 a 1. Da quel momento in poi sono stato in quella posizione e ci siamo qualificati per la Champions League."

"All'inizio faticavo a carburare e nelle partite con squadre corte per me era difficile giocare tra le linee. Non c'era spazio. Successivamente, mi sono buttato un po 'più indietro ed è andata subito meglio. Lì ho trovato la mia strada. In difesa, so che il mio lavoro è prestare attenzione ai cinque avversari piu' avanzati. Ci sono squadre che giocano con tre e mi basta stare davanti al loro centrocampista centrale ma quasi tutti hanno caratteristiche diverse e devo inventarmi al momento la tattica migliore e capire il loro tipo di gioco per contrastarli al meglio."

"Penso di aver imparato molto grazie al mister. Se avessi avuto Gasperini a 24 o 25 anni, sarei cresciuto molto di più, avrei avuto altre opportunità e un altro percorso, ma l'ho conosciuto solo a 28 anni e la mia parte di fortuna è arrivata solo da allora. Nel calcio devi incontrare le persone giuste. Negli anni ti rendi conto di tante cose. Ma attenzione, ci sono ragazzi che sono davvero dei crack e che già realizzano tutto a 23 anni. Paulo Dybala è uno di quelli, per esempio. Alla sua etàera già titolare della sua squadra."

"Come calciatore mi sento un po 'diverso. Sono sempre stato spontaneo e ho cercato di seguire la mia strada senza copiare il resto e senza seguire le mode. Non mi è mai piaciuto copiare. È vero, sì, che i giocatori sono uguali e cercano di copiarsi l'un l'altro e ci rendiamo corto che la carriera e' breve. A me è capitato di non avere l'opportunità di andare in un top club, anche se ero vicino. Ma la vita di questo sport ti dà una seconda possibilità e questa Atalanta è la seconda possibilità nella mia vita. E ne sto approfittando."

"Al di fuori del calcio in questi anni vivamo in un mondo frenetico in cui non hai tempo per pensare, né quando vinci, né quando perdi. Sei con la testa al prossimo allenamento, nel recupero e in ciò che viene. Tuttavia, cerco di fare altre cose. Qui a Bergamo ho una palestra e un centro medico. Cerco di imparare e aiutare dove posso. Ho anche un'azienda tecnologica da alcuni anni. Contribuisco con quello che posso. Alla fine, la mia testa pero' va ancora al calcio. Non posso farci niente".

"In questi anni il calciatore professionista sta migliorando le sue capacità intellettuali. Oggi vedo ragazzi che si dedicano allo studio e all'apprendimento. Vedo calciatori più capaci in tante cose. Anche economicamente, ci sono molti altri campionati che ti danno l'opportunità di guadagnare bene. Amo imparare cose diverse e penso che sia un obbligo che ho. Penso al dopo e mi sto preparando anche se è chiaro che niente sarà uguale all'adrenalina che ti provoca giocare a calcio."

"Penso che la testa sia la più importante di tutte. È fondamentale. Chiunque stia facendo le stesse 24 ore al giorno sarà mentalmente influenzato. Quello non esiste. La pandemia ne è un esempio. E anche il dopo. Veniamo da un paio di mesi di gioco ogni tre giorni, senza vedere la famiglia, per rispettare il calendario. Se non sei forte nella testa, se il tuo cervello non è ossigenato con altre cose, sarà complicato. E se diversifichi, recupererai meglio, starai meglio e arriverai ai giochi meglio."

"La testa è tutto. Ma tutto. Non importa quanto tu abbia talento, se non sei preparato per il momento che devi affrontare, hai perso. Fisicamente, possiamo correre tutti. A questo livello, tutti possono dare un passaggio a un compagno di squadra o effettuare un cambio di fronte di 40 o 50 metri. La differenza la fa la testa. È fatto dal carattere. La personalità. Riuscire a mettere la squadra sulle spalle quando le cose vanno male. Lì appare la personalità. Devi credere in quello che fai e avere forza e costanza. Questa è la differenza rispetto a quanto accade a tanti ragazzi che vengono in Europa oggi e che vanno e vengono, perché non hanno la forza mentale per vincere la battaglia e ribaltarla. Decidono di tornarci,dove è più facile o finiscono per andare su mercati con meno domanda perché non si adattano veramente."

" Son contento della mia carriera, sto lasciando un segno. E questo è unico. Lo preferirei per tutta la vita piuttosto che far parte di un grande club, avendo vinto titoli e nessuno si ricorda di te. Se ci penso, a Catania abbiamo lasciato un segno. Anche all'Arsenal Sarandi' in Argentina. E all'Atalanta lo stesso. Preferisco quello di essere andato in un club importante e di essere passato inosservato."

"L'Atalanta ha un senso di appartenenza alla città e tu ti senti parte di questo. La gente te lo fa sentire. Prima del mio arrivo, lottavano a malapena per salvarsi dalla retrocessione e tutti erano comunque contenti. Ma abbiamo alzato il livello e ora partecipiamo alle coppe europee. Raggiungere questo obiettivo non ha prezzo. Appena sono arrivato non vincevamo da 14 partite. Non c'è mai stato un rimprovero. Gasperini dice che questa è "un'isola felice", ma che a sua volta questa "isola felice" ti porta a giocare leggero di testa visto che non è un peso vincere o perdere. Abbiamo capito il modus vivendi e ne stiamo facendo un punto di forza. Migliorando sempre."

–"Sappiamo di essere una squadra di una città di 150.000 abitanti. Non siamo la grande squadra di una capitale. Ma sappiamo dove stiamo andando, cosa vogliamo e come lo otteniamo in tutti questi anni. Siamo dove siamo per quello che siamo riusciti a dare. Nessuno ci ha dato niente. Abbiamo imparato strada facendo, dalla prima partita di Champions League, dove ne abbiamo presi quattro con la Dinamo Zagabria sino alla qualificazione agli ottavi. Per noi è stata tutta esperienza. E siamo entrati nel gruppo dei grandi. Abbiamo battuto lo Shaktar in Ucraina, abbiamo pareggiato con il City e segnato otto gol contro il Valencia. Sappiamo da dove veniamo e dove vogliamo andare. Economicamente, non raggiungeremo mai il livello dei mega squadroni europei. L'Atalanta è un'altra cosa. Ma il calcio è undici contro undici e tutto può succedere."

"Se guardo indietro mi congratulo con me stesso. È stata davvero dura andare a Catania. Ho sempre giocato e ho dato tutto. Mi rimprovero solo di essere andato in Ucraina, dove ho perso un anno. Dopo di che, mi ha comprato l'Atalanta. E ha cambiato la mia vita. Sono felice per questo che mi sta accadendo. Tanti sacrifici ma ne vale la pena, assolutamente"
By staff
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